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Comune di Caselle Torinese
martedì, Ottobre 15, 2024

    Oman, tra storia, cultura e natura

    lettoriInViaggio02Affezionati lettori ci hanno inviato loro diari bordo: ve li regaliamo, per viaggiare e conoscere. Col cuore e con la mente.

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    PREPARATIVI

    Dopo la bella esperienza dello scorso anno a New York, decidiamo di programmare anche quest’anno un viaggio insieme ai nostri amici Barbara e Giuliano.
    Primo: scegliere le date. Dopo aver dato un’occhiata al calendario, decidiamo di optare per la settimana del primo novembre, tutti abbiamo il ponte obbligatorio, aggiungendo 3 giorni di ferie avremo la settimana intera.
    Secondo: scegliere la meta. Passiamo un weekend sfogliando una rivista dedicata cercando degli spunti.

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    Passiamo dal Nepal alle Canarie, dal Buthan all’Irlanda… alla fine la nostra scelta ricade su uno stato in cui abbiamo fatto tutti più di uno scalo verso il Sud-est asiatico.
    L’Oman! A maggio acquistiamo il volo con Oman Air, Malpensa-Muscat, pagandolo circa 430 euro a testa. Nei mesi successivi passeremo alla pianificazione di tutto il viaggio.

    Si parte! 28/10/2016

    Arriviamo al parcheggio di Malpensa intorno alle 19. Erano mesi che aspettavamo questo momento, non stiamo più nella pelle! Ci imbarchiamo intorno alle 21.30 e si parte puntuali alla volta di Muscat.

    PRIMA TAPPA
    Muscat/Nizwa 29/10 – 01/11

    29/10 – 01/11 – Nizwa, forti e deserto.
    Atterriamo a Muscat alle 7 del mattino e andiamo subito a ritirare la nostra auto prenotata con un autonoleggio. Ci consegnano un SUV 4×4 che ci scarrozzerà in giro per il paese. Usciti dall’aeroporto, aiutandoci con delle cartine acquistate on line, arriviamo a Seeb.

    Si tratta di un tipico paesino omanita, non distante da Muscat. Facciamo un giro veloce, colazione e ripartiamo per il forte di Nakhal. Dopo un’ora di viaggio scorgiamo il forte arroccato su una collina, tutto intorno si sviluppa una cittadina immersa in un palmeto.
    Lasciamo l’auto nel parcheggio, non ce ne sono molte altre, fin da subito ci accorgiamo che i turisti non sono molti… paghiamo il biglietto d’ingresso (0,5 ryal a testa) ed entriamo.

    L’interno è molto bello ed è tenuto benissimo. Dall’alto delle torri è possibile vedere il panorama che lo circonda, un bellissimo palmeto in mezzo a un deserto roccioso. Scattiamo un po’ di foto ed entriamo negli ambienti dove nel passato vivevano gli imam con le famiglie. Giriamo tra le stanze degli uomini, quelle delle donne, le cucine…interessante, tutto ha un fascino particolare, l’Oman parte bene! Usciamo accaldati e affamati.

    Individuato un ristorante sulla strada principale, ci fermiamo per un lauto pasto a base di riso e pollo… Spendendo ben 14 euro in quattro! Si riparte, dobbiamo raggiungere Nizwa entro sera. Il viaggio è abbastanza lungo, inoltre siamo stanchi per via del volo…comunque, tra un abbiocco e l’altro, arriviamo nel tardo pomeriggio.
    Dopo qualche difficoltà riusciamo a trovare il Nizwa Hotel Apartments, prenotato online. Dopo esserci sistemati, usciamo per fare un giro della cittadina. Vediamo dove si trova il souq e la moschea e giriamo un po’ per capire dove andare a mangiare. Alla fine riprendiamo la macchina e optiamo per il ristorante turco consigliatoci in hotel, presente anche su online: Al-Masharef. Mangiamo pollo, montone, falafel, pane, spendendo addirittura 20 euro in quattro. Andiamo a dormire distrutti.

    Ci alziamo abbastanza presto, facciamo colazione in casa con le cose comprate in pasticceria la sera prima e alle 8 siamo pronti per iniziare la giornata!
    Abbiamo appuntamento con Yusuf, una guida, contattata tramite internet, con cui abbiamo concordato un giro a Wadi Guhl, Jebel Shams e Misfat Al Abriyeen.
    Partiamo a bordo del nostro SUV e raggiungiamo Al Hamra da dove imbocchiamo la strada verso il Canyon dell’Oman.

    Wadi Guhl è un canyon profondo chiamato così per la sua forma, Guhl in arabo significa serpente. Vediamo i villaggi che si trovano lungo le sponde del wadi (il fiume, quando c’è acqua…), paesini immersi in verdi oasi nel bel mezzo di montagne desertiche. Percorriamo in auto un pezzo del letto del fiume per addentrarci nel canyon e ammirarne la bellezza. Ritorniamo sulla strada asfaltata, ma solo per pochi chilometri, infatti dopo poco inizia lo sterrato. Arriviamo finalmente in cima a Jebel Shams, la montagna più alta dell’Oman.

    Siamo a 3 mila metri, la temperatura è di circa 23 gradi. La guida ci spiega che è possibile fare un trekking per scendere nel canyon, facendolo tutto ci si impiegano circa 5 ore andata e ritorno, noi ne percorreremo solo un pezzo. Il sentiero che costeggia la montagna, seguendone le curve e regalando panorami splendidi. Scattiamo una marea di foto, che difficilmente renderanno giustizia alla bellezza di questo luogo. Pienamente soddisfatti, torniamo verso la macchina.
    Sono le 14 quando arriviamo ad Al Hamra al ristorante yemenita. Mangiamo in una stanzetta, seduti sul pavimento come nelle normali abitudini del posto. Qui Yusuf ordina carne di dromedario e capra con riso. Siamo un po’ scettici ma ci dobbiamo subito ricredere! La carne è squisita, morbida e molto gustosa! Buonissimo!
    Dopo il pranzo ci rimettiamo in viaggio per Misfat Al Abriyeen. Parcheggiamo all’ingresso del paese e proseguiamo a piedi. Casette di pietra e argilla dal color miele adagiate sulla parete rocciosa, palme che circondano e immergono tutto nell’ombra, coltivazioni a terrazze, la vita scorre tranquilla in questo villaggio… Ci accomodiamo nella terrazza del Misfah Old House, dove gustiamo datteri prelibati e il caffè omanita, fatto con cardamomo e acqua di rosa.
    Dopo questo momento di relax ci rimettiamo in marcia, attraversiamo il paesino e le coltivazioni, le palme e risaliamo in mezzo al verde verso la nostra auto. La nostra giornata si conclude al tramonto, rientrando in hotel.

    Questa giornata ci è costata 100 ryal in quattro, un po’ cara forse ma ne è sicuramente valsa la pena. Yusuf è un ragazzo gentile e disponibile, ci ha raccontato molte cose interessanti e ha risposto a tutte le nostre domande e curiosità.
    La giornata è stata piacevole e abbiamo potuto imparare tantissimo. Dopo una doccia rigenerante usciamo per andare a cena, scegliamo il ristorante Bahjat Al Sham (ristorante dell’ Aldiyar Hotel), trovato online. Assaggiamo l’hummus (una crema di ceci) e il mattabal (salsa di melanzane), poi altri antipasti tipici e della carne. La spesa della cena è un po’ più cara del giorno prima, circa 40 euro in quattro.

    Il mattino dopo partiamo alla volta del forte di Bahla. Parcheggiamo vicino al forte, che, seguendo il consiglio di Yusuf, non visitiamo. In tutti i modi, visto da fuori ha il suo fascino.
    Facciamo un giro tra le vecchie case di fianco al forte, alcune diroccate, altre ancora abitate. Ci dirigiamo poi al souq, ma sfortunatamente la maggior parte dei negozi sono chiusi. Andiamo via presto, destinazione Jabreen Castle.

    Questo castello venne costruito nel 1670 dall’Imam BilArab bin Sultan Al Y`aribi, qui l’imam e la sua famiglia si rifugiarono durante i periodi di guerra. Decine di stanze si sviluppano nei diversi piani dell’edificio. In mezzo, un bellissimo cortile su cui si affacciano tantissime finestre. Molto bella la stanza del sole e della luna, soprattutto per la decorazione del soffitto.
    Usciti dal castello riprendiamo la macchina e andiamo verso Ibri, dove pranziamo in un ristorante turco prima di ritornare verso Nizwa.
    Lungo la strada del rientro vogliamo raggiungere i siti storici delle tombe ad alveare, patrimonio mondiale dell’Unesco.
    Seguendo la nostra cartina, ci dirigiamo verso il paesino di Bat. Lungo la strada, nei pressi del paesino, vediamo tante piccole costruzioni sulle colline, come piccole torrette, alcune ridotte a cumuli di pietre. Non ci sono indicazioni, ma capiamo che sono le tombe. Ci sono diversi siti archeologici, nei pressi di Bat c’è la maggior concentrazione di tombe, ma proseguendo verso Al Ayn c’è un piccolo sito con un migliore stato di conservazione.

    La strada che percorriamo si snoda nel mezzo di un paesaggio quasi lunare. Montagne desertiche, pianura di un colore grigio/marrone. Sembra davvero di attraversare un altro pianeta.
    La strada è percorsa da pochissime auto e regala panorami bellissimi, così ci fermiamo a fare un po’ di foto divertendoci un mondo. 
    Finalmente arriviamo ad Al Ayn. Entriamo in un ristorante, compriamo dell’acqua e chiediamo indicazioni per vedere le tombe.
    Finalmente le scorgiamo in cima ad una collina, ci fermiamo, attraversiamo un letto di un fiume e ci addentriamo nei campi coltivati. Purtroppo non riusciamo ad avvicinarci molto, non riusciamo a trovare un accesso, una strada, non ci sono cartelli che ne indichino l’ubicazione… forse l’Unesco dovrebbe fare qualcosa, magari mettere dei cartelli!!
    Vedendole solo da lontano, queste tombe ci ricordano un po’ i nuraghi della Sardegna, strutture a base circolare completamente in pietra con una porta di ingresso in quelle che dovrebbero essere le vere e proprie tombe. Bello, peccato averle viste solo in lontananza.
    Inizia a farsi buio, è meglio rimettersi in viaggio per rientrare a Nizwa.

    Arriva così l’ultimo giorno a Nizwa, il mattino usciamo per andare a visitare la moschea, il forte e il souq prima di lasciare la città.
    La moschea nella città vecchia è aperta ai turisti dalle 8 alle 11. Gli uomini possono entrare con pantaloni lunghi e maglietta, le donne invece devono avere anche le braccia e la testa coperte.
    L’interno non ci colpisce particolarmente.
    Usciamo e andiamo a visitare il forte che è proprio di fianco alla moschea. Molto bello, soprattutto le terrazze più alte da cui si può vedere la città e il panorama attorno.
    Visitato il castello, entriamo nel souq, giriamo un po’ tra i negozi di souvenir, nel mercato di frutta e verdura, nel negozio dei datteri e nel souq tradizionale. Carino, interessante, un’atmosfera un po’ sospesa nel passato.
    Torniamo in hotel a recuperare gli zaini e partiamo alla volta di Ibra.

     

    SECONDA TAPPA
    Ibra, rovine e mercati – 1 e 2 Novembre

    Sulla strada per Ibra ci fermiamo a Sinaw, pranziamo in un coffee shop indiano. Prendiamo del pollo e un piatto tipico che vediamo ai tavoli di tutti gli altri. C’è del riso, del dal e altre salsine molto piccanti. Buono.
    Dopo il pranzo ci mettiamo alla ricerca della città vecchia fatta di case di fango.
    Le indicazioni della Lonely Planet sono assolutamente incomprensibili, per riuscire a raggiungere il villaggio si deve andare verso il souq. Dove c’è il cancello di ingresso proseguire sulla strada (si passa vicino alla moschea) e proseguire verso destra. Lungo la strada, guardando verso sinistra si vede una collina. La città vecchia è lì sopra.
    Dopo un po’, finalmente raggiungiamo le rovine. Si tratta di un villaggio completamente abbandonato. Le case in fango non hanno resistito al tempo e molte sono in parte crollate.
    Siamo soli, gli unici a girovagare tra ruderi e macerie.
    Questo posto ha un fascino incredibile, lo esploriamo in lungo e in largo, cercando di immaginare come poteva essere quando era ancora abitato. Le case erano molto vicine, alcune di un piano solo, altre più alte. Alcune avevano davanti all’ingresso una specie di porticato sorretto da colonne e pilastri e la tipica forma delle finestre arabe.
    Il sole inizia ad abbassarsi all’orizzonte e la città si accende di un colore caldo, bellissimo.
    Scattiamo ancora qualche fotografia e ripartiamo alla volta di Ibra, facendo ancora una sosta per vedere il tramonto nel bel mezzo del deserto.
    AdIbra troviamo facilmente il nostro hotel, Motel Ibra, che si trova sulla strada principale. Ci sistemiamo nelle camere e usciamo per fare due passi, compriamo qualcosa al supermercato e poi andiamo a cena, al ristorante turco Rawazen, che si trova esattamente di fronte al nostro hotel.

    Facciamo colazione nella pasticceria che si trova sotto l’hotel e partiamo per andare a visitare il mercato.
    La nostra tappa è stata calcolata per passare da Ibra proprio di mercoledì, giorno in cui si tiene il famoso mercato delle donne.
    Arriviamo al souq, qui c’è un grande mercato aperto a tutti. Vediamo persone vendere capre, dromedari, frutta, verdura…Alcune donne indossano sul viso la tipica maschera, di usanza beduina.
    Barbara e io, lasciati i ragazzi al souq, attraversiamo la strada e ci addentriamo nel mercato delle donne. C’è chi vende prodotti per la casa, abiti, stoffe, spezie. Ci sono alcune turiste come noi che girano per il mercato, tra la folla di donne del posto, mentre tutti gli uomini restano fuori.
    Finito il nostro giro, recuperiamo Enzo e Giuliano, ancora un passaggio per il souq e si riparte.
    Siamo di nuovo in viaggio, diretti verso sud. Abbiamo appuntamento alla stazione di servizio Al Maha a Al Wasil alle 15, dove aspetteremo il trasporto per il nostro hotel nel deserto, Sama Al Wasil. Arriviamo presto, così proseguiamo oltre Al Wasil e raggiungiamo Al Hawiyah. Si tratta di un villaggio immerso in un’oasi, circondato da dune di sabbia. Ci fermiamo in diversi punti per fare qualche fotografia. Ritornando verso la strada principale ci fermiamo ad Al Mintirib, dove visitiamo prima una “casa-museo” e poi il forte. La casa è un ammasso di oggetti di tutti i tipi con dita di polvere sopra, probabilmente siamo i primi ad entrarci dopo anni! Anche nel forte siamo soli, scattiamo un po’ di fotografie sotto il sole cocente.
    Tornati sulla strada 23, ci fermiamo in un ristorantino indiano per il pranzo e mangiamo il solito riso con il pollo.

    TERZA TAPPA
    Wahiba Sands, deserto e wadi – 2 e 3 novembre

    Dopo il pranzo, ci avviamo verso la stazione Al Maha e ci prepariamo per il deserto. Dopo una mezzora arriva il nostro autista, Amr, che ci porta a destinazione. Il campo si trova nel deserto a una quindicina di kilometri da Al Wasil. Con il fuoristrada di Amr, percorriamo delle “strade” che sembrano piuttosto battute. Arrivati in hotel, ci accomodiamo sotto le tende del cortile interno, dove ci offrono caffè, datteri e frutta.
    Ci sistemiamo nel nostro bungalow famigliare, un bungalow con due camere separate, ciascuna con il suo bagno e una terrazza in comune. La sistemazione è perfetta! Tramite la reception prenotiamo due escursioni, un giro in jeep al tramonto e il giro sui dromedari per il mattino successivo.
    Mentre aspettiamo che arrivi la jeep, decidiamo di salire su una duna. Facciamo una fatica pazzesca, salire sulla sabbia è davvero difficoltoso! I piedi affossano ad ogni passo e chili di sabbia entrano nelle scarpe. Arriviamo in cima stremati! Ma lo spettacolo è bello! Riprendiamo fiato e facciamo qualche foto al paesaggio, dune di sabbia che si estendono all’infinito… il deserto ha un fascino davvero particolare.
    Scendiamo dalla duna, molleggiando come cammelli, che spasso! Salire è un’impresa, ma scendere è divertentissimo!
    Dopo esserci svuotati le scarpe piene di sabbia, partiamo per la nostra escursione! Ahmed, al grido di yallayalla, ci scarrozza con la sua jeep in mezzo al deserto. Il ragazzino ci sa fare con il fuoristrada, ci porta su e giù per le dune, terrorizzandoci a volte, fino al tramonto quando ci fermiamo per scattare un po’ di foto. Salutiamo il sole e torniamo in hotel. Per cena c’è un ricco buffet e un buon barbecue di pollo e agnello. La serata è fresca, ma il pile è sufficiente. Dopo cena Giuliano e Enzo vogliono fotografare il cielo stellato, ci incamminiamo nel deserto, ma io e Barbara desistiamo, torniamo in hotel e ci accomodiamo attorno al falò aspettando i due “matti”!
    Il mattino dopo alle 5 siamo in piedi, chi prima chi dopo, saliamo di nuovo sulla duna per ammirare l’alba. Arrivati in cima è ancora buio, nell’attesa ci divertiamo con la macchina foto di Giuliano…
    La luce inizia ad aumentare, il paesaggio a prendere forma, la sabbia a colorarsi. Le stelle lasciano il posto al sole. Inizia un nuovo bellissimo giorno. Scattate le miriadi di foto, scendiamo affamati per la colazione. Subito dopo usciamo dal campo per andare a passeggio sui dromedari. Ritroviamo Amr, con un altro ragazzo e con 4 dromedari ruminanti, in particolare uno… assegnato a Barbara…
    Saliamo a bordo e si parte! Siamo due gruppetti, Enzo e Giuly e poi Ba e io…e con il dromedario di Barbara che lascia scappare espressioni di affetto per me durante tutto il tragitto! Un po’ come un gatto che fa le fusa, strofina il suo musetto sulla mia gamba!
    Saliamo e scendiamo dalle dune per una mezzora, poi si rientra.
    Dopo una doccia, siamo pronti. Amr ci viene a prendere per riportarci alla nostra macchina. Prima però ci fermiamo a casa sua, dove ci offre un caffè e dei datteri e dove gli ometti comprano la mussah o masar, il foulard tipico dei beduini…

    Riprendiamo la nostra macchina e ripartiamo. Prossima tappa, prima di raggiungere Sur, è Wadi Bani Khalid.
    Parcheggiamo la nostra auto e ci avviamo a piedi all’interno del canyon. In pochi minuti raggiungiamo una prima “piscina” dove c’è anche un coffee shop, percorriamo ancora qualche centinaio di metri ed eccoci nel punto in cui è possibile fare il bagno.
    Ci cambiamo, io e Barbara indossiamo dei leggins e una maglietta sopra il costume, i ragazzi invece possono fare il bagno solo con il costume. L’acqua è piacevolmente fresca e lo scenario è carino. Stiamo un po’ a mollo per riprenderci dal caldo.

    QUARTA TAPPA
    Sur e la costa – città e Wadi – 3 e 4 novembre

    Rinfrescati e rinvigoriti, torniamo alla macchina, ci cambiamo e ripartiamo! Arriviamo a Sur nel tardo pomeriggio, ci sistemiamo al Sur Hotel e usciamo per fare un giro. Andiamo sul lungomare, ci sono un sacco di ragazzini che giocano a calcio sulla spiaggia. Superiamo il ponte e arriviamo nel villaggio di Al Ayjah. Facciamo un giro veloce, non siamo particolarmente impressionati dalla cittadina o dal panorama. Questo posto va bene per una tappa di una notte, magari trascorrendo poche ore al tramonto, come stiamo facendo noi. Torniamo in hotel. Per cena andiamo da Barbecue Nation, un grande ristorante sulla strada principale. Siamo gli unici stranieri nel ristorante, infatti siamo gli unici a occupare i tavoli “aperti”, tutto attorno a noi ci sono decine di family room occupate da donne sole o famiglie. Moltissimi ristoranti in Oman hanno queste family room, pensiamo sia per dare la possibilità alle donne di stare senza velo e mangiare tranquillamente insieme alla famiglia senza essere viste da “occhi indiscreti”.

    Il giorno successivo partiamo da Sur abbastanza presto, direzione Muscat.
    Prima tappa Wadi Shab. Quando arriviamo il parcheggio non è ancora pieno, lasciamo la macchina, prendiamo dell’acqua e ci incamminiamo. Prendiamo la barca che per 1 ryal a testa porta dall’altra parte del fiume. Da lì inizia la camminata. Non è semplicissima, alcuni punti sono scivolosi, bisogna camminare sulle pietre e il sentiero non è sempre ben segnalato, ma è comunque fattibile anche per chi, come me, non è un super sportivo (o meglio… non lo è per nulla!). Per arrivare alla piscina dove fare il bagno ci vogliono circa 45 minuti di camminata nella gola di un canyon bellissimo. Sicuramente vale la pena.

    Arriviamo finalmente alla meta, ci prepariamo e ci buttiamo in acqua. Nuotando nel canyon, camminando e scivolando sulle rocce arriviamo all’ingresso di una caverna. Il passaggio è stretto. Una fessura nella roccia, dove può passare solo la testa. Il resto del corpo sottacqua. Si sbuca in una piscina con una cascata in una grotta, c’è un sacco di gente ovviamente, ma lo spettacolo è comunque bellissimo.
    Prima di avventurarci nell’impresa, abbiamo cercato un po’ di informazioni in internet sulla facilità del percorso. Da quanto avevamo letto pensavamo fosse più faticoso.
    Conviene portare una borsa impermeabile in cui mettere i propri effetti personali per non lasciarli in giro e non rischiare di bagnare tutto.
    Ci asciughiamo e riprendiamo il sentiero per tornare alla macchina… arriviamo praticamente asciutti.
    Prendiamo qualcosa al piccolo punto di ristoro che c’è nel parcheggio e ripartiamo, vorremmo trovare un posto per mangiare, ma la nostra ricerca si rivela inutile, non troviamo nemmeno un ristorante lungo la costa.
    Ci fermiamo a vedere delle spiagge e continuiamo la strada fino al Sinkhole. Parcheggiata l’auto, entriamo e ci affacciamo dal muretto che circonda questa specie di cenote. E’ un buco nella terra desertica con un lago all’interno… la natura è davvero incredibile!
    Non scendiamo, c’è davvero un sacco di gente che si accalca sulla piccola spiaggetta che emerge dall’acqua. C’è anche qualche matto che si tuffa giù per il buco.
    Scattiamo un po’ di foto e ripartiamo alla volta della nostra ultima meta: Muscat.

    QUINTA TAPPA
    Muscat, la capitale – 5 e 6 novembre

    Arriviamo a Muscat nel tardo pomeriggio, ci sistemiamo al Mutrah Hotel e usciamo. Facciamo un giro per il souq… carino, torneremo per un giro più approfondito. Per cena seguiamo il consiglio di un conoscente e andiamo al Bait Al Luban, uno dei pochi ristoranti omaniti del paese. Assaggiamo un po’ di piatti tipici e di dolci a base di dattero. Molto buono, molto bello, giustamente più caro degli altri ristoranti.
    Il mattino successivo iniziamo la giornata visitando la Royal Opera House, un edificio magnifico inaugurato nel 2011. È un teatro bellissimo, i marmi e le ricche decorazioni in stile arabo rendono l’interno estremamente raffinato ed elegante.
    Riprendiamo la macchina e raggiungiamo la Grande Moschea del Sultano Qaboos, terza moschea più grande del mondo e luogo di culto più imponente dell’Oman.
    I Musulmani possono ovviamente entrare nell’edificio in qualunque momento, mentre ai non credenti sono riservate solo alcune ore del giorno (8-11). Le donne devono essere completamente coperte, volendo è possibile noleggiare un abito nel negozietto davanti all’ingresso… cosa che dobbiamo fare io e Barbara in quanto i nostri veli non coprono abbastanza.
    L’interno della grande moschea è meraviglioso, le decorazioni sono eccezionali, i colori riempiono gli occhi e il grande tappeto persiano è assolutamente incredibile.
    Torniamo verso Mutrah e passeggiamo lungo la Corniche con “pausa pranzo” in un ristorante sul lungomare.
    Nel primo pomeriggio andiamo a vedere i forti Al Jalali e Al Mirani, visibili solo dall’esterno, e successivamente il palazzo del Sultano. Il palazzo è immenso, si affaccia sul mare, protetto ai lati dai due forti. Fotografiamo la facciata colorata, molto particolare.
    Torniamo a Mutrah per lo shopping.
    Il souq è grande ed è possibile trovare qualsiasi genere di prodotti (dal detersivo ai gioielli) e di souvenir: franchincenso, pugnali, lampade, brocche… c’è una vasta scelta!
    Girando nelle viuzze passiamo anche dal souq dell’oro, decine di gioiellerie, una attaccata all’altra, nessuna vuota!
    Ciascuna ha le sue clienti, tantissime donne che fanno acquisti!
    Per la cena, dopo aver consultato internet, decidiamo di andare a mangiare al ristorante Turkishhouse, facciamo una bella scorpacciata di pesce alla griglia e di ottimo pane turco (una specie di focaccia).
    Arriva purtroppo l’ultimo giorno di vacanza, facciamo ancora un giro nel souq e verso le 11 torniamo in aeroporto. Riconsegnata l’auto, lasciamo gli zaini al check in ed entriamo nell’area delle partenze. Alle 14 lasciamo a Muscat.
    Arriviamo al freddo di Malpensa in orario, ritirati i bagagli e recuperate le nostre auto e ci salutiamo, soddisfatti del viaggio appena condiviso.
    L’Oman è stato vario, interessante e sorprendente. Un paese da visitare e da consigliare. Storia, cultura e natura regalano un mix piacevole ed intrigante, che rende questo giro davvero particolare.
    Ora non ci resta che organizzare il prossimo viaggio insieme… e abbiamo già in mente qualcosa!
    A presto!

    Cri, Enzo, Barbara e Giuliano

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    Elis Calegari
    Elis Calegari
    Elis Calegari è nato a Caselle Torinese il 24 dicembre del 1952. Ha contribuito a fondare " Cose Nostre", firmandolo sin dal suo primo numero, nel marzo del '72, e, coronando un sogno, diventandone direttore responsabile nel novembre del 2004. Iscritto all' Ordine dei Giornalisti dal 1989, scrive di tennis e sport da sempre. Nel corso della sua carriera giornalistica, dopo essere stato collaboratore di prestigiose testate quali “Match Ball” e “Il Tennis Italiano”, ha creato e diretto “Nuovo Tennis” e “ 0/15 Tennis Magazine”, seguendo per più di un ventennio i più importanti appuntamenti del massimo circuito tennistico mondiale: Wimbledon, Roland Garros, il torneo di Montecarlo, le ATP Finals a Francoforte, svariati match di Coppa Davis, e gli Internazionali d'Italia per molte edizioni. “ Nuovo Tennis” e la collaborazione con altra testate gli hanno offerto la possibilità di intervistare e conoscere in modo esclusivo molti dei più grandi tennisti della storia e parecchi campioni olimpionici azzurri. È tra gli autori di due fortunati libri: “ Un marciapiede per Torino” e “Il Tennis”.

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