A che Santo votarsi

Gli ex-voto dei marinai bretoni

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La Bretagna, magica regione a nord-ovest della Francia dove ho trascorso alcuni giorni di vacanza, basa parte della propria economia sulla pesca. E i marinai bretoni, per svolgere il loro mestiere, sono ben consapevoli di quanto siano turbinose e pericolose le correnti in quella porzione di oceano Atlantico. Non esiste chiesa, grande o piccola, che non conservi almeno un ex-voto quale manifestazione di profonda devozione degli uomini di mare, quale ringraziamento per la grazia ottenuta a seguito di un naufragio, di uno scampato pericolo e che comunque ci ricorda la vulnerabilità dell’uomo difronte alla natura.
Pare che i primi ex- voto risalgano agli antichi popoli del Mediterraneo, i quali offrivano statuette in argilla o pietra alle divinità del mare e che gli atleti e i guerrieri depositassero nel tempio le corone vinte o le armi dopo i combattimenti. L’eroe greco Agamennone fece scolpire una nave sulla parete del tempio consacrato a Poseidone, sull’isola Eubea, per ringraziare gli dei per aver favorito l’ armamento della sua flotta per dirigerla verso Troia. Il poeta latino Orazio in una delle sue Odi scrisse di tavolette votive che commemoravano i sopravvissuti di un naufragio che, in segno di ringraziamento, appesero quello che restava dei loro abiti all’interno di un tempio dedicato a Nettuno. Comunque gli ex-voto più antichi sono conservati in Italia nei santuari de La Madonna del Monte a Cesena, La Madonna dell’Arco (o del Carmine) a Napoli, San Nicola a Bari.
La varietà degli ex-voto è piuttosto ampia, ma possiamo tipologicamente classificarli in tre grandi gruppi: quella degli oggetti/souvenir direttamente legati al miracolo ricevuto (abiti, protesi, attrezzi, oggetti ingeriti da bambini, armi, catene di detenuti, ecc.); quella degli oggetti che ricordano parti anatomiche (realizzate in legno, metallo, cera e talvolta racchiuse in piccolo teche); quella degli ex-voto definiti “scenici” composta da disegni, dipinti su vari supporti (vetro compreso), tessuti ricamati, mosaici, fotografie, che raccontano attraverso immagini il miracolo e le relative circostanze.
Gli ex-voto sono, oggi per noi, anche una “fotografia” degli usi e costumi delle varie epoche e sono strettamente legati alle differenti tradizioni locali, anche nel modo di impaginare e comporre “il quadro”: ad esempio in Italia le immagini –oggetto della grazia- sono poste in primo piano, sono enfatizzate, ricche di particolari, di colore; in Francia i dettagli della scena servono a rafforzare l’effetto decorativo; mentre in Germania la composizione è simmetrica, occupata principalmente da leggende e iscrizioni.
Descrivere i soggetti sarebbe quasi impossibile, vista la loro moltitudine; però possiamo riassumere quei “ringraziamenti” fatti dai marinai, come legati alle loro navi (battaglie navali), alle manovre (il pericolo delle correnti vicino alle coste), ai rischi del mestiere che descrivono di incidenti a bordo, di uomini caduti in mare.
I loro ex-voto non modificano e deformano la realtà, ma danno un’esatta immagine dei pericoli del mare e delle impressionanti manifestazioni della natura: temporali, uragani, trombe d’aria, fuoco di Sant’ Elmo (cioè la presenza di elettricità nell’atmosfera: sono lampi blu che durano pochi secondi e compaiono prima dei temporali nei pressi degli alberi maestri delle navi). Anche le coste bretoni sono costellate da chiese che conservano ex-voto realizzati dagli stessi marinai: sono delle piccole flotte di modelli che navigano appesi alle volte o che veleggiano su calme mensole, talvolta fedeli alla realtà, talvolta di fantasia. I modelli per lo più in legno, grandi, piccoli, mezzo scafo, racchiusi in bottiglia, sono capolavori di pazienza, costruiti magari sulla nave, in momenti di mare calmo, o quando il pescato è nella stiva.
Nella chiesa parrocchiale di St. Guenolè, sull’isola bretone di Séine, sono custoditi due ex voto di due differenti epoche: un modellino di veliero donato da un armatore ad inizio Novecento e una statua in ceramica, datata 2014, raffigurante un marinaio nell’atto di offrire una barca con la scritta “Ricordo del naufragio”, a testimoniare l’immutata devozione della gente di mare.

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