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sabato, Settembre 14, 2024

    È giunto il momento del medico digitale?

    Quando si pensa all’intelligenza artificiale, ci sono diversi modi di intenderla e vederne i possibili scenari evolutivi. Molte persone guardano all’intelligenza artificiale con un gigantesco punto interrogativo sulla testa, non capendo e non avendo gli strumenti per indovinarne l’evoluzione: potremmo chiamarli “gli scettici”. Poi ci sono gli ostili, coloro che vedono nell’AI un futuro distopico, in stile Terminator: “Rimarremo tutti senza lavoro”, “l’AI prenderà coscienza e ci comanderà”, “Dove andremo a finire?”. Tralascio gli “ottimisti”, che vedono nell’avvento dell’intelligenza artificiale la panacea di tutti i problemi, le inefficienze, i disservizi e la disorganizzazione.
    Più realisticamente, nei prossimi anni, tutti potremo avvantaggiarci della diffusione di tecnologie “intelligenti” nella nostra quotidianità: aiuteranno i professionisti a rendere più efficiente il proprio lavoro e le istituzioni a ridurre il divario tra una domanda di servizi che cresce sempre di più e un’offerta che stenta a tenere il passo. Pensiamo ad esempio alla giustizia, con i tribunali sepolti di carta, dove chi dovrebbe, fa fatica a leggere. La Scuola, che pur con qualche ostilità, a un certo punto dovrà rendersi conto di quanto la didattica potrebbe diventare inclusiva, grazie alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie soprattutto per gli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento.
    E anche la medicina non farà eccezione. Anzi, rispetto allo scetticismo e ai dubbi, probabilmente si parlerà dell’impatto che l’AI avrà su professioni delicate come la medicina più che in altri ambiti. Chiariamo subito che non è plausibile immaginarsi l’estinzione della figura del medico in carne e ossa. Semmai, nel prossimo futuro potranno comparire alcuni strumenti sviluppati proprio con l’obiettivo di fornire risposte coerenti e affidabili a quesiti via via più complessi e numerosi, posti direttamente dai pazienti o a supporto del medico nell’esercizio della sua professione. Un esempio significativo di questi sviluppi è descritto nel paper di ricerca recentemente pubblicato sul portale della Cornell University, che mostra diverse prove oggettive sui progressi fatti in questo campo.
    Med-Gemini è una nuova e avanzata tecnologia di intelligenza artificiale sviluppata da Google e DeepMind, pensata per il campo medico. Questo sistema combina la capacità di ragionamento clinico, l’analisi di dati multimodali (ovvero la capacità di analizzare immagini, testi e video insieme) e la gestione di informazioni complesse e lunghe. Uno degli aspetti più impressionanti del modello AI di Google, è la sua precisione nel rispondere a domande mediche complesse. In un test chiamato MedQA, simile all’esame di abilitazione all’esercizio della professione medica negli Stati Uniti, Med-Gemini ha raggiunto una precisione del 91.1%. Per confronto, i medici umani, valutati con lo stesso tipo di esame, generalmente ottengono tassi di precisione intorno all’86.5%. Ma non si parla solo di esami e nozioni teoriche. Come detto, il modello Google può anche capire e analizzare diversi tipi di dati medici, come immagini radiologiche, video chirurgici e segnali biomedici come gli elettrocardiogrammi (ECG). Questa capacità di lavorare con diversi tipi di informazioni lo rende molto utile per i medici che devono fare diagnosi con tempistiche spesso serrate e interpretare dati complessi. Per migliorare ulteriormente il ragionamento clinico, Med-Gemini utilizza tecniche di auto-addestramento e integrazione di ricerche web. In pratica, il sistema può cercare informazioni aggiornate, rilevanti e affidabili su internet per fornire risposte ancora più precise e dettagliate.
    Il modello AI di Google è stato anche addestrato con grandi quantità di dati, come lunghe e articolate cartelle cliniche elettroniche, composte da centinaia di migliaia di parole e immagini. È stato capace di identificare informazioni importanti in documenti molto lunghi, riducendo sensibilmente il carico di lavoro di ricerca e analisi per i medici. Tra i molti esempi riportati nella ricerca scientifica pubblicata, Med-Gemini ha dimostrato notevoli capacità diagnostiche in situazioni complesse.
    In termini numerici, il modello ha raggiunto una precisione elevata nel riconoscimento delle fasi chirurgiche critiche, superando i metodi precedenti. Questo risultato dimostra come l’integrazione di intelligenza artificiale possa supportare i chirurghi, migliorando la precisione e riducendo il rischio di complicazioni durante interventi complessi. In altre parole, il modello AI di Google rappresenta un significativo passo avanti nell’impiego  dell’intelligenza artificiale in medicina. Promette di migliorare la precisione delle diagnosi e l’efficienza delle pratiche mediche, offrendo un prezioso supporto ai medici. Sebbene i progressi dell’intelligenza artificiale come Med-Gemini siano straordinari, è importante riconoscere che il mestiere del dottore non potrà essere completamente sostituito da queste tecnologie. Semmai, l’AI sarà sempre più destinata ad affiancare i medici, fornendo loro strumenti avanzati per migliorare la diagnosi, la cura e il trattamento dei pazienti. Tecnologie come questa possono analizzare rapidamente grandi volumi di dati, identificare schemi complessi e fornire raccomandazioni basate su informazioni aggiornate, ma l’esperienza umana, l’empatia e il giudizio clinico rimarranno insostituibili. Un medico potrebbe ad esempio utilizzare Med-Gemini per confermare una diagnosi difficile o per esplorare opzioni terapeutiche alternative, basate su un’analisi approfondita della letteratura medica e dei dati clinici. Questo tipo di supporto potrebbe essere particolarmente utile nei casi in cui il tempo è un fattore critico o quando si trattano condizioni rare e complesse. Inoltre, l’intelligenza artificiale potrà essere un prezioso alleato anche per i pazienti, fornendo risposte rapide e accurate a dubbi e domande sulla propria salute, partendo dalle proprie informazioni cliniche. Questo non solo migliorerà la consapevolezza dei pazienti, ma favorirà anche una comunicazione più efficiente coi medici, rendendo il processo di cura più collaborativo e trasparente. Di sicuro la tecnologia si evolve velocemente e, quando si pensa al “futuro”, probabilmente si parla di un periodo di pochi anni in avanti. Anziché ricercare le cause dei sintomi dei nostri disturbi su Google (inteso come motore di ricerca), nei prossimi anni avremo a che fare con un assistente medico digitale, magari in collegamento diretto con il nostro Medico di famiglia, che potrà “intervenire” nelle interazioni in qualunque momento? Oppure lo scenario medico si evolverà in direzioni ancora ignote? Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano i lettori, ma anche i nostri Medici di famiglia.

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