Salvo la palla con la neve

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VenticinqueGocce2WebDi questi tempi la tentazione per la letterina a Babbo Natale è forte: la fanno praticamente tutti prima o poi, sui quotidiani, o alla tv in prima serata, come la Littizzetto, ogni anno, tanto da farmi dire basta, non ti sopporto più. Tanto da farti stare sullo stomaco un Natale che inizia praticamente ad Ottobre: con i centri commerciali addobbati per l’occasione ancora tanto lontana e tu che nostalgico pensi al Natale da bambino. Durante il Cretaceo.

L’avevo iniziata. Poi ho buttato tutto nel cestino: le solite frasi benauguranti per il nuovo anno,  e i doni sotto l’abete, le richieste di pace e bontà per tutti, mentre si cammina tra i mercatini di Natale. Le ultime due irrealizzabili. Non facciamoci illusioni.

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Apro una parentesi: io odio i mercatini. Quelli di natale li bombarderei: sono esposte cose di un brutto che solo lo spirito della festa non ci lascia vedere! Salverei le palle che se le giri viene giù la neve; anzi, una di quelle me la compro, la trovo carina. Per il resto è cineseria dal dubbio gusto che in casa non vorrei mai. Solo che a volte devi cedere: se la tua lei o il tuo lui te lo chiede vai. E silenzio! E quando ti verrà mostrata l’ennesima sciarpina rossa con i brillantini da indossare la notte santa, tu, noi tutti, diremo: “Ma è splendida!” Anche il cappuccio rosso col pon pon, e rosse pure le mutande.

Chiudo la parentesi.

Stavo raccontando che l’idea della letterina mi era balzata in testa, e mi sembrava carina. Stupida ma attuale. Stucchevole, magari noiosa e scontata, ma carina.

Mi sono venute in mente le luci d’artista di Torino: più o meno sempre le stesse, che le guardi e dici: “Ma non ricordo le abbiano levate e rimesse quest’anno”. Perché forse sono distratto, ma ormai da anni sempre quelle sono. Ad Agosto, ci passo pure sotto mentre sono spente e non me ne accorgo più entrando nel locale sovraffollato per un hamburger da 15 euro.

Che poi, più  buoni a Natale non lo siamo: intendiamoci, non siamo cattivi ne’ maneschi, ma più buoni ce lo diciamo solo per reggere l’impatto col parentado al pranzo. Montecchi e Capuleti, Guelfi e Ghibellini, Juventini e Romanisti, ma il tutto ovviamente senza colpo ferire, per la pace familiare, così oltre a digerire gli agnolotti, devi fare altrettanto con chi ti assilla con i propri successi nella vita, tanto da augurargli che gli abbiano trainato via la macchina per divieto di sosta, e non vedi l’ora di dire la frase di Riccardo Garrone: “…e anche questo Natale se lo semo levati”.

A Natale non cambiamo. Possiamo aver appena scritto una letterina carica d’amore e speranza ma appena arrivi alla rotonda di Piazza Baldissera diventi un bruto, un violento, e i termini che usi nei confronti degli assessori al traffico e alla viabilità non avrebbe il coraggio di usarli nemmeno il grande Lebowski. Altro che buoni in quei giorni: animali stressati capaci di dimenticare il figlio in macchina ma mai e poi mai il cellulare, di mandare al diavolo il lavavetri all’incrocio anche se è il 24 sera perché osa mettere lo straccio sul parabrezza del nostro  suv col quale nei giorni prima e in quelli dopo le feste continueremo a portare il pargolo a scuola, se non lo dimenticheremo dentro, appunto. E col suv andremo verso la piazza per manifestare contro il razzismo, l’inquinamento globale, contro la plastica, contro i motori diesel! Dimenticando che è un diesel anche il nostro che ti hanno detto essere a bassa emissione! Ma allora credi pure a Babbo Natale!

Buono a Natale? Quando sento dire che l’ILVA deve riconvertire la produzione per salvarsi?! Gli facciamo produrre biscotti al benzopirene o alla diossina che va sempre su tutto?

Buono vedendo il faccino di Lara Comi un tempo onnipresente nei talk show ed oggi accusata di far uso di collaudati sistemi criminosi?! Ex parlamentare europea! Figurone!

Migliore a Natale quando sento che i disastri di questi giorni sono causati dalla natura e non dai politici corrotti e incapaci, col Mose ancora sott’acqua come tutti tra un po’?!

Più buoni? No, assolutamente: siamo sempre gli stessi. Niente letterina, niente pacchi, ma nemmeno il carbone, perché inquina!

Però…auguri a tutti!

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Luciano Simonetti
Sono Luciano Simonetti, impiegato presso una azienda facente parte di un gruppo americano. Abito a Caselle Torinese e nacqui a Torino nel 1959. Adoro scrivere, pur non sapendolo fare, e ammiro con una punta di invidia coloro che hanno fatto della scrittura un mestiere. Lavoro a parte, nel tempo libero da impegni vari, amo inforcare la bici, camminare, almeno fin quando le articolazioni non mi fanno ricordare l’età. Ascolto molta musica, di tutti i generi, anche se la mia preferita è quella nata nel periodo ‘60, ’70, brodo primordiale di meraviglie immortali. Quando all’inizio del 2016 mi fu proposta la collaborazione con COSE NOSTRE, mi sono tremati i polsi: così ho iniziato a mettere per iscritto i miei piccoli pensieri. Scrivere è un esercizio che mi rilassa, una sorta di terapia per comunicare o semplicemente ricordare.

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