Dopo una lunga e aspra battaglia contro i malanni e la sorte, Sergio Alice se n’è andato.
Nato a San Maurizio nel 1944, allievo di Alvaro Corghi e Pippo Bercetti, diplomatosi in cartellonismo pubblicitario, dalla metà degli Anni ’60 prese a mostrare la sua capacità espressiva attraverso quadri che, partendo da luci e ombre, di muri scrostati e malinconici scorci che riportano ad un mondo rurale e antico, suscitano e fanno crescere «il senso di qualcosa che era vivo e si corrompe, si sfalda, diventa polvere». Di lui ebbe a scrivere Mariapia Bonanate, nell’introduzione al catalogo di Alice in occasione di una mostra del 1992 a Torino, nel Palazzo della Regione: «Case e muri, avvolti in un’atmosfera segreta che esibiscono, nella corrosione degli intonaci e nelle crepe dei muri, cicatrici non rimarginate, testimoni di quella dissoluzione delle cose che Alice insegue quasi con un’esasperata compiacenza, per capire, per sapere, dove si annidano le ragioni di un transito terreno tanto rapido, della corruzione di una realtà dove tutto è relativo e niente riesce a rimanere intatto. Il suo pennello è come un bisturi che cerca di circoscrivere i guasti del tempo, di metterli a nudo, di isolarli, perché ci parlino e ci insegnino a guardare oltre le apparenze, al di là delle superfici, per raggiungere il cuore e l’essenza”.
Sergio Alice ha sempre vissuto e lavorato a San Maurizio; ha fatto parte fa parte della “Consorteria dei figuranti”, che si riproponeva di riportare in auge la pittura ad affresco. Alice è presente con suoi affreschi a Trivero (Vercelli), Maglione (Torino), Santhià (Vercelli), Zanco (Asti), Salussola (Vercelli) e a San Maurizio nel palazzo comunale e nella cappella dei parroci.
L’elenco dei premi e riconoscimenti guadagnati da Alice e dalla sua arte nel corso degli anni è stato lungo e articolato, ma noi lo ricorderemo per le vignette che per alcuni anni caratterizzarono la prima pagina di Cose Nostre. Come le ha definite Piero Ferroglia “piccole scenette che portano in evidenza in modo ironico i curiosi modi di dire che arricchiscono il nostro linguaggio quotidiano, dando così forma visiva e ironica ad un personaggio che è anche la sua simpatica e caricaturale rappresentazione”.
Ciao Sergio, grazie di tutto e che la terra ti sia sempre leggera.