pochi giorni fa è comparso sui social un post istituzionale della Croce Verde che dice testualmente: ”Oggi anche l’emergenza è in emergenza” e poi prosegue:” Una Tua donazione, anche piccola è di grande aiuto”.
Buona idea quella di chiedere solidarietà a chi dà e offre solidarietà.
Noi sappiamo bene la vera necessità dell’Ente e meglio ancora sappiamo quanto trasparente sia la sua amministrazione.
Dunque tutto normale.
Niente affatto, per nulla normale, almeno per alcuni.
In mezzo ad una selva di “mi piace” ecco comparire alcuni post due dei quali vogliamo qui proporli, solo per portare alla lettura di coloro che non vanno sui social quanta “fuffa” viaggi con il coronavirus. Il quale non ha gambe, ma usa quelle dei cretini per diffondersi. Come vedremo.
Ecco dunque che un tizio scrive: ”Vi ringraziamo, ma con la gente che non lavora c’è ben poco da donare, chiedetelo hai (con la “h” davanti alla ai) politici che li curate e ritornano ha fare (con la h davanti alla “a”) i loro resoconti.”
La risposta a questo quantomeno strano personaggio, è stata: “Prima di dare lezioni ai veri volontari, impari la grammatica italiana”.
Altro post dice: ”Un grazie non basta? Tra poco non avremo nemmeno gli occhi per piangere….”
Risposta: ”Certo che basta un grazie. Libera di dirci solo questo, per noi va benissimo e continueremo come prima anche verso di Lei, se mai avesse bisogno di noi.”
Le varie battute potevano chiudersi qui, ma non è stato così nel primo caso (quello del Signore che necessita di ripassare l’italiano) il quale ribadisce con arroganza: ”Invece di dibattere sulla grammatica, svegliatevi”.
Ecco pronta la risposta: ”Al suo post originale avevo due possibilità: ignorarlo – scelta saggia e fatta da 1.399 miei colleghi su 1.400 che siamo in Croce Verde – oppure rispondere. Ho fatto la scelta errata ed ho perso tempo. Pensavo ai soli errori grammaticali invece mi rendo conto che quelli erano il meno. Lei ha espresso un parere su di un mondo che non conosce e nemmeno immaginava che esistesse. Certamente io non avrò mai l’onore di conoscerLa, e mi auguro che anche Lei non abbia mai nella sua vita necessità di conoscere me e noi soccorritori. Ma noi ci saremo sempre.”
Il dibattito finisce qui.
Tuttavia il leggere queste cose fa male, fa male nel profondo del cuore, se si pensa ai rischi che corrono uomini e donne tutti i giorni e tutte le notti nel portare soccorso a tutti, senza distinzione di razza e di colore della pelle. E noi non ci stancheremo mai di dirlo e fino alla noia: sono i volontari della Croce Verde Torino e noi li abbiamo vicinissimi, nella Sezione di Borgaro-Caselle. E che fortuna.
Quegli uomini e quelle donne sono veri volontari, il giorno dopo la guardia notturna riprendono la loro attività: impiegati, operai, commercianti, imprenditori e professionisti.
Peccato veramente che non vi sia un minimo denominatore comune verso quella unità sociale tanto richiesta, tanto conclamata in un momento così delicato per il paese e per tutti noi.
Seppur, giustamente, liberi di pensarla ognuno alla sua maniera. Ma…sulla salute, quella è di tutti ed è per tutti.
Le persone che ragionano come chi ha dato le risposte che abbiamo letto, che non hanno il coraggio di firmarsi, di mettere la faccia, e si nascondono dietro un anonimo (vero?) nome, sono anche quelli che vedi vagheggiare in strada senza alcuna reale esigenza, che criticano tutto e tutti, che sanno dispensare i migliori consigli. E che forse di tempo ne avrebbero eccome da dedicare agli altri. Ma a loro tutto è dovuto, già tutto è proprio dovuto…
Le persone che la pensano come quelli sopra citati, sono anche coloro che escono di casa per andare a trovare parenti ed amici con scuse varie o che si recano abusivamente da acconciatori o barbieri senza scrupoli che svolgono la loro attività, in barba appunto ai divieti, che impartiscono lezioni private ad allievi, insomma un mondo sotterraneo di elusione dei divieti.
Da qui il rinvigorirsi del contagio in Piemonte. Non stupiamoci se poi i numeri dei morti in Piemonte e nel Torinese restano alti. Questa la realtà che sbatte forte la porta contro tutti gli sforzi di tanti uomini di scienza e di studio che raccomandano prudenza e attenzione. Ci dimentichiamo troppo spesso dei medici, infermieri, soccorritori, forze dell’ordine, loro sono e vengono contagiati da quegli irresponsabili che devono ancora studiare l’italiano. Quando però quella categoria di persone chiede aiuto, allora tutto è dovuto.
Battaglia persa. Battaglia persa, non ce la faremo mai. Basti pensare a cosa è successo recentemente a Torino, quartiere Barriera di Milano, decine di persone in strada ad incitare una rivolta contro le istituzioni, perché le istituzioni avevano arrestato un rapinatore.
Quanto dovremo preoccuparci quando scatterà la famosa fase due!.
Avremo sempre timori, avremo sempre paure, faremo sempre critiche, siamo umani, ma affidiamoci alla speranza, con fiducia, provando ancora a restare un po’ a casa…e nel frattempo a ripassare la grammatica.
L’unità vera, non passa dai cori alla finestre, bensì dalle teste pensanti di tutti noi cittadini che hanno voglia di ricominciare. Il buon senso ce l’abbiamo tutti, ci è innato. Usiamolo.