Incredibile ma vero! Il Comune di Mappano, mentre si susseguono gli incontri in Città Metropolitana per cercare di districare l’intricata matassa dei criteri di riparto con i Comuni cedenti, dà mandato ad uno studio legale per valutare l’ipotesi di affidamento “d’incarico legale per avanzare esposto/richiesta di parere alla Corte dei Conti in ordine al fatto che i Comuni di Caselle Torinese, Borgaro Torinese, Leinì e Settimo Torinese risulterebbe non abbiamo tenuto correttamente contro delle entrate e spese di competenza del Comune di Mappano”.
Questo si legge dalla Delibera di Giunta n.16 del 30 gennaio scorso, da cui è stato estrapolato il virgolettato.
L’Amministrazione Grassi avrebbe quindi chiesto al proprio legale di fiducia se ci siano i presupposti per “autorizzare il Sindaco alla presentazione di ricorso al TAR per l’annullamento dei bilanci dei Comuni cedenti che non tengano conto, nella redazione, delle previsioni della legge regionale n.1/2013, istitutiva di Mappano e del distacco operato dagli stessi di territorio e popolazione”.
Una vera e propria “dichiarazione di guerra” che non ha tardato a generare una risposta netta da parte dei quattro sindaci dei Comuni cedenti (Baracco, Gambino, Leone e Puppo).
Il duro comunicato congiunto dei sindaci, diffuso il 12 febbraio: “Venerdì u.s. (Il 9 febbraio; ndr) si è tenuto un Tavolo Tecnico organizzato dalla Città Metropolitana di Torino per definire i criteri di ripartizione del personale da destinare al nuovo Comune di Mappano e le bozze di convenzione tra Mappano e i comuni cedenti (Leini, Borgaro T.se, Caselle T.se e Settimo T.se).
I Sindaci (ed i loro delegati) dei Comuni cedenti, seppur arrivati con delle soluzioni concrete per agevolare la costituzione della struttura tecnica del Comune di Mappano e per la definizione delle convenzioni per mantenere i servizi attivi, hanno trovato sul tavolo negoziale l’ostilità del neo-Comune manifestata attraverso una delibera che dà mandato al Sindaco Grassi di ricorrere presso il Tar contestando i Bilanci di Previsione 2018 ed i consolidati del 2017 dei Comuni cedenti.
Questa azione, immotivata visto il percorso responsabile avviato dalle quattro Amministrazioni cedenti, preclude la prosecuzione dell’attività di collaborazione tra i cinque Comuni delegando le azioni future, che incideranno sulla comunità mappanese, non più alla politica ma alla magistratura.
Ci auguriamo, soprattutto per il bene dei mappanesi, che il sindaco Grassi annulli la delibera e consenta la ripresa del dialogo tra il Comune da lui rappresentato e le 4 Amministrazioni cedenti”.