Ricostruzione grafica della facciata aulica con l’intero apparato decorativo originario
L’annuncio dell’ Ente Morale “ La Famiglia”
Con immenso orgoglio, il Consiglio di Amministrazione dell’Ente Morale Scuola Materna “La Famiglia, ETS” annuncia che sono iniziati i lavori di restauro conservativo della facciata interna del Castello Savoia – Carignano, edificio simbolo della nostra piazza cittadina e memoria viva della nostra comunità in quanto riferimento importante nel panorama dell’educazione locale.
Tra le mura del castello, generazioni di bambini hanno mosso i primi passi nella vita, costruendo sogni, amicizie e valori.
Il castello è, infatti, sede da oltre 150 anni della scuola materna “La Famiglia” che continua a pieno regime a svolgere la propria attività e che da alcuni anni ha arricchito la sua didattica con l’insegnamento immersivo della lingua inglese, diventando a tutti gli effetti una scuola materna bilingue.
Fiore all’occhiello del castello risulta però essere proprio la facciata che guarda il cortile interno e che conserva una magnifica decorazione ad affresco, purtroppo rovinata dal tempo, rara nel suo stile in tutto il Piemonte.
Ora, a fine marzo, sono stati finalmente avviati degli interventi di restauro di questa facciata interna che finalmente potrà tornare a splendere, non più oscurata dai ponteggi che fino a oggi sono stati necessari per preservarne lo stato e la sicurezza.
Questo edificio così storicamente importante per la nostra città ha però dei costi di manutenzione, conservazione e restauro molto onerosi ed è per questo che l’attuale Consiglio di Amministrazione ha deciso di chiedere il supporto di tutta la cittadinanza e di chiunque voglia contribuire affinché il “Castello Nostro” possa tornare al suo antico splendore.
A oggi il CdA è riuscito ad avere conferma di importanti contributi economici da parte di fondazioni private (Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT) e dal Ministero della Cultura tramite la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio ma questo non è sufficiente e pertanto è stata avviata una raccolta fondi a cui è possibile contribuire per aiutare a proteggere un bene comune che appartiene a tutta la comunità casellese.
Il CdA vi invita anche a visitare il sito www.scuolalafamiglia.it e seguire le pagine social di Instagram scuolamaternalafamiglia e Facebook Scuola Materna Paritaria “La Famiglia” per conoscere meglio la splendida realtà in cui vengono fatti crescere i bambini e, soprattutto, ci tiene a ringraziare fin da ora per la sensibilità e il supporto che ciascuno potrà offrire perché anche un piccolo gesto può fare una grande differenza!
La storia del castello
Per il visitatore, ma anche per i Casellesi, il castello di Caselle oggi è difficilmente percepibile, nonostante che il vecchio palazzo guardi direttamente la piazza centrale e sia sotto gli occhi di tutti.
In effetti il suo aspetto austero verso la piazza, con le facciate semplicemente intonacate, le persiane verdi e completamente privo di ogni decorazione (a parte il portoncino d’ingresso), ricorda più quello di un grosso palazzone residenziale che nulla lascia immaginare quanto nasconde al suo interno, soprattutto per quanto riguarda la magnifica facciata che guarda il cortile interno.
Le distruzioni, ricostruzioni e trasformazioni che si sono succedute nel corso dei secoli hanno lasciato pochissime tracce del turrito castello che fu dei Marchesi del Monferrato già nel secolo XII.
Nonostante questo l’edificio rappresenti oggi una importante testimonianza architettonica ed artistica, è di particolare pregio la facciata verso il cortile, un tempo interamente e raffinatamente decorata, che presenta ancora ampie tracce della decorazione a finto marmo, con riquadri di vari colori, ornati da diverse figure affrescate; un apparato decorativo nell’insieme molto complesso che conferiva all’intero palazzo un aspetto aulico e prezioso, e che rappresenta oggi un esempio quasi unico del periodo tardo rinascimentale nel Torinese.
Le origini
Le origini storiche del castello di Caselle possono essere ricondotte a quelle comuni a tutte le residenze dei feudatari comprese nei borghi fortificati nate nell’alto medioevo.
L’emergenza alto medievale del sito fortificato tutt’ora individuabile, delimitato a ovest e sud dal Canale dei Mulini (ora coperto, ma in cui scorre ancora l’acqua), e a est e nord dalla via Torino che un tempo era il canale che circondava la fortificazione, aveva originariamente una forma regolare arrotondata con strutture perimetrali a uso difensivo.
Sappiamo dai primi documenti che nel 1220 avvenne un “ affittamento a titolo di villania fatta da Guglielmo Ducco di Ciriè di un sedime posto nel castello di Caselle…” e che già nel secolo XII Caselle appartenne ai Marchesi di Monferrato che lo tennero sino alla dominazione dei Duchi di Savoia i quali lo eressero a sede marchionale.
Ma la famiglia sabauda non prediligeva particolarmente la residenza presso il castello di Caselle, tanto che già nel 1581 la dama Isabella De Grillet, vedova di Claudio di Savoia-Racconigi, in una lettera si lamentava del giardino posteriore del castello troppo angusto e piatto, contornato dalle case dei villici e suggeriva di infeudarlo a qualche cittadino benemerito anziché a persone di rango principesco.
Carlo Emanuele I investì poi il suo terzogenito Principe Tomaso di Carignano il quale, nel 1640, subinfeudò il castello al barone Pietro Filiberto di Castel D’Argento. Al lungo periodo di reggenza della famiglia Roncas seguirono infeudazioni alle famiglie Gaja, Marchisio, Del Carretto, ecc. fino al 26 settembre 1825 quando per concessione di Carlo Alberto venne dato in “affitto perpetuo” al suo maggiordomo conte Carlo Luigi Bianco di Barbania.
Il conte Bianco di Barbania, membro del Consiglio di Amministrazione del Comune, sollecitato dall’entusiasmo e dall’avanguardia culturale di Massimo D’Azeglio, contribuì e favorì la moderna istituzione delle scuole materne in Caselle, concedendo il 12 ottobre 1847 l’uso del primo piano per la creazione dell’asilo infantile nel suo castello; poco tempo dopo il 30 marzo 1872, per la necessità di ampliare l’asilo, concesse la proprietà di tutto il Castello Alto e Basso mediante il compenso di L. 22.000.
Il castello venne più volte demolito, ricostruito e ampliato, non sempre per motivi bellici, ma anche per seguire le trasformazioni e gli adeguamenti che le differenti epoche ed esigenze richiedevano.
Le differenti vicissitudini ed esigenze, comprese quelle viarie, fecero sì che il castello perdesse l’originario aspetto fortilizio e lo spazio posteriore, occupato originariamente da un fossato difensivo, tanto che nel XVII secolo venne trasformato in piazza (attuale piazza Boschiassi).
All’inizio del secolo XVIII era già stata fatta una vera e propria lottizzazione del castello, destinando ad “ospizio-ospedale” il settore sud-ovest.
La “torre piccola”, già fatiscente, posta sul lato ovest venne abbassata nella prima metà del Settecento, mentre il “Piano generale dell’alto e basso castello e adiacenze” redatto dal geometra Gio Carlo il 15 giugno 1872 ci mostra invece il complesso del castello dopo che venne destinato ad asilo, in cui si evidenziavano tutta una serie di strutture realizzate a servizio della scuola.
Internamente i saloni vennero adattati ad aule e all’inizio de XX secolo venne anche chiusa con una vetrata il portico aperto in modo da trasformarlo in corridoio chiuso che disimpegnava le aule.
La facciata aulica
Questa splendida facciata ovviamente non ha origini medioevali, ma venne realizzata in un periodo imprecisato tra la fine del Cinquecento e l’inizio del XVII secolo, quando il castello, persa ogni funzione difensiva, venne rimaneggiato e ampliato per trasformarlo in residenza per i suoi feudatari.
Le due facciate, di questa manica a “L”, sono praticamente simmetriche, composte ognuna di tre campate a tre ordini sovrapposti con il piano terra che originariamente era un porticato aperto, chiuso poi da vetrate in ferro solo nel secolo scorso.
Al piano terra le ampie arcate, a tutto sesto, sono intervallate da pilastri con parastre decorate con delle finte scanalature dipinte a imitazione del marmo, che poggiano su un alto zoccolo mentre sopra terminano con un capitello realizzato in cotto, su cui corre una fascia marcapiano simulante un’architrave decorata con fregi alternati dipinti a trompe-l’oeil tra cui spiccano una testa di bue, un sole e una ruota dorata.
L’ordine superiore che segna il primo piano è anch’esso suddiviso da parastre come al piano terra, dove le basi e i capitelli sono realizzati in cotto, mentre le lesene sono in muratura intonacata, sempre dipinta con finte scanalature.
Tra esse vi sono le finestre incorniciate da una lesena terminante in capitelli rostrati che sostengono la trabeazione realizzati in cotto che presentano una decorazione superficiale a squame, che in alcuni di essi si è conservata perfettamente.
Gli architravi delle finestre sono a loro volta sormontati da una specie di cappello rettangolare aggettante con al centro affrescati altrettanti stemmi nobiliari, di cui solo due si sono conservati, e uno risulta appena leggibile.
L’ultimo ordine, corrispondente al secondo piano, è quello che presenta le decorazioni più preziose con una serie di figure dipinte a colore monocromo color ocra, tipo statue marmoree, che rappresentano figure femminili sulla facciata verso est e figure maschili sulla facciata verso sud.
I personaggi rappresentati a figura intera sono tutti in posizione statuaria classica, in piedi e pose austere, e vestono abiti dell’antico mondo classico: antichi guerrieri per quanto riguarda le figure maschili, mentre le donne sono in atteggiamenti diversi.
Le cornici di questo piano sostengono la pantalera aggettante realizzata con mensole in cotto e lastre di pietra poi intonacate e dipinte a gocce bianche che poggiano su una serie di triglifi in cotto alternate a metope, con una cornice finale decorata con un particolare fregio simile a un’onda detto tecnicamente a “cancorrente”.
Le facciate presentano ancora ampie tracce della decorazione a finto marmo, con riquadri di vari colori, che originariamente ricopriva interamente la superficie; un apparato decorativo nell’insieme molto complesso che conferiva all’intero palazzo un aspetto aulico ma prezioso, per ben rimarcare la potenza dei suoi proprietari.
L’intervento di restauro
1° lotto – Messa in sicurezza della facciata
Tutta la facciata “aulica” prospiciente il cortile si presenta attualmente con numerose parti dell’intonaco, su cui è presente lo strato pittorico, in fase di distacco. Le figure affrescate all’ultimo piano si presentano anch’esse con un degrado avanzato, tanto che in diverse parti ormai il disegno pittorico è andato perso.
Il cornicione sottotetto è sicuramente la parte più degradata, che presenta ormai diverse parti pericolanti, con parti lapidee e mattoni in fase di distacco.
Il progetto di restauro prevede una prima fase di messa in sicurezza della facciata, atta a preservare le parti in pericolo di caduta, quali frammenti di intonaco, pellicola pittorica, cornici in aggetto ed elementi in laterizio. Tali lavorazioni, propedeutiche all’intervento di restauro conservativo complessivo, garantiranno il recupero di quanto, sebbene degradato, potrà essere recuperato e riportato in luce in una successiva fase di restauro.
Comunque l’intenzione dell’Amministrazione dell’Ente, una volta terminata la messa in sicurezza, è quella di avviare subito dopo la fase di restauro vero e proprio della facciata, che potrà essere eseguito anche a lotti successivi, in funzione del progressivo reperimento dei fondi necessari.
“Un appello speciale per il futuro del nostro castello “
Il nostro castello, che ospita l’asilo Scuola Materna La Famiglia ETS ha bisogno del vostro aiuto.
La struttura, che è un simbolo storico e culturale della nostra comunità, necessita di urgenti lavori di ristrutturazione per garantire un ambiente sicuro e accogliente e per poter essere nuovamente ammirato in tutto il suo splendore.
Per questo motivo, stiamo lanciando una raccolta fondi per sostenere i lavori di restauro della facciata principale e i successivi lavori che ci siamo prefissati.
Ogni contributo, grande o piccolo che sia, sarà fondamentale per raggiungere il nostro obiettivo.
I fondi raccolti saranno utilizzati per:
migliorare la sicurezza della struttura
restaurare la facciata
riportare il cortile alla bellezza originaria
realizzare altri lavori di restauro del castello e dei suoi locali, dal cantinato al tetto.
Aiutateci a garantire un futuro luminoso al nostro castello!
Donate ora e condividete questo messaggio con i vostri amici e famigliari.
Grazie per il vostro sostegno!
Un ringraziamento alla Compagnia di San Paolo, alla Fondazione CRT, e al Ministero della Cultura tramite la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio che hanno prontamente sponsorizzato per una grossa parte la nostra iniziativa, valutando questa operazione di restauro molto interessante e prioritaria sul territorio piemontese.
L’Ente Morale Scuola Materna La Famiglia ETS è un ente del Terzo Settore regolarmente iscritto al RUNTS, è quindi possibile dare il proprio supporto tramite un’erogazione liberale detraibile da effettuarsi tramite bonifico bancario alle seguenti coordinate bancarie IT14P0329601601000067359173, ma anche indicando il codice fiscale 83003710015 per destinare il proprio 5 per mille.
Un contributo può essere dato anche attraverso una colletta creata su Satispay, semplicemente inquadrando il presente QRcode ed indicando l’importo prescelto.