Pensavamo di aver raccontato, tramite questa rubrica “Medico Nostro”, tutti i fattori di rischio cardiovascolare noti: fumo, alimentazione, sedentarietà, obesità, droghe, alcol, stress, insonnia, alti valori di pressione, glicemia e colesterolo. Oggi dobbiamo aggiornare questa lunga lista in quanto gli studi scientifici hanno dimostrato che le placche aterosclerotiche che si formano nei nostri vasi sanguigni contengono molta plastica, o meglio, delle microplastiche la cui presenza raddoppia il rischio di andare incontro a infarto, ictus ed a morte per qualsiasi causa. Le microplastiche causano infatti una infiammazione dei tessuti, con conseguente indurimento e restringimento dei vasi, favorendo lo stress ossidativo, la disfunzione endoteliale, la formazione della placca e l’ostruzione del vaso, con conseguente ischemia del territorio irrorato che può significare malattia o morte.
Le microplastiche sono state riscontrate non solo nei vasi, ma anche in numerosi altri organi ed apparati: nei polmoni, in particolar modo nei soggetti esposti ad elevati livelli di inquinamento atmosferico, e nel tratto gastroenterico ed urinario in seguito ad assunzione di queste plastiche tramite cibi e bevande. Gli studi ci dicono che ogni persona ogni mese introduce nel proprio corpo una quantità di plastica pari a quella di una bottiglietta di plastica o di 8 palline da ping-pong (20 grammi). Impressionante vero?
Possiamo fare qualcosa, come singoli, per introdurre un minor quantitativo di plastica nel nostro corpo? Se alcune risposte potrebbero essere scontate, come ad esempio evitare di fare attività fisica in prossimità delle aree più trafficate, prediligendo i parchi, altre invece potrebbero essere meno intuitive. Ad esempio i farmaci e gli integratori che assumiamo contengono differenti quantità di microplastiche a seconda della loro formulazione: si trova infatti un maggior quantitativo di plastica nelle capsule e nelle compresse rispetto alle bustine ed agli sciroppi. Inoltre alcuni farmaci, ad esempio le fiale per l’aerosol, sono contenuti in fiale di plastica ed altri in fiale di vetro. Oggi inoltre esistono farmaci che contengono al loro interno più principi attivi nella stessa formulazione come ad esempio statine, antipertensivi ed antiaggreganti. Tali formulazioni permettono di ridurre il numero di compresse giornaliere, riducono il rischio di errori soprattutto negli anziani che ne devono assumere molte, aumentano l’aderenza alla terapia e, appunto, potrebbero ridurre la quantità di microplastiche assunte giornalmente. Ovviamente però la decisione spetta al proprio Medico di Famiglia che terrà in considerazione anche altre variabili. Altri consigli per ridurre le plastiche sono: evitare di utilizzare bottiglie, posate, bicchieri e piatti di plastica, lavare bene la frutta e la verdura preferendo sempre quella fresca e di stagione a km0, preferire prodotti freschi e sfusi e non confezionati in plastica, preferire il caffè della moka a quello in capsule, evitare prodotti cosmetici con microgranuli, preferire vestiti in cotone, lana e lino invece delle fibre sintetiche come poliestere e nylon che rilasciano microplastiche durante il lavaggio ed infine preferire i detergenti ecologici. È importante informarsi sui corretti stili di vita ed avere di conseguenza anche una maggiore sensibilità ambientale.
I nati tra il 1965 ed il 1980 (“generazione X”,.), come affermato dal recentissimo studio dal titolo “Cancer Incidence Trends in Successive Social Generations in the US” hanno una maggiore incidenza di tumori rispetto a qualsiasi generazione precedente verosimilmente correlabile ad uno stile di vita non corretto. Esserne consapevoli potrebbe aiutarci a modificare il nostro stile di vita?
Microplastiche: un nuovo fattore di rischio cardiovascolare
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