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martedì, Marzo 19, 2024

    Puerto Ayacucho, l’Amazzonia venezuelana

    “Quando il potere dell'amore supererà l'amore per il potere si avrà la pace”, Jimi Hendrix


    Questo mese parliamo del Venezuela, da me visitato in due occasioni: la prima nel 1977 (Cose Nostre dicembre 2016), e la seconda nel 2004, quando sono arrivato a visitare questa località.
    A dieci minuti dal confine con la Colombia, Puerto Ayacucho è un porto sulle rive dell’Orinoco ed è la porta per immergersi nella foresta amazzonica venezuelana.
    L’Orinoco è un fiume dell’America meridionale, la sua lunghezza è di 2.140 km e il suo bacino idrografico, chiamato anche Orinoquia, copre circa 880.000 km quadrati; praticamente, si estende su una superficie grande tre volte l’Italia, questo lo rende il secondo fiume più abbondante dell’America meridionale, dopo il Rio delle Amazzoni.
    La maggior parte di questo immenso bacino è ricoperta da una fitta foresta pluviale, particolarmente ricca di flora e fauna. Tra le specie animali che vivono in questo fiume troviamo il bonto, delfino caratteristico del Rio delle Amazzoni che popola anche l’Orinoco. Il coccodrillo dell’Orinoco è uno dei rettili più rari del mondo, con appena 250 esemplari rimanenti in natura. Il fiume è popolato anche dai piranha caraibici, i più aggressivi del genere. Ci sono inoltre altri pesci come il caparari, una specie di pesce gatto dai lunghi baffi, originaria del bacino amazzonico, che cresce fino a 130 cm di lunghezza e supera i 30 kg di peso.
    A pochi minuti dalla città ci sono lodge da cui si parte per numerose escursioni in jeep. Il Venezuela ha creato ben 5 parchi nazionali in questa zona per cercare di salvaguardare l’ambiente e le numerose comunità indigene che ci vivono. Non è semplice visitare questi luoghi, meta agognata di antichi esploratori; molti posti, come il Cerro Autana, sacro agli indigeni, si raggiungono solo dopo due giorni di navigazione. È per questo che vengono proposti i lodge vicino alla città da cui, sebbene in maniera un po’ edulcorata, si può avere un assaggio della Amazzonia venezuelana. Decisamente più avventurose sono le gite in curiara, la tipica barca delle popolazioni indigene per le quali rappresenta il principale mezzo di trasporto.
    Noi scegliemmo l’Orinoquia Lodge che si trova a soli 20 minuti da Puerto Ayacucho, proprio sulle rive del fiume tra le rapide Atures e Maipures. Le capanne in stile tradizionale sono molto confortevoli e offrono una vista unica sul maestoso fiume. Il campo, costruito su una roccia granitica con materiali totalmente autoctoni, è stato progettato preservando lo stile dei tipici churuatas.
    La churuata è una capanna, un’abitazione collettiva dei popoli Panare e Piaroa. Si distingue per la sua cornice di pali di legno su cui sono posti i fasci di palma del tetto a forma conica. La churuata è diventata negli ultimi anni un’icona della cultura venezuelana, poiché è stata portata nelle città, in spazi pubblici come parchi, ville, ristoranti.
    Piedra de La Tortuga
    Quando si arriva a Puerto Ayacucho in aereo, si può vedere dall’alto questa curiosa formazione dalla forma appunto di tartaruga. La sua formazione risale a più di 1.500 milioni di anni. È considerato un monumento sacro e molto speciale per alcuni gruppi etnici della regione.
    Per il suo grande valore paesaggistico, nonché per il valore storico e culturale che rappresenta per il popolo Piaroa, Piedra de la Tortuga è stata dichiarata Monumento Naturale il 5 giugno 1992.
    Con i suoi miti sul vigore sessuale e lunga vita, la Pietra della Tartaruga attrae durante tutto l’anno centinaia di coppie che ripongono grande fiducia nei misteriosi incantesimi attribuiti a questo gigantesco monumento naturale. Si dice che toccare la dura superficie di quella roccia, con le sue caratteristiche impressionanti, faccia bene alla salute e non solo all’amore. Un sentiero conduce alla sommità della testa della tartaruga, da dove si gode di una splendida vista sul luogo.
    Piedra Pintada
    Questo monumento naturale ha un alto valore archeologico, poiché qui si trova il più grande petroglifo conosciuto nel Paese, oltre a grotte e cimiteri di antiche popolazioni indigene, con una grande varietà di pitture rupestri. Caratteristiche eccezionali sono la presenza di grandi incisioni rupestri di immagini scolpite nella pietra che occupano un’area di circa 49 metri di lunghezza per 67 metri di larghezza; tra le figure spicca un immenso alligatore e poi un grande serpente lungo più di 26 metri chiamato il grande serpente di Piedra Pintada. L’immagine del serpente con la testa sormontata da una forma triangolare a punta di freccia circonda la figura del grande caimano e su entrambi i lati si possono vedere un uomo, un uccello, una enorme scolopendra e strane figure che mescolano le immagini di uomini e animali. Questa gigantesca formazione rocciosa è stata dichiarata monumento storico-naturale nel 1992. L’insieme dei petroglifi dà il nome alla pietra e alla comunità che vive vicino alle pendici di questa collina.
    Accanto troviamo altri massi granitici che formano un gruppo di 14 siti con varie raffigurazioni di graffiti e dipinti, e grotte con cimiteri preispanici. I principali petroglifi si trovano sui vari lati delle pietre e consistono in rappresentazioni di vari animali come serpenti giganti in posizione verticale o orizzontale, tartarughe, pesci, uccelli o forme umane. Sono anche evidenziate figure geometriche dai cerchi ai quadrati con linee rette e curve, e le loro combinazioni. Diversi studiosi interpretano la serie completa di grandi incisioni rupestri come la nascita della vita sotto l’influenza del sole come una divinità e sotto l’influenza del serpente come lo spirito del male. I pittogrammi presenti sulle pareti delle grotte sono una rappresentazione di esseri umani, animali, cuori, figure e semplici disegni geometrici nei colori arancio, nero e bianco. È da considerare che i petroglifi e i pittogrammi risalgono a epoche diverse, si stima che siano stati eseguiti tra il 350 d.C. e il 1150 d.C. Tuttavia, sulla base di testimonianze archeologiche, è probabile che il Cerro Pintado e le sue adiacenze geografiche abbiano avuto un’occupazione umana dal 6000 a.C. ad oggi, come indicato dalla presenza di pittogrammi raffiguranti croci cristiane e cimiteri attuali con corredo ceramico moderno.
    Negli ultimi decenni Piedra Pintada come Piedra de La Tortuga sono diventate tra le principali attrazioni turistiche della zona.

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    Giovanni Cravero
    Giovanni Cravero
    Giovanni Cravero meglio conosciuto come Vanni, nato nel 1952 a Caselle di professione Agente di Commercio da sempre e da sempre con la grande passione di andare in giro ovunque sia possibile. Ho cominciato a muovermi all’età di 17 anni e senza soste questo mi ha portato a vedere ad oggi oltre 80 Paesi in tutti i 5 continenti, oltre 800 località e oltre 200 Siti Unesco, che come mi dice Trip Advisor rappresentano oltre il 60% della Terra.

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