“La Boheme” o come la scriveva Gipo Farassino “La Boeme”, quando sono iniziate le note della canzone, suonate magistralmente dal gruppo Terzo Turno, musicisti con un cantante- cabarettista molto bravo, tutti in massima sintonia, a me nata in Vanchiglia, sono venute le lacrime agli occhi. Ho pensato a quando a vent’anni andavamo a cantare le canzoni di Gipo e anche altre a Crota Paluc a Torino in via XX Settembre e mangiavamo i tomini elettrici e le acciughe al verde. Eravamo giovani e felici perchè pensavamo di avere tutto: una famiglia, il lavoro e chissà… l’amore. Durante la settimana, ovviamente in estate (eravamo tutti alla F.I.A.T. Mirafiori, allora appena diplomati si lavorava subito), io ero segretaria di un direttore, nella pausa pranzo andavamo al “Sangun Sur Mer” a fare il bagno e ritornavamo felici e rinfrescati al nostro lavoro. Dello spettacolo non posso ovviamente dimenticare la performance, in dialetto astigiano, della predica del parroco in chiesa e altre deliziose canzoni tutte belle e divertenti fino al bis finale, cantato con molto entusiasmo da tutti gli spettatori di tutte le età, anche loro felici di una serata così ben riuscita. Bravi.
Adriana Bertella