Lo scorso 19 settembre un’interrogazione presentata dal Gruppo Consiliare Progetto Caselle 2027 accendeva i riflettori sulla presenza, anche a Caselle Torinese, di alcuni immobili sequestrati alle mafie, e in particolare alla ‘ndrangheta.
In base ai dati presenti sul Geoblog di Libera Piemonte – riferisce l’interrogazione – nel Comune di Caselle, in particolare, ci sono una villa in viale Alcide Bona, con autorimessa e tettoia, e un appartamento in condominio, in via Goretta. La prima sottoposta a confisca definitiva dal Tribunale di Torino nel 2013, il secondo nel 2018.
Chiede l’interrogazione se l’Amministrazione Comunale ne è a conoscenza e se ha intenzione di chiedere l’assegnazione dei suddetti immobili per le finalità sociali consentite dalle leggi, e se a tal fine ha già contattato l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati alla criminalità organizzata (ANBSC). Chiede inoltre se non sia opportuno pubblicare anche sul sito istituzionale del Comune l’elenco dei beni confiscati alla mafia presenti sul nostro territorio.
Nel Consiglio Comunale del 29 settembre il sindaco Marsaglia ha letto la risposta predisposta dall’Amministrazione, che in sintesi riferisce che:
– sono corretti i dati riportati sul Geoblog di Libera riguardanti Caselle;
– per quanto riguarda la destinazione degli immobili, sentita l’Agenzia ANBSC, l’immobile di via Goretta non può ancora essere destinato perché è in corso a cura dell’Agenzia il procedimento di verifica dei cespiti; per i beni di viale Bona, espletate le attività di verifica, saranno sottoposti, se destinabili, alla prossima Conferenza dei Servizi con la Città Metropolitana;
– il Comune ha avviato le procedure per l’accreditamento sul portale dell’Agenzia.
Per quanto riguarda gli obblighi di pubblicazione dell’elenco dei beni confiscati sul sito del Comune, essi decorreranno in una fase più avanzata della procedura, ma – osserva Endrio Milano, capogruppo di Progetto Caselle 2027 nella sua replica – anche se non è un obbligo di legge mettere l’elenco sul sito del Comune, è importante per alzare la soglia dell’attenzione sul fenomeno delle infiltrazioni mafiose nel nostro territorio. Come pure non è accettabile lasciare “alle sole autorità competenti” le valutazioni sul fenomeno; per Endrio Milano “il Consiglio Comunale è la prima autorità competente”.