Sabato 16 marzo, alle ore 8.34, sulla banchina del binario 1 della stazione di Caselle Torinese ha avuto inizio l’uscita culturale organizzata dalla Pro Loco con meta Racconigi. Una giornata voluta da Paolo Ribaldone, che ha curato ogni dettaglio, per promuovere l’utilizzo del treno come mezzo di trasporto. Ricordiamo che Racconigi (come anche altre mete come Fossano, Bra o Alba) sono dal 20 gennaio raggiungibili da Caselle con un treno ogni ora, senza necessità di cambi intermedi.
A darci il benvenuto a Racconigi, con il loro volo, le caratteristiche cicogne bianche che nidificano sulle cuspidi della Margarìa e sui comignoli del castello. Per proteggerle e favorire le loro migrazioni, non lontano dal parco del castello è stato creato un centro LIPU, un habitat ospitale dove le cicogne ricevono anche le cure mediche.
La guida turistica in loco è stata affidata a Silvia Carena, racconigese di nascita, che ha guidato il gruppo a scoprire i segreti del Castello e del centro storico cittadino. Silvia ha trasmesso con competenza e coinvolgente entusiasmo la sua passione per le residenze sabaude e la storia dei Savoia, facendo scaturire diverse domande. “La prossima volta che verrò chiamata come guida turistica alla Reggia di Venaria, prenderò anche io il treno”, così ci saluta lasciandoci all’ingresso del Museo della Seta.
Non si può parlare di Racconigi e della sua storia senza citare lo stretto legame che, fin dai tempi più antichi, è intercorso tra la città e l’arte serica. Il Museo della Seta è allestito nell’ex Convento delle Clarisse nel centro storico di Racconigi e racconta, a partire dalle origini risalenti al 1400, la costruzione delle 40 Fabbriche Magnifiche con i loro 4000 dipendenti e tutta la filiera legata all’allevamento del baco da seta.
Il castello reale di Racconigi sorge a 34 chilometri a sud del Palazzo Reale di Torino. Nel corso della sua quasi millenaria storia ha visto numerosi rimaneggiamenti. Dal 1997 fa parte delle Residenze Sabaude ed è compreso nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO. Prima del COVID il Castello di Racconigi vantava circa 130 mila visitatori all’anno.
In origine era un classico castello medievale nato sulle macerie di un monastero. Nel 1676 Guarino Guarini eseguì la prima completa trasformazione della fortezza. Con l’avvento al trono di Vittorio Emanuele III nel 1901 il castello venne dotato anche di impianti idrici e di energia elettrica, con un nuovo sistema d’illuminazione lungo tutta la cinta muraria del parco. In base alle nuove esigenze della famiglia reale vennero ammodernati molti locali del castello, tra cui l’appartamento dei sovrani al secondo piano. Qui, alle 23:15 del 15 settembre 1904, nacque l’ultimo re d’Italia Umberto II.
Le cucine dell’ala di levante furono un vero e proprio esempio di modernità: provviste di una vasta gamma di stoviglie, stampi, attrezzi, acquai in marmo, due grandi cucine a legna, le cosiddette “potaggiere”.
Il castello si affaccia a nord verso un imponente parco alla francese di circa 170 ettari, delimitati da un muro di cinta lungo in totale 6 km. Alla fine del Seicento il parco appariva secondo il rigore geometrico conferitogli dall’architetto francese André Le Nôtre, medesimo autore dei giardini della reggia di Versailles. Premiato come parco più bello d’Italia nel 2010, attualmente necessita di lavori di manutenzione ed è visitabile solo nel primo anello.