La storia finita

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Finalmente, dopo più di due mesi di assenza, è tornato il Consiglio Comunale. Un Consiglio lungo e dibattuto, ma che ha avuto poco di concreto e di davvero utile per la città. Ad esempio, con tutti i problemi evidenziati durante le interrogazioni, il punto che ha avuto la discussione più intensa è stato quello sulla revoca della cittadinanza a Mussolini. Possiamo dire che è stata una cosa inutile? Che fondamentalmente a nessuno porta vantaggio questa cosa? Che la politica, e quindi il Consiglio, dovrebbero discutere e risolvere problemi concreti dei cittadini? Che la storia deve rimanere come monito e non può essere cancellata con atti puramente simbolici?

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Infatti nelle interrogazioni che ho posto ho evidenziato come al solito fatti concreti e problemi reali, che i cittadini provvedono a segnalarmi.

Il pasticciaccio delle Case Cit ha quindi avuto un seguito. Sindaco ed assessore continuano sulla loro linea. In pratica da un lato promettono una Commissione apposita e promettono anche appoggio  ai cittadini che si sono visti recapitare le famigerate (e spesso farlocche) lettere  di morosità, dall’altro purtroppo nei fatti continuano a sostenere che i cittadini devono difendersi da soli. Non parlano mai della prescrizione di molte somme dovute, né degli errori contenuti nelle lettere del Cit. E questo è molto strano. Anzi, per i vari problemi strutturali che quegli stabili hanno,  arrivano addirittura ad accusare gli inquilini… dovranno poi spiegare che responsabilità hanno gli inquilini sui vari allagamenti  che da sempre affliggono quel complesso di case, ad esempio, oppure sulle crepe strutturali ben visibili. Evidentemente gli inquilini non possono essere accusati di nulla, visto che ci sono stati errori di progettazione e costruzione madornali. A cui si aggiunge una scarsissima manutenzione da parte dell’Ente. Che colpa ne hanno i cittadini?

Prosegue intanto il servizio di tutela legale attivato appositamente per gli inquilini Cit dal Gruppo Caselle Futura in collaborazione con lo studio Cassia. Molti ne stanno usufruendo, e fortunatamente alcune situazioni sono state risolte. Una sola domanda: ma chi deve controllare, in questa vicenda come in moltissime altre, a Caselle sta sempre guardando altrove?

Passiamo al nostro centro storico. Sta peggiorando ulteriormente. Vi sono bidoni dei rifiuti abbandonati  anche nei giorni non dedicati alla raccolta, e occupano marciapiedi e passaggi pedonali. Molte attività hanno chiuso oppure sono in sofferenza. Ovunque vi sono stabili fatiscenti: piazza Garambois, ad esempio, o Via Roma. La pulizia non è sufficiente. Ma soprattutto la vecchia stazione ha ormai raggiunto il punto di non ritorno. Non si sa cosa farne. Hanno iniziato a fare un sondaggio tra la popolazione. Nel sistema più macchinoso possibile: vai in Comune, prendi il modulo, compilalo e poi riportalo a protocollare. Ecco, hanno risposto in dodici. Su 10 mila potenziali, un po’ poco. E l’edificio rimane lì, in attesa del suo destino che pare ormai segnato. Forse è meglio così. Una città che non sa valorizzare la propria storia merita di vivere tra le macerie.

Eppure quando c’è da approvare varianti al piano regolatore per costruire nuovi palazzi si sbrigano molto di più. Chissà come mai.

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