Come potete leggere nel titolo giusto qui a fianco, la prima edizione dello SBAF, lo Street Bier Alpin Fest, è stata un successo, nonostante il meteo incerto, nonostante sia stato voluto e ideato da Ale Loponte e Diego Carlini in un habitat difficile e diffidente qual è Caselle, dove, notoriamente, “ non succede mai niente”.
Bastava vedere i commenti astiosi, cattivi che avevano fatto seguito a “ Starlight , la notte bianco-azzurra”: chi se l’era presa perché la serata non era stata organizzata in un fine settimana ( senza accorgersi che la sciagurata Italia-Spagna era stata messa in calendario di giovedì e che la UEFA, pur dicendosi poi dispiaciuta, non aveva minimamente tenuto conto delle esigenze di certi casellesi…); chi s’era lagnato per lo scorretto posizionamento di un paio di postazioni di street food, resesi ree di danneggiare e ledere una parte del commercio cittadino sito nel “salotto buono”, che, notoriamente, h 24, 7 giorni su 7, propina agli astanti cibo da asporto e da passeggio.
(Questo passaggio dovrebbe essere ironico, ma temo che qualcuno non lo capisca.)Infine, data la nostra ben nota pazienza e capacità di comprendere, c’è stato chi ha avuto da ridire perché l’evento era stato organizzato senza tenere conto delle avverse condizioni meteo. Come se una manifestazione del genere fosse possibile da metter su in quattro e quattr’otto. Avverse condizioni meteo che avevano indotto poi persino alcuni ambulanti a disdire all’ultimo la loro presenza, creando buchi e danno alla riuscita della serata.
Con queste belle premesse ci si è appressati allo SBAF.
Ma qui, nonostante le previsioni dicessero che la pioggia non sarebbe nuovamente mancata, SBAF aveva un atout che si chiama Alessandro Loponte, che in quanto ad agganci, conoscenze, capacità organizzative e di mediazione è un vero portento: una macchina da guerra. Non me ne vogliano Diego Carlini e gli altri Alpini, che hanno avuto un ruolo anch’essi importante e decisivo, ma senza Ale “ Bin Laden” Loponte una roba del genere a Caselle non l’avremmo mai portata a casa.
Per una volta tutte le componenti – l’ Amministrazione che ha patrocinato la “due giorni”, i commercianti che entusiasticamente hanno accettato di mettersi in gioco smettendo di dire no, le associazioni del territorio che hanno dato un contributo straordinario per la buona riuscita del festival – ce l’hanno fatta a mettere da parte divisioni, difesa dell’orticello, invidie e gelosie, scoprendo quanto possa essere bello giocare “di squadra e da squadra”, vincendo insieme. Per un paesone come il nostro, dove è sempre stato meglio perdere tutti quanti piuttosto di veder trionfare il vicino, è un risultato straordinario.
Anche i più riottosi e recalcitranti dovrebbero essersene accorti che ha preso a spirare un vento diverso. Mai vista tanta nostra gente felice nelle vie e nelle piazze, trasformate in palchi per una proposta musicale quanto mai varia.
Persino il maltempo ha dovuto piegarsi: fantastico vedere la gente mangiare all’aperto senza lagnarsi per coperture mancanti, metter mano agli ombrelli e continuare a inforchettare, come se nulla fosse, croccanti “piemontesi” uscite dalla friggitoria della nostra Pro Loco. Piove? Che fa ?!, ci si copre e ricomincia la festa. Questo è stato lo spirito che ha albergato per due sere in una meravigliosa Caselle. Una Caselle che vorremmo sempre abitata da questo spirito: unita, collaborativa, capace di intuire un percorso.
SBAF è stato davvero un bel segno. Potrebbe essere un inizio. A patto che lo si voglia.