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lunedì, Aprile 29, 2024

    Il giovane Puccini

    Celebrazioni tra l’Orchestra Sinfonica Nazionale RAI e il Teatro Regio

    Nel 1924, a 66 anni, morì a Bruxelles Giacomo Puccini, lasciando incompiuta «Turandot». La data è diventata emblematica: dato che gli altri operisti della sua generazione (Cilea, Giordano, Mascagni, Zandonai), benché più giovani di lui e sopravvissutigli diversi decenni, dopo la Prima Guerra Mondiale non composero più opere destinate a rimanere in repertorio, la morte di Puccini nel sentire comune coincide con la fine del teatro d’opera italiano tradizionale. Il centenario viene celebrato in ogni luogo in cui si produca opera, e, del resto, non è che Puccini abbia bisogno di essere riscoperto, dato che almeno metà dei suoi titoli circolano regolarmente nei teatri di tutto il mondo. Il Regio di Torino ha voluto dedicare alla circostanza un’attenzione particolare, mettendo in programma, nell’arco di un paio di stagioni, l’allestimento dell’intero catalogo operistico pucciniano. Su queste pagine si sta occupando di Puccini la collega Luisa Forlano nel suo prezioso “angolo”, per cui cerco di non sovrappormi ai suoi articoli, e di dirvi qualcosa su una fase meno nota della carriera del compositore, celebrata in questi mesi tra l’auditorium Rai e il Teatro Regio.

    Come ogni artista, infatti, Puccini ebbe un suo periodo di formazione che precedette l’approdo al teatro musicale. In quegli anni, tra la natale Lucca, dove iniziò gli studi e la carriera da musicista, e Milano, dove si perfezionò al Conservatorio, il giovane Giacomo non fu affatto inattivo; anzi, la maggior parte delle sue composizioni non destinate al teatro nacquero proprio in quel primo periodo: successivamente al debutto operistico compose soltanto un Requiem, alcune liriche per voce e pianoforte e poche altre pagine sparse. Il 20 marzo, all’auditorium “Arturo Toscanini”, l’Orchestra Sinfonica Nazionale RAI ha voluto dedicare un concerto proprio al “Giovane Puccini”, e lo ha aperto con il «Capriccio sinfonico» del 1883, saggio finale di composizione a seguito del quale un allora celebre critico gli profetizzò un futuro da sinfonista. La capacità di maneggiare l’orchestra è sicuramente ammirevole, ma, a posteriori, non si può negare che il pezzo ‒ in due sezioni, la prima destinata a creare un’atmosfera, e l’altra di spiccato gusto teatrale, tanto che fu rielaborata dal compositore come apertura della «Bohème» ‒ lasciasse percepire una vocazione al teatro d’opera. La serata si è conclusa, facendo un passo indietro nel tempo, con la Messa a quattro voci (impropriamente detta «Messa di Gloria») del 1878-1880, composta da un Puccini poco più che ventenne nel periodo lucchese, quando pareva destinato a un avvenire da compositore di musica sacra. In questa Messa sembra quasi che Puccini, nel suo entusiasmo giovanile, voglia sperimentare e accostare i vari stili con cui attraverso i secoli erano state scritte le Messe (dalla polifonia sacra al contrappunto alla vocalità operistica). Oltre all’OSN RAI hanno interpretato la composizione l’ottimo Coro del Teatro Regio, l’impeccabile baritono Markus Werba e il tenore Giulio Pelligra. Al centro del concerto hanno trovato posto Preludio e Tregenda da «Le Villi», la prima opera teatrale composta da Puccini, nel 1883, che segnò il suo passaggio alla carriera di operista che lo avrebbe reso immortale. La Tregenda è forse stato il passo più riuscito di tutta la serata, anche perché la sua sonorità percussiva risulta affine alle corde del direttore Michele Gamba, che altrove è parso corretto ma un po’ povero di sfumature.

    Proprio «Le Villi» è il titolo in cartellone al Teatro Regio in questo mese di aprile. Si tratta di un’opera breve (poco più di un’ora di musica), su libretto di Ferdinando Fontana, scritta in un atto per il concorso indetto dall’editore Sonzogno, poi lievemente ampliata e suddivisa in due atti, che tratta un argomento leggendario: le villi sono infatti le anime vendicative di fanciulle morte per amore che tornano in terra per punire i loro traditori. I due atti, separati da un intermezzo sinfonico, sono quasi come due scene a sé stanti dal carattere profondamente diverso: il primo, più legato alla tradizione ottocentesca italiana, è un idillio alpino; il secondo, con l’ingresso delle villi, è la vera tragedia leggendaria di matrice nordeuropea. Il tema fantastico, estraneo alla tradizione operistica italiana, così come l’importanza attribuita alla componente sinfonica, rivelano un Puccini attento alle istanze di rinnovamento del melodramma italiano propugnate dai musicisti della generazione degli Scapigliati. Considerare «Le Villi» un capolavoro dimenticato è forse eccessivo, ma si tratta sicuramente di un’opera gradevole e interessante che testimonia l’approdo al teatro musicale di un musicista venticinquenne di belle speranze, che sarebbe diventato l’ultimo caposaldo della tradizione operistica italiana.

    Questo mese al botteghino…

    Unione Musicale: (https://www.unionemusicale.it/) Numerosi appuntamenti tra il Conservatorio e il Teatro Vittoria. Si segnala, il 5 maggio alle 16:30 al Teatro Vittoria, l’Orchestra da Camera Accademia, con Enrico Dindo nel ruolo di violoncello e direttore, in musiche di Dvorak e Cajkovskij. L’8 maggio, al Conservatorio, recital del pianista Gabriele Carcano (Grieg, Brahms, Schumann).

    Filarmonica: (https://www.oft.it/it/) Il 23 aprile al Conservatorio prosegue la stagione dedicata ai “profumi”, con “Fougère”, direttore Sergio Lamberto, flauto Sébastian Jacot, musiche di C.P.E. Bach e di Reinecke.

    Accademia Stefano Tempia: (https://www.stefanotempia.it/)

    Polincontri Classica: (http://www.policlassica.polito.it/stagione) Il 6 maggio alle 18 “Fortissimo Polito”, concerto-spettacolo ideato e presentato da Amanda Sandrelli.

    Educatorio della Provvidenza: (https://www.educatoriodellaprovvidenza.it/) Il 19 aprile, per la stagione di SmartOpera, serata dedicata all’Italia nel teatro d’opera.

    Concertante: Numerosi appuntamenti in varie sedi e orari. Si segnala, il 12 maggio alle 16 a Palazzo Barolo, maratona chopiniana con i pianisti Alfredo Castellani, Giacomo Fuga, Massimiliano Génot, Adalberto Riva, voce recitante Beatrice Bonino.

    Orchestra Rai: (http://www.orchestrasinfonica.rai.it/) Il 9-10 maggio Andrés Orozco-Estrada dirige il Concerto n. 3 per pianoforte e orchestra di Beethoven (solista Emanuel Ax) e la Symphonie Fantastique di Berlioz. Il 16-17 maggio Daniele Gatti dirige la Sinfonia n. 34 di Mozart e la Sinfonia n. 10 di Sostakovic.

    Concerti Lingotto: (https://www.lingottomusica.it/) Il 23 aprile l’orchestra Il Pomo d’Oro propone pagine di Vivaldi, Tartini e Sollima. Si esibiscono come solisti Federico Guglielmo (violino) e lo stesso Giovanni Sollima (violoncello).

    Teatro Regio: (https://www.teatroregio.torino.it/) Dal 19 al 26 aprile Le Villi di Puccini, con Roberta Mantegna, Martin Muehle, Simone Piazzola (cui si alternano Laura Giordano, Azer Zada, Gezim Myshketa), direttore Riccardo Frizza, regia di Pier Francesco Maestrini. Dal 4 al 7 maggio, al Piccolo Regio, The Tender Land di Aaron Copland. Per la stagione di Concerti, il 22 aprile proiezione del film Il grande dittatore di Charlie Chaplin, con musica eseguita dal vivo sotto la direzione di Timothy Brock.

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