1961-2021, 60 anni di “Frecce Tricolori”

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La Pattuglia Acrobatica Nazionale, meglio conosciuta come “Frecce Tricolori”, ha raggiunto l’invidiabile primato dei sessant’anni di ininterrotta attività; neppure la pandemia Covid-19 le ha fermate. Anzi, lo scorso anno con il sorvolo di tutte le principali città e regioni italiane, hanno unito, con le loro meravigliose scie tricolori, il nostro Paese come segno di speranza.
La costituzione della “Pattuglia” risale al 16 gennaio 1961, quando il Capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica, gen. Silvio Napoli, costituì il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico.
La data ufficiale di formazione risale al 1° luglio 1961, e la base prescelta per l’addestramento l’aeroporto di Rivolto, poco lontano da Udine.
Breve storia delle Frecce Tricolori
La nascita dell’acrobazia aerea in Italia risale alla primavera del 1928, quando tre piloti con una piccola pattuglia composta da tre biplani Fiat C.R.1 del 1° Stormo Caccia del campo volo di Campoformido (Udine), si esibirono con una serie di spettacolari figure aeree. Iniziava così l’avventura dei voli acrobatici in formazioni composte da più velivoli.
Il 1° settembre 1928, venne costituita la prima pattuglia acrobatica della Regia Aeronautica, ai comandi del grande sostenitore di questa nuova specialità, il ten. col. Rino Corso Fougier, pilota combattente nella 1^ Guerra Mondiale.
I piloti del 1° Stormo Caccia si esibirono con i nuovi C.R.20, in modo spettacolare a tal punto che i vertici della Regia Aeronautica decisero di fondare nel 1930 la prima scuola di volo acrobatico composta da 5 C.R.20, che in seguito fu denominata “La Pattuglia Folle” o il “Volo Folle”.
Per dieci anni, sino all’inizio della 2^ Guerra Mondiale, gli “acrobati del cielo” italiani, incantarono le folle di tutto il mondo, esibendosi addirittura a Lima in Perù, per commemorare lo sfortunato pilota peruviano Geo Chavez, caduto con il suo aereo Blériot a Domodossola, dopo essere stato il primo trasvolatore delle Alpi nel 1910.
La rinascita
Si dovette attendere fino al 1952, quando venne rifondata la prima pattuglia acrobatica italiana, composta da quattro velivoli DeHavilland DH.100 “Vampire”, del 4° Stormo di Napoli-Capodichino, il cui emblema è il “Cavallino Rampante”, al comando del capitano Giambattista Ceoletta.
Negli anni, provenienti quasi sempre da un reparto volo diverso, di avvicendarono le seguenti pattuglie acrobatiche: Getti Tonanti, 1953-1955 (Republic F-84G “Thunderjet”); Tigri Bianche, 1956 (Republic F-84G “Thunderjet”); Cavallino Rampante, 1957 (Canadair CL.13/F-86E “Sabre”); Diavoli Rossi, 1958-1959 (Republic F-84F “Thunderstreak”), Lanceri Neri, 1958-1959 (Canadair CL.13/F-86E “Sabre”); Getti Tonanti, 1960 (Republic F-84F “Thundeerstreak”).
Alla fine del 1960, lo Stato Maggiore dell’Aeronautica, decise di razionalizzare il reparto volo acrobatico, come avevano già intrapreso altre nazioni, anche per evitare la rivalità tra i reparti, in quanto ognuno voleva prevalere sugli altri.
Nacque così, il 1° marzo 1961, il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico, con base a Rivolto (Udine), da allora conosciuto come “Frecce Tricolori” ma anche solo P.A.N. (Pattuglia Acrobatica Nazionale).
I primi velivoli furono i Canadair CL.13/F-86E ”Sabre”, provenienti dal 4° Stormo di Grosseto, ed erano ancora in versione argentea, quella dello stormo appunto, ma ben presto furono ridipinti nella prima colorazione delle “Frecce Tricolori”: un razzo nero a forma di freccia con la fiammata rossa in un rombo azzurro sul fianco della fusoliera blu scuro.
All’inizio la formazione era composta da sei velivoli, ma già alla fine del 1961 la pattuglia diventò di nove velivoli, adottando a partire dal 1962 la nuova colorazione con le tre frecce tricolori lungo la fusoliera e il numero individuale al posto delle lettere dell’alfabeto.
Nel 1963 l’ F-86E, ormai vetusto, venne radiato, e alla fine del 1963, iniziarono le consegne dei nuovi velivoli.


Con il Fiat G.91 una svolta tutta italiana
I G.91PAN (versione del velivolo modificata per l’acrobazia), furono consegnati in breve tempo, e nel 1964 le “Frecce” potevano già disporre di undici velivoli, anche se le disposizioni dello Stato Maggiore prescriveva una formazione di sei velivoli per manifestazioni di Aero Club e di nove per le manifestazioni estere.
In seguito la pattuglia sarà composta da nove velivoli più il solista che con le sue esibizioni da mozzafiato entusiasma il pubblico di tutto il mondo.
La prima uscita ufficiale delle Frecce Tricolori con i nuovi G.91PAN ebbe luogo il 2 giugno 1964, a Roma, in occasione della parata per la festa nazionale, ma si limitò al solo sorvolo sulla città come succede ancora oggi, mentre la prima uscita ufficiale acrobatica, si tenne il 7 giugno all’aeroporto di Caselle, in occasione del 1° Salone Internazionale dell’Aeronautica, che diede il benvenuto a questo piccolo caccia costruito negli stabilimenti dell’Aeritalia, e dove proprio a Caselle avvenne il primo volo del prototipo il 9 agosto 1956.
Al G.91PAN va il merito di essere l’aereo perfetto per le figure acrobatiche, grazie alla sua ala a freccia che ne slanciava l’aspetto.
Il piccolo “Sabre”, come era definito il G.91 per la sua somiglianza, con l’F-86E, rimase in linea fino al 1981, quando venne radiato per far posto ai nuovissimi Aermacchi MB-339PAN, quelli che ormai hanno sulle loro “ali” oltre quarant’anni di onorato servizio.
Impossibile elencare tutte le manifestazioni nazionali ed internazionali a cui hanno partecipato le Frecce Tricolori, non basterebbe l’enciclopedia “Treccani” per descrivere questi globetrotter del cielo, ma sinceramente fa sempre piacere rivederle solcare più volte il nostro cielo.
L’ultima volta che si sono esibite sul nostro territorio, è stato l’evento dello scorso anno al termine (si sperava) della forzata clausura dovuta al Covid-19, quando hanno sorvolato per tre volte la città di Torino. Il sorvolo faceva parte di un tour che ha toccato tutte le principali città italiane.
Per celebrare i 60 anni di attività della PAN alcune code degli MB-339 quest’anno sono state dipinte con le colorazioni delle prime pattuglie acrobatiche.

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Il futuro
Data l’osbolescenza degli MB-339PAN, le Frecce Tricolori, entro qualche anno (si parla per il centenario dell’Aeronautica Militare che cadrà nel 2023, dovrebbero prendere in consegna i nuovi Leonardo M-345HET (T-345A in base alla terminologia militare).
Essendo un velivoli tutto nuovo, da poco in linea con il 61° Stormo, prima di consegnarlo alla PAN bisognerà attendere la maturità del velivolo, conoscendo le sollecitazioni continue di un volo acrobatico, quindi sicurezza per gli equipaggi e ovviamente per il pubblico che assisterà alle manifestazioni, anche se oggigiorno sempre più di frequente (almeno in Italia), si svolgono molto distanti, sul mare o sui laghi.
Questo monoreattore deriva dal Siai Marchetti S-211 (primo volo 10 aprile 1981) a cui fece seguito l’Aermacchi M-311; l’aereo, anche se minuto rispetto a certi suoi concorrenti esteri, con la sua ala leggermente a freccia ricorderà senz’altro la bellezza delle figure eseguite dai “G.91”.

Ritorna l’ottimismo nei viaggi aerei
Con l’attenuarsi dei contagi pandemici, nell’aria sta ritornando l’ottimismo e la voglia di riprendere i viaggi in aereo, in tutta sicurezza, come felicemente ci si spostava prima del Covid-19.
Anche il nostro scalo sta beneficiando di questa situazione, e possiamo assistere giornalmente ad un graduale aumento del traffico di linea, specialmente nei collegamenti nord-sud e le isole, ma anche con alcune rotte internazionali. Tra queste il collegamento con Parigi effettuato dalla Air France, anche se non ancora completamente giornaliero, quello per Amsterdam con la KLM, e quello con la Spagna con l’Iberia-Air Nostrum, senza dimenticare l’Air Dolomiti che collega la Germania per conto della Lufthansa.
Attualmente oltre alla Ryanair, che è tra le più attive, troviamo la rumena Blue Air, che invece a Caselle ha una delle sue basi in Italia, e a grandi passi si sta ritagliando un posto d’onore collegando ben dieci città. Come afferma il country manager Italy, Mauro Bolla, la compagnia è ormai una vera e propria low cost, che punta molto sul traffico italiano.
Dalla base di Torino, per l’estate 2021 la Blue Air offre 700 mila posti (nel 2019 erano 450 mila), per le rotte con il meridione e le isole del nostro Paese, con tre scali per la Sardegna (Cagliari, Olbia Alghero), e tre per la Sicilia (Palermo, Trapani, Catania), a cui si aggiungono Bari, Lamezia Terme, Napoli e Reggio Calabria, oltre alle solite due rotte con la Romania: Bacau e Bucarest.
Anche la spagnola Volotea e la ungherese Wizz Air stanno incrementando i loro voli, e in base all’orario Sagat, dovrebbero essere anche riaperte due rotte intercontinentali: dal 15 giugno con Marrakesh tramite la TuiFly, e dal 21 giugno con Casablanca effettuata dalla Royal Air Maroc.
Rimane ancora da ripristinare il Torino-Londra da parte della British Airways, sospeso a causa della pandemia, città che comunque si può raggiungere con la Ryanair.
Rimane il caso Alitalia, che al momento collega Caselle solo con Roma-Fiumicino, lasciando in pratica tutto il traffico in mano straniera, veramente poco per essere definita la “compagnia nevralgica del nostro Paese”.


Alla ALTEC iniziano le prove di ExoMars 2022
È iniziato un nuovo passo per l’avventura dell’esplorazione di Marte, e della futura missione ExoMars. Terminati i test che sono stati effettuati presso lo stabilimento torinese della Thales Alenia Space, il Rover ExoMars 2022 Ground Test Model (GTM), gemello del modello di volo soprannominato “Rosalind Franklin”, che arriverà sul Pianeta Rosso nel 2023, è stato trasferito nelle imponenti strutture del Rover Operations Centre (ROCC) della Altec, poco distante dal sito iniziale.
Prima del trasferimento vi è stata una intensa attività di integrazione dei sistemi del veicolo a sei ruote, svolte congiuntamente dai tecnici e ingegneri della Thales Alenia Space con i loro colleghi della Altec. All’interno di un capannone è stato appositamente preparato e riprodotto il terreno roccioso marziano, con asperità e pendenze simili al luogo dove dovrà posarsi e spostarsi il Rover.
Questa struttura situata all’interno del ROCC, è unica a livello europeo, e consentirà di effettuare le attività degli impegnativi test, le necessarie simulazioni, prima e durante la missione, le attività di training degli operatori di terra e sarà un elemento essenziale per l’analisi e la risoluzione di eventuali imprevisti durante l’esplorazione di Marte.
Una impresa non priva di incognite ma sicuramente di alto livello tecnico-scientifico. Non per nulla a Torino nascerà la Città dell’Aerospazio, nello storico Aeroporto Aeritalia, iniziativa promossa dalla società aerospaziale Leonardo e dal Politecnico di Torino in collaborazione delle istituzioni locali.

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