Nel numero scorso abbiamo già accennato alla nuova sede del Comune, che presto verrà “beatificata”, raccontando alcuni episodi della vita di personaggi che hanno segnato la storia dell’istituzione, tanto cara ai casellesi per oltre quattro secoli. Qui cerchiamo di raccontare la figura di Giovanni Baulino che, con le sue iniziative, nel 1919 lasciò un’impronta indelebile, concedendo il suo nome all’Ospedale Santo Spirito, oggi maestosa sede della città dell’aeroporto.
Il 4 ottobre 1919, l’amministrazione dell’Ospedale di Caselle inviò una richiesta di mutuo alla Cassa di Risparmio di Torino, specificando:
“Il giorno 12 gennaio 1919 mancava in Torino il commendatore Giovanni Baulino, lasciando un testamento in cui si riporta la parte dispositiva: “Lascio a mia moglie Fanny Parena l’usufrutto vitalizio di tutte le mie sostanze e la proprietà del mobilio e di ogni cosa mobile che possiederò al momento del mio decesso, compresi gli oggetti preziosi, esclusi soltanto i valori. Nomino erede l’Ospedale Civile di Caselle Torinese, con la condizione che l’Istituto venga intitolato al mio nome e cognome in mia memoria e con l’obbligo di pagare la tassa di successione per mia moglie”.
L’inventario dei titoli ceduti in eredità all’Ospedale Civile, redatto il 19 gennaio 1919 dall’avvocato cav. Vallauri, comprendeva certificati nominativi e al portatore per un importo complessivo di circa 786.000 lire, oltre a un conto corrente di 57.000 lire, per un totale di 843.000 lire. Da questa cifra andavano però detratte le spese di successione, oltre ai costi per atti, messe funebri e lapidi necessarie per il cambio del nome dell’ospedale.
La richiesta di mutuo si rendeva necessaria perché, come riportato nella domanda, “l’ospedale non ha fondi disponibili per questi pagamenti, che non ammettono dilazione”. Tuttavia, il prestito non fu necessario: a Roma, infatti, qualcuno riuscì a vendere un certo numero di azioni, raccogliendo il denaro sufficiente per coprire le spese. Dai documenti d’archivio emerge però che si preferì attendere tempi migliori prima di liquidare tutte le azioni ereditate.
Cosa sia successo esattamente dopo non è del tutto chiaro. Probabilmente si aspettò troppo, oppure gli amministratori cambiarono. Fatto sta che, con ogni probabilità, la svalutazione di quegli anni finì per azzerare il valore dei beni ereditati dall’ospedale. Una vicenda che si potrebbe riassumere con: molto rumore per nulla.
La direzione dell’ospedale mostrò qualche perplessità nel cambiare improvvisamente il nome storico di “Santo Spirito”. Il compromesso raggiunto fu una nuova dicitura ufficiale: “Ospedale comm. Giovanni Baulino – Fondato nel 1600 dal capitano Aquilante Demonte, dedicato a Santo Spirito – 1919”.
Nella pratica, però, l’ospedale veniva semplicemente chiamato “Baulino”, prima, e “Casa residenziale per anziani del Baulino”, poi. Ma chi era davvero Giovanni Baulino?
Fin dal 1806, la famiglia Baulino risultava residente a Caselle, in Contrada Rivafredda 21 (oggi Via Bianco di Barbania 39/41). Era proprietaria dell’edificio che, nel 1501, aveva ospitato la prima sede dei Padri Servi di Maria: un convento con un grande orto recintato.
Tommaso Baulino, padre di Giovanni, era nato a Ciriè nel 1789 ed esercitava il mestiere di mercante. Analfabeta, si occupava principalmente del trasporto di stracci verso i cantieri. Ebbe numerosi figli, ma solo Giovanni seguì le sue orme nel commercio fino al 1858, anno in cui entrò in possesso della proprietà dei Bottione. Successivamente, espanse le sue attività a Venaria, Torino e Roma, ottenendo il titolo di commendatore.
Nonostante i suoi affari lo portassero lontano, Baulino tornava spesso a Caselle, anche per far visita alle zie Margherita e Angela, ricoverate nell’ospedale locale. Probabilmente furono proprio queste visite a far nascere in lui l’idea della donazione. L’ospedale di Caselle gli rese omaggio erigendogli un busto, mentre una sua effigie dipinta dominava, all’interno di una grande cornice dorata, la sala di rappresentanza.
Dal 1967, il Baulino cessò la sua attività ospedaliera, diventando una casa di riposo per anziani fino al 2011, anno in cui chiuse definitivamente. Al suo posto, in via Aldo Moro, venne costruita una nuova e più ampia struttura, denominata “Nuovo Baulino”. Oggi, la storica sede dell’ospedale sta subendo una trasformazione per diventare la nuova Casa Comunale di Caselle Torinese, recuperando così un pezzo di storia locale e restituendolo alla comunità.