Il 12 luglio del 1989 Papa Giovanni Paolo II si recò in Valle d’Aosta per una breve vacanza e venne accolto all’aeroporto “Pertini” di Caselle, prima di essere trasportato in elicottero a Les Combes, dalle più alte autorità regionali e di Torino e da Giorgio Aghemo, medico chirurgo, prematuramente scomparso il 14 agosto 2023a 71 anni, allora di sindaco di Caselle Torinese, che portò al Santo Padre il saluto sincero di tutti i casellesi. L’incontro lo vediamo nella foto scattata dal fotografo ufficiale dell’Osservatore Romano.
Il pontefice Karol Wojtyla, polacco, allora 69enne, 264° Papa della Chiesa cattolica, un Papa planetario per 27 anni, si recava in Val d’Aosta, esattamente a Les Combes, per una breve vacanza, lasciandosi alle spalle il caldo della capitale. Una volta i papi andavano a passare l’estate nei castelli romani, a Castelgandolfo, a qualche chilometro dalla città, in una splendida posizione ma poco alta, 426 metri, meno di Lanzo.
Papa Giovanni Paolo II disse del posto dove andava in vacanza che: “Ogni volta che ho la possibilità di recarmi in montagna e di contemplare questi paesaggi, ringrazio Dio per la maestosa bellezza del creato. Lo ringrazio per la sua stessa bellezza di cui il cosmo è come un riflesso, capace di affascinare gli animi attenti e di spingerli a lodarne la grandezza».
Il posto del Papa: Les Combes
“Il villaggio di “Les Combes”, situato su un contrafforte morenico lungo la valle centrale, tra i comuni di Introd ed Arvier, offre uno spettacolo di rara bellezza. Da qui la vista spazia dal Monte Bianco, con in evidenza il Dente del Gigante e le Grandes Jorasses, al massiccio del Monte Rosa, passando per il Ruitor, l’Emilius, la Becca di Nona e il Mont Falère. Questi splendidi panorami sono altrettanti inviti a percorrere i sentieri che si snodano tra pascoli e boschi, e a godere della quiete della natura.
Per dieci volte, a partire dal 1989 al 2004, Giovanni Paolo II scelse per il suo periodo di riposo estivo la Valle d’Aosta nel piccolo paesino di Les Combes. Il Consiglio Comunale di Introd, nel 2004 in onore del Santo Padre, decise di denominare “Le Plan-du-Saint-Père” il luogo dove il Santo Padre trascorse le sue vacanze e dove si sono svolti gli Angelus. Questo luogo è immerso nel verde e comprende lo spiazzo davanti alla colonia salesiana, vicino alla residenza del Pontefice.
Durante le sue vacanze, Giovanni Paolo II alternava rilassanti escursioni a intensi momenti di preghiera e di riflessione, favoriti dalla quiete del luogo e dalla discrezione degli abitanti. Sovente il Papa, durante le sue escursioni, incontrava delle persone; generalmente pastori o residenti, a volte turisti. Per tutti c’era una parola buona, un sorriso, una benedizione e a volte un rosario in dono.
Anche Benedetto XVI, riconfermando le scelte del suo predecessore, scelse Les Combes come luogo di riposo e preghiera. Il Santo Padre soggiornò qui nel 2005 e nel 2006. Amante della meditazione, Papa Benedetto XVI trovò nella sua dimora estiva un rifugio ideale per la lettura e la preghiera. Qui poté anche esercitarsi nella sua passione giovanile, la musica, suonando il pianoforte messo a disposizione dall’Amministrazione Comunale.
Stralcio del discorso di Giovanni Paolo II ai giovani della Val d’Aosta
durante l’incontro di preghiera a Les Combes di Aosta nel luglio del 1989
“Preparandoci alla benedizione conclusiva di questa nostra preghiera, preghiera sinodale per introdurre il sinodo diocesano della diocesi di Aosta, vorrei fare una breve riflessione sulla circostanza in cui questa nostra preghiera ha luogo. Ecco, la Val d’Aosta, ecco le montagne, le Alpi. In queste montagne tante persone, persone di questa terra, Italiani, ospiti di altre terre di diverse nazionalità, tutti vengono qui. Vengono con una speciale sfida. Le montagne sono una sfida. Le montagne provocano l’uomo, la persona umana, i giovani, e non solamente i giovani, a fare uno sforzo per superare se stessi. Ciascuno di noi potrebbe camminare sulle strade, sulle piazze delle nostre città con tutte le comodità, e viaggiare, perché oggi camminare vuol dire sempre di più usare un veicolo. Invece qui nelle montagne si viene per trovarsi davanti a una realtà geografica che ci supera e ci provoca ad accettare questo superamento, a superare noi stessi. Superare noi stessi. E si vedono questi camminatori, si vedono questi turisti, questi alpinisti, questi scalatori qualche volta eroici che, seguendo la parola tacita, la parola maestosa, l’eloquenza perenne delle montagne, camminano, scalano superando se stessi per arrivare alle vette molte volte tra difficoltà, molte volte con una speciale tecnica alpinistica. Ecco la Val d’Aosta, la vostra regione, la vostra patria ci parla di questo grande problema umano: superare se stesso”.
Che commozione rivedere Giorgio Aghemo che da la mano ad un Grande Papa.
Ciao Giorgio, mi dispiace non averti conosciuto meglio.