Stimatissimo direttore,
la scomparsa di Carlin Succo ha toccato tutti. Come hai scritto tu, la sua perdita è proprio come la caduta di una “foglia dell’albero della nostra vecchia Caselle”.
Hai tracciato di lui un ritratto come meglio non si poteva, tuttavia vorrei qui aggiungere un aneddoto, simpaticissimo, che ho vissuto in prima persona. Come hai ricordato tu, direttore, il mondo dell’associazionismo era tutto suo, e infatti Carlin fu uno dei primi militi a porsi come volontario in Croce Verde.
Una sera di tanto tempo fa eravamo di guardia e lui arrivò a fare visita alla squadra di turno, e fra un “passarot” e l’altro, aveva portato con sé un sacco, veramente un sacco, di praline al cioccolato. Ce le offrì spiegandoci che sarebbero state tutte per noi. “Ma attenzione – avvisò – sono una dal sapore diverso dall’altra. Mangiatene quante ne volete, l’importante che poi, “vuiautri passarot”, mi compiliate un questionario e diate il vostro gradimento a ogni pralina. Come vedete, ciascuna è stata incartata in involucri dai colori diversi, perché non le confondiate.”
Spiegò ancora che si trattava di prodotti dell’azienda dove lui operava, la quale gli aveva chiesto questo tipo di indagine. Chi ti scrive, notoriamente ghiotto anzi ghiottissimo di dolci, ne mangiò tantissime di quelle praline. Erano cioccolatini rotondi, ripieni di un ampio ventaglio di gusti: vaniglia, crema, cioccolata… e rivestiti di varie granelle: nocciole, noci, mandorle, ecc. ecc.
Tutta la squadra, dopo essersi abbondantemente saziata, compilò diligentemente il questionario, indicando ognuno la propria preferenza. Sazi, felici e sorridenti, anche perché accompagnati dalle immancabili battute di Carlin, proseguimmo il nostro servizio per tutta la notte. Ricordo anche che in piena notte fummo chiamati per un’urgenza e al rientro dal servizio mi deliziai ancora di quelle praline, talmente erano buone.
Dopo alcuni mesi, Carlin, venne a riferirmi che la Ferrero aveva scelto proprio la pralina da noi prescelta e votata, pralina che mise in commercio nella carta dorata chiamandola: “Ferrero Rocher”.
Un onore per noi della Croce Verde, senza avere la presunzione di essere stati soli, sapere che Carlo ci aveva reso parte attiva di una campionatura di gusti e che i nostri vennero scelti per il definitivo lancio in grande scala della pralina più famosa del mondo.
Grande Carlin!