Sebastien Mattioli, intagliatore di pipe

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L’articolo di questo mese, della nostra rubrica Piazze Amiche, ci arriva da Gualdo Tadino, cittadina umbra con poco meno di quindicimila abitanti. Proprio come Caselle. E come Caselle, anche Gualdo Tadino ha un suo giornale, che, prendendo spunto dal nome del monte che sovrasta la cittadina, titola Il Nuovo Serrasanta. Una testata che esce con cadenza mensile, su 32 pagine, proprio come il nostro. Ringraziamo il suo Direttore, Riccardo Serroni, per il permesso di ripubblicazione.

Intervista a Sebastien Mattioli, intagliatore di pipe                   di Luca Fazi

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Intagliatore di pipe: sembrerebbe un’attività appartenente alle tradizioni del passato, ma a Gualdo Tadino, grazie al giovane artigiano Sebastien Mattioli, è un mestiere di oggi. Sapienti mani che creano passo dopo passo, con cura e dedizione, ciò che precedentemente viene ideato e disegnato dall’artista.

L’arte di costruire pipe è insolita per un trentenne. Come ti sei avvicinato a questo mondo?

“È certamente un genere particolare, me ne rendo conto, ma dico sempre che la scelta è stata figlia della creatività, così come della voglia di conoscere, e quando vieni colto dalla passione la questione anagrafica passa del tutto in secondo piano. A casa avevo notato la pipa di mio nonno, una Pierre Cardin 441, e ho pensato che sarebbe stato bello cercare di costruirne alcune… Così mi sono dato da fare! Ho provato ad affinare le tecniche, applicandomi costantemente da autodidatta e rubando qualcosa con l’occhio, come si dice in certi casi, a chi era già esperto in questo settore di nicchia.

Poi ho fatto un tirocinio a Fabriano, collaborando in un laboratorio artigianale dove ogni prodotto viene realizzato a mano e alla fine si è dato vita ad una start-up. Il nostro territorio ha bisogno di ritrovare l’identità dal punto di vista lavorativo e questo può arrivare anche con la riscoperta e valorizzazione delle nostre tradizioni. In aggiunta, la città marchigiana nel 2019 ha ospitato la tredicesima edizione dell’Unesco Creative Cities Conference e aver partecipato, esponendo alcune mie opere, è stato motivo d’orgoglio oltre che una grande opportunità”.

Quali materiali usi e come avviene la lavorazione?

“Ci tengo a sottolineare che tutti i materiali utilizzati sono a chilometro zero, figli del nostro meraviglioso Appennino Umbro. Utilizzo legno di radica, che deve rispondere a determinate caratteristiche. Una volta eliminato lo scarto rimane ben poco materiale, quindi è facile intuire quanto siano preziosi e ricercati certi prodotti. Il legno poi viene tagliato, diviso in cubi, levigato e forato per creare il fornello dove sarà messo il tabacco. Proprio nei processi iniziali va prestata particolare attenzione, soprattutto per ricercare il riflesso giusto e far risaltare dunque le venature che di fatto daranno originalità ed estetica alla pipa. L’aggiunta del bocchino e la lucidatura sono le fasi finali”.

Quali sono gli strumenti che usi? Quanto tempo occorre per costruire una pipa?

“Certamente strumenti comuni e reperibili senza problemi. Si va dalla sega a nastro alla levigatrice. Non amo invece utilizzare il tornio, in quanto toglierebbe l’artigianalità al prodotto. Per quanto concerne il tempo impiegato è variabile in base a diversi fattori, ma tieni presente che in una giornata riesco a crearne una”.

Che cosa ami maggiormente di questo mestiere?

“Beh, ci sono svariati aspetti che andrebbero evidenziati e forse le parole per descriverli non saranno mai del tutto esaustive. Lavorare il legno è meraviglioso, ti permette di sviluppare le tue idee con qualcosa di vivo e che a mano a mano prende forma. Poi senza dubbio l’unicità: ogni pezzo è esclusivo ed ha le proprie peculiarità, che non combaceranno mai con un altro. Non esiste una produzione in serie. Disegno su carta la sagoma che vorrei realizzare ma il bozzetto non è legge e fino alla fine non sai mai come si presenterà nel dettaglio.

L’intagliare pipe è nato come un hobby che mi ha coinvolto sempre di più, tentando di trasformarlo in un lavoro anche se non è semplice. Le persone si stupiscono quando mostro i pezzi di radica dai quali ha inizio tutto e molti rimangono sorpresi nel vedere poi la lavorazione. Per questo sarebbe bello coinvolgere pure i bambini delle scuole, portandoli così a conoscenza di un mestiere antico e affascinante, affinché non si perda poi questo tipo di artigianalità. Come su molte cose, vedere con i propri occhi non è paragonabile al semplice sentito dire”.

Chi sono i maggiori acquirenti di pipe?

“Occorre distinguere in base al paese preso in esame. In Italia le richieste arrivano principalmente dagli anziani e ben poche sono quelle dei giovani. La tendenza cambia nel resto d’Europa, dove chi acquista pipe solitamente appartiene sempre ad una fascia d’età avanzata ma il numero di estimatori tra i giovani non è di poco conto”.

Il nostro Paese è un’eccellenza nel settore delle pipe?

“Assolutamente sì! Abbiamo marchi celebri che attraversano lo stivale da Nord a Sud come Savinelli e Amorelli, passando per la Mastro de Paja nel pesarese e molte altre ancora. I loro prodotti hanno ovviamente un’ampia scala di prezzi e si possono trovare senza fatica anche a 600-700 €”.

Dove possiamo ammirare invece le tue creazioni?

“Sono attivo nei social con la pagina Facebook Mattioli Sebastien Pipe e su Instagram con l’account @sebastien_mattioli. In questi spazi carico diverse foto delle mie realizzazioni, nella speranza che vengano apprezzate e raggiungano un vasto pubblico”.

Grazie mille Sebastien per la tua disponibilità e buona fortuna per tutto!

“Grazie di cuore e grazie a voi per l’intervista”.

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