Il 7 febbraio scorso è mancato a Londra, dove risiedeva, Alexander Weatherson, presidente della Donizetti Society. La notizia è giunta inattesa per chi non avesse aggiornamenti recenti sulle sue condizioni di salute, perché Weatherson sembrava uno di quei vasi che, sia pur delicati e incrinati, sono destinati a durare in eterno. Da diversi anni il suo aspetto era di persona anziana e fragile, ma questo non gli impediva di frequentare i teatri lirici alla ricerca di rarità ottocentesche ‒ solo l’insistenza dei medici lo ha trattenuto, la scorsa estate, dall’andare al festival rossiniano di Bad Wildbad, nella Foresta Nera, per la ripresa moderna degli “Arabi nelle Gallie” di Pacini ‒, e di dedicarsi con profitto agli studi sul teatro d’opera. Quale poi fosse davvero la sua età non è noto con certezza, dato che sul tema era molto riservato: alcune biografie pongono la sua data di nascita nel 1930, ma persone ben informate assicurano che vada anticipata al 1927. Durante la sua lunga esistenza ha vissuto diverse vite, tre almeno, che si sono succedute intrecciandosi tra di loro. Dopo la formazione medica in psicologia clinica, si dedicò, tra gli anni ’50 e ’70, allo studio e alla pratica delle arti visive: frequentò la Royal Academy Schools e il Courtauld Institute di Londra, le sue opere (spesso influenzate da suggestioni musicali) furono esposte in sedi prestigiose come la Tate Gallery, e nel 1968 divenne docente di Belle Arti presso la Leeds Metropolitan University, dove tenne la cattedra fino al 1991. Oltre che artista e docente, divenne egli stesso “opera d’arte”: alcuni suoi ritratti fotografici, scattati da Ida Kar, sono visibili alla National Portrait Gallery di Londra.
A partire dagli anni ’70, una parte sempre più consistente del suo tempo è stata occupata dagli studi musicologici. Entrato con entusiasmo nella Donizetti Society londinese, da poco fondata, in breve ne divenne Chairman, ed Editor dei Journals e della Newsletter, incarichi mantenuti per tutta la vita (le pubblicazioni della Newsletter in forma cartacea si sono interrotte nell’estate 2022, ma il sito dell’associazione continua ad essere aggiornato regolarmente). Le sue competenze donizettiane, universalmente riconosciute, hanno fatto di lui un componente della commissione scientifica dell’Edizione Critica delle opere di Donizetti. Ma, al di là del suo amore per il musicista bergamasco, la curiosità e la passione hanno spinto Weatherson a occuparsi in modo particolare dei compositori meno noti del primo e medio Ottocento italiano, di cui ha patrocinato il valore e auspicato la riscoperta: nelle sue più di cento pubblicazioni si leggono, per citarne solo alcuni, i nomi di Carafa, Coccia, De Giosa, Lillo, Mabellini, Nini, Petrella, Vaccai. E un posto speciale nei suoi studi e nel suo cuore ha sempre occupato la figura di Giovanni Pacini, protagonista di numerosi articoli e di una monografia imponente e imprescindibile per qualsiasi studioso: mai pubblicata, per la poca fiducia nutrita in tarda età nei confronti dell’editoria, è interamente disponibile sul suo sito web http://alexander.weatherson.info.
Dopo aver rammentato le competenze e i meriti del professor Weatherson nel mondo artistico e culturale, non posso concludere senza ricordare il tratto umano di Alexander, che lo ha reso un prezioso consigliere e amico per chi lo ha incontrato sul proprio cammino di appassionato o studioso d’opera del primo Ottocento. La sua figura minuta, che poteva passare inosservata a prima vista, diveniva caratteristica e inconfondibile non appena si avesse modo di fare conoscenza con lui (come dimenticare la pronuncia marcatamente british di cui rivestiva i vocaboli italiani, in particolare “furioso” quando menzionava “Il furioso all’isola di San Domingo” di Donizetti). Ma, superato il primo contatto, si scopriva un uomo davvero affabile ed elegante, severo con le persone superficiali senza mai essere supponente, e sempre disponibile a dare una mano gratuitamente a chi si interessasse al melodramma cui lui aveva dedicato gli ultimi decenni della sua vita. Le ultime volte in cui gli ho fatto visita a Londra, nelle scorse due primavere, l’ho trovato affaticato ma sempre attento a informarsi su quanto avessi scritto e ascoltato di recente, e non ha tralasciato di farmi trovare uno spuntino e di lasciarmi un piccolo omaggio, con la cortesia del vero gentleman.
Questo mese al botteghino…
Le stagioni delle istituzioni musicali torinesi si sono concluse o volgono al termine. Si invitano i lettori a fare riferimento ai siti web per tenersi aggiornati sulla programmazione del prossimo autunno e su eventuali calendari estivi straordinari.
Unione Musicale: (https://www.unionemusicale.it/)
Filarmonica: (https://www.oft.it/it/)
Accademia Stefano Tempia: (https://www.stefanotempia.it/)
Polincontri Classica: (http://www.policlassica.polito.it/stagione)
Educatorio della Provvidenza: (https://www.educatoriodellaprovvidenza.it/) Il 21 giugno, per la rassegna “Legami indissolubili” organizzata da SmartOpera, ci sarà Il barbiere di Siviglia in versione “Opera Pop”, formula ideata da Luigi Orfeo che alterna canto e narrazione.
Orchestra Rai: (http://www.orchestrasinfonica.rai.it/) Il 14 e il 20 giugno ultimi appuntamenti della rassegna “Rai Orchestra Pops”, programmi brevi e orecchiabili ai confini della musica cosiddetta classica. Il 14 Andrés Orozco-Estrada dirige Pulcinella di Stravinskij e pagine di Alberto Ginastera. Il 20 David Giménez presenta una prima parte dedicata all’operetta viennese, seguita da pagine spagnole.
Concerti Lingotto: (https://www.lingottomusica.it/)
Teatro Regio: (https://www.teatroregio.torino.it/) Dal 21 giugno al 4 luglio Il trittico di Puccini, tre opere in atto unico (Il tabarro, Suor Angelica, Gianni Schicchi) nella stessa serata. Tra gli interpreti: Roberto Frontali, Samuele Simoncini, Elena Stikhina, Anna Maria Chiuri, Lucrezia Drei, Matteo Mezzaro. Dirige Pinchas Steinberg, regia di Tobias Kratzer.
Festival estivi: la maggior parte dei festival lirici italiani inizia dopo la metà di luglio. Fanno eccezione l’Arena di Verona, partita il 7 giugno, che in queste settimane mette in scena Turandot, Aida, Il barbiere di Siviglia e Carmen; e il Festival di Ravenna (attivo fino al 9 luglio), sempre più multidisciplinare ma privo di appuntamenti d’opera. Il 12 luglio inizia il Festival pucciniano di Torre del Lago, con l’inconsueto dittico Le Willis/Edgar. Per maggiori informazioni si suggerisce di consultare il web, tenendo presente, che, nel corso dell’estate, ci saranno importanti rassegne a Stresa, Macerata, Pesaro, Martina Franca. All’estero, tra giugno e luglio sono già attive diverse rassegne. Mi limito a citare alcune località dalle quali si potrà facilmente risalire ai siti web dei festival:12