L’herpes zoster è una patologia virale acuta, dolorosa ed urente e per tale motivo definita comunemente “Fuoco di Sant’Antonio” o, nel passato, “fiamme di Satana” proprio per sottolinearne il sintomo più comune. Tale malattia, diffusa in tutto il mondo, non ha una stagionalità come può avvenire ad esempio per l’influenza, ed ha una incidenza non trascurabile. In una popolazione di 15.000 abitanti, quale potrebbe essere quella di Caselle Torinese, si stima possano esservi ogni anno 30-45 casi nei soggetti di età 21-50 anni, 75 casi tra i 51-60 anni, 90-100 tra i 71-90 anni. Circa 1 persona su 4 sviluppa questa malattia nel corso della propria vita e 2/3 dei casi si verificano in soggetti di età superiore a 50 anni.
La malattia è dovuta alla riattivazione dell’infezione del virus della varicella e per tale motivo può svilupparsi solo in persone che hanno precedentemente contratto la varicella o sono venute in contatto col virus della varicella. Si manifesta con un esantema vescicolare, di solito unilaterale, associato a dolore o bruciore che spesso persiste anche dopo la guarigione e viene definito come “nevralgia post erpetica”. Tra gli effetti collaterali si annoverano anche un aumentato rischio di infezioni batteriche delle lesioni, la disseminazione cutanea, l’infezione polmonare, la miocardite, l’esofagite, la pancreatite, l’ulcera gastrica, l’angioite granulomatosa e l’interessamento del sistema nervoso centrale. Oggi abbiamo un’arma fondamentale per prevenire tale malattia: si tratta del vaccino che viene offerto gratuitamente dal Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale. Tale piano offre la vaccinazione gratuita ai soggetti di 65 anni d’età e ai soggetti a rischio in presenza di diabete mellito, patologie cardiovascolari, Bronco Pneumopatie Cronico Ostruttive (BPCO) ed ai soggetti sottoposti a terapia immunosoppressiva.
Sono attualmente disponibili due tipologie di vaccini: un vaccino vivo attenuato (ZLV) e un vaccino ricombinante (RZV). Quest’ultimo si è dimostrato più efficace e diverse società scientifiche internazionali ne raccomandano l’utilizzo in via preferenziale. Il primo è un vaccino vivo attenuato, composto da 1 sola dose, indicato nei soggetti di età superiore ai 50 anni di età. Il vaccino è efficace nel ridurre di circa il 65% i casi di nevralgia post herpetica e circa il 50% di tutti i casi clinici di zoster. L’efficacia verso HZ decresce con l’età, passando dal 70% nei cinquantenni al 41% nei settantenni. Essendo un vaccino vivo attenuato è controindicato nei soggetti immunodepressi. Il vaccino RZV (Recombinant Zoster Vaccine) è invece indicato nei soggetti di età superiore ai 18 anni ed il ciclo è composto da 2 dosi da somministrare a distanza di 2 – 6 mesi di distanza, indipendentemente da una precedente storia di herpes zoster.
L’efficacia di questo vaccino è altissima nel prevenire la malattia (97% nei cinquantenni e 91% negli ultrasettantenni) oltre che nel ridurre significativamente i ricoveri ospedalieri.
È pertanto raccomandato sottoporsi alla vaccinazione contro l’herpes zoster (oltre che contro lo pneumococco) in tutti i soggetti nati dal 1952 al 1957 e in tutti i soggetti con patologia cardiovascolare e BPCO.
I vaccini per pneumococco e herpes zoster sono co-somministrabili quindi si possono effettuare nella stessa seduta presso il proprio medico di famiglia che ha aderito alla vaccinazione o, in alternativa, presso il centro vaccinale di riferimento.
Unica raccomandazione è che tale vaccinazione non serve per curare l’episodio in atto di Herpes zoster o di nevralgia post erpetica e pertanto non deve essere somministrato durante la fase acuta dell’infezione. Il vaccino può però essere somministrato in persone con storia di zoster in quanto vi possono essere delle recidive. È però opportuno aspettare 6-12 mesi tra la malattia e la somministrazione del vaccino che deve essere effettuata a completa guarigione del paziente. Buona prevenzione a tutti.
Il “Fuoco di Sant’Antonio”
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