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giovedì, Maggio 1, 2025

    Rive droite, rive gauche

    Circa una decina di giorni fa l’edizione torinese del Corriere della Sera ha dedicato due pagine all’arrivo nel nostro territorio metropolitano di una pioggia di progetti tesi alla realizzazione di grandi “data center”: dopo emanazioni di Google che hanno già investito a Settimo, Rivoli e Moncalieri, ora tocca ad Avio, Asja, Leonardo, Ai4industry e Hines.

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    Hines ci tocca da vicino perché è una delle maggiori società immobiliari del mondo, ha acquisito Aedes – l’entità che, dopo vent’anni, ha cercato di creare sulle ben note Aree ATA un gigantesco centro, senza riuscirci – e ora si dice pronta a una conversione dei nostri terreni casellesi da prettamente commerciali a deputati a ospitare il primo “data center hiperscale” del Piemonte, un enorme deposito di dati e di calcolo pensato per lo sviluppo e le esigenze dell’intelligenza artificiale. Una robetta che porterebbe da noi un investimento da più di mezzo miliardo di euro.
    Proprio a poche ore da che avete questo numero tra le mani, la Conferenza dei Servizi del Piemonte ha esaminato per la prima volta il progetto riguardante l’enorme data center che potrebbe essere realizzato sulle ormai famigerate Aree Ata, che da più di vent’anni giacciono consunte da uno stucchevole tira e molla. Il nostro sindaco, intervistato a lato dell’inchiesta del Corriere, ha spiegato come la nostra Città “ abbia fatto i compiti a casa, perciò l’iter autorizzativo dovrebbe cominciare nel migliore dei modi”, non negando che ci siano ancora nodi da sciogliere come le compensazioni per il cambio di destinazione d’uso e l’invasione di alcuni terreni vergini, o il tema dell’acqua, delle impermeabilizzazioni di alcuni appezzamenti, dei lavori al canale scolmatore e all’energia da erogarsi, visto che necessiteranno non meno di 250 Megawatt.

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    Per il nostro sindaco c’è la convinzione che questa sia l’operazione che, finalmente, sancirà il nostro rilancio. Per parte nostra – come cittadini, intendo – se è lecito il dubbio dopo troppi aborti, se è lecita la preoccupazione per l’invasività data dalla creazione di enormi palazzoni adibiti a ospitare “cervelloni”, il pensiero recondito ma invadente è: se si deve fare, che lo si faccia in fretta, perché di tiritere non se ne può più, visto che ‘ sta storia delle Areee Ata va avanti dall’alba del nuovo secolo. Possibile che solo da noi l’iniziativa privata conosca tempi biblici? Vero è che stiamo parlando di realizzazioni estese su 150.000 mq, ma, accidenti, per il Canale di Suez ci misero 10 anni per farlo e per quello di Panama ne impiegarono sette, e senza i mezzi attuali.
    Perché fretta? Perché è ora di capire come potrà essere reinvestita sul nostro concentrico la pioggia di denaro derivante dagli oneri e dall’indotto creato dalla possibile opera.
    Fretta perché è innegabile che più di qualcosa da noi langua. Cammino da casa mia sino alla piazza e via Martiri non è un bel vedere.

    Recentemente ha chiuso il Carrefour e sulla “ rive droite” del Ventaglio non c’è che uno sbiadito ricordo. La “ rive gauche” non se la passa meglio ed è una litania di serrande chiuse. C’è necessità di rilanciare il nostro centro storico, di riprendere in mano alcuni dei vecchi progetti che il tempo ha sopito. L’idea che Caselle diventi, e questo giornale l’ha scritto più e più volte, come una ciambella con un bel buco vuoto in mezzo deve continuare a preoccuparci.
    Occorre un’accelerazione decisa e questa può arrivare solo da gettiti extra, pena veder mortificato il nostro futuro. Caselle merita altro.

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    Elis Calegari
    Elis Calegari
    Elis Calegari è nato a Caselle Torinese il 24 dicembre del 1952. Ha contribuito a fondare " Cose Nostre", firmandolo sin dal suo primo numero, nel marzo del '72, e, coronando un sogno, diventandone direttore responsabile nel novembre del 2004. Iscritto all' Ordine dei Giornalisti dal 1989, scrive di tennis e sport da sempre. Nel corso della sua carriera giornalistica, dopo essere stato collaboratore di prestigiose testate quali “Match Ball” e “Il Tennis Italiano”, ha creato e diretto “Nuovo Tennis” e “ 0/15 Tennis Magazine”, seguendo per più di un ventennio i più importanti appuntamenti del massimo circuito tennistico mondiale: Wimbledon, Roland Garros, il torneo di Montecarlo, le ATP Finals a Francoforte, svariati match di Coppa Davis, e gli Internazionali d'Italia per molte edizioni. “ Nuovo Tennis” e la collaborazione con altra testate gli hanno offerto la possibilità di intervistare e conoscere in modo esclusivo molti dei più grandi tennisti della storia e parecchi campioni olimpionici azzurri. È tra gli autori di due fortunati libri: “ Un marciapiede per Torino” e “Il Tennis”.

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