Solo Buio

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VenticinqueGocce2WebDa piccoli l’espressione “mi fa schifo” era bandita. Occorreva mostrare l’eventuale disappunto in altro modo, con parole più consone. Ma guardandomi intorno oggi difficilmente riuscirei ad usare altri vocaboli, anche perché le situazioni che incontriamo quotidianamente lasciano appunto schifati.

Partiamo dall’alto del barile, dove il fetore è già notevole: pare impossibile che le cronache si siano appassionate in modo così morboso alla vita del duo Ferragni Fedez e del loro piccolo e già così sponsorizzato Leone; ma chi li segue, e perché? Cosa si prova nel vedere i due (tre) che indossano materiali griffati mentre si comportano da sciocchi di fronte ad una telecamera? Quanto tempo da buttare hanno i cosiddetti follower? Si tratta di curiosità o appiattimento culturale? Sono semplici domande. Altresì pare innaturale vedere troppo spesso Asia Argento, ora vittima di abusi, ora accusata lei stessa, a cercare una popolarità che altrimenti non avrebbe.

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E X FACTOR che la tiene in attesa perché un personaggio discusso fa salire lo share?  Pare funzioni, insieme al tatuato di prima, al presuntuoso Manuel Agnelli del quale tutto avrei pensato fuorchè finisse proprio lì dentro! Poveri Afterhours. Dai, salviamo Mara Maionchi, se non altro per qualche barlume di simpatia, e di spontaneità.

E che dire di Giletti col biondo platinato e traumatizzato Jimmy Bennet, un neo belloccio che sicuramente non arriverà mai alle vette di Leonardo DiCaprio, con lo sguardo perso come un gatto nel trasportino mentre ti rechi dal veterinario: chissà se si è reso conto d’essere finito in un grosso tritacarne cui poco o nulla importa se Asia lo abbia violentato e del suo conseguente trauma. Conta attrarre spettatori e sponsor con poco. Domani “casco biondo”, terminate le interviste, sarà facilmente dimenticato.

E la RAI…? In crisi alle 13,30 perché la signora Salvini, Elisa Isoardi, non fa gli stessi ascolti di Antonella Clerici alla prova del cuoco, di conseguenza il programma “traino” danneggia pure il TG.  Ma…non sono due cose nettamente distinte e separate, l’intrattenimento e l’informazione? E se fosse che la gente s’è stufata?

Tappiamoci il naso e caliamoci più giù.

Rocco Casalino, spogliarellista in una edizione del Grande Fratello, ed ora portavoce del Governo Conte. Il suo è indubbiamente un linguaggio adatto ad una bettola. Certo anche Salvini e Renzi hanno un passato in televisione . E lo si vede!

Ma scendiamo ancora nel tanfo irrespirabile: Toninelli, ministro delle infrastrutture, che continua a darmi l’idea di un personaggetto e che conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che la politica, al contrario delle aziende moderne, non richiede cultura, preparazione, esperienza, ma solo parlantina spicciola e rapidi cambi di idee. Preferisco l’imitazione di Crozza.

Ora mettiamoci la maschera NBC, obbligatoria per sicurezza: vogliamo accennare allo sconosciuto Simone Pillon, politico dell’ultima ora, che avrebbe fatto concorrenza al Grande Inquisitore Torquemada nel 1400?

Le sue dichiarazioni, ciò che pensa, divulga, sostiene, sono qualcosa che probabilmente farebbe inorridire la parte maschile dell’Iran più arretrato culturalmente.

Bene ha fatto Vittorio Zucconi a Radio Capital a chiudere l’intervista con questo individuo con un secco “…fuori dalle palle!”

Elementi così sporcano la Politica.

La maschera tiene ancora? A questo punto si vede nulla, l’odore passa attraverso il filtro e con le mani andiamo a rimestare tra i liquami.

Indigna la finta pagina di giornale con la scritta “ABBIAMO ELIMINATO LA POVERTA’” ed il logo dei 5 stelle.

La luce proveniente dal basso restituisce lo sbracciarsi gioioso al balcone e  la visione di volti inquietanti, con stampato un sorriso che chissà come mai mi ricorda quello del miliardario ridens e della sua pletora di amiconi. Non riesco ad essere tranquillo.

Ed ora che tocchiamo il fondo e cerchiamo di proteggerci con le tute anti-ebola: anatema su coloro che nei governi precedenti ci hanno portati, costretti direi, a votare un movimento che non soddisfa ne’ l’Europa ne’ i mercati. E quanta rabbia verso coloro che adesso, all’opposizione, hanno la ricetta contro i malanni del nostro Paese.

Fine. Buio.

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Luciano Simonetti
Sono Luciano Simonetti, impiegato presso una azienda facente parte di un gruppo americano. Abito a Caselle Torinese e nacqui a Torino nel 1959. Adoro scrivere, pur non sapendolo fare, e ammiro con una punta di invidia coloro che hanno fatto della scrittura un mestiere. Lavoro a parte, nel tempo libero da impegni vari, amo inforcare la bici, camminare, almeno fin quando le articolazioni non mi fanno ricordare l’età. Ascolto molta musica, di tutti i generi, anche se la mia preferita è quella nata nel periodo ‘60, ’70, brodo primordiale di meraviglie immortali. Quando all’inizio del 2016 mi fu proposta la collaborazione con COSE NOSTRE, mi sono tremati i polsi: così ho iniziato a mettere per iscritto i miei piccoli pensieri. Scrivere è un esercizio che mi rilassa, una sorta di terapia per comunicare o semplicemente ricordare.

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