Piano Regolatore di Caselle: al via una Variante Generale

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Risale al 2001 l’approvazione da parte della Regione Piemonte del Piano Regolatore Generale Comunale (PRGC) vigente a Caselle. Successive varianti e modifiche l’hanno poi ritoccato, fra cui le più recenti la Variante parziale n.7 del 2015, dedicata alle Aree ATA, e la variante strutturale n.1 del 2016; infine, recentissima, la variante parziale n. 8 approvata in Consiglio Comunale il 29 luglio scorso.

Ha quindi forse un po’ sorpreso la notizia dell’avvio, in Comune, delle procedure per una nuova Variante Generale. Così prevede la delibera di giunta n.33 del 15 aprile scorso,  che fissa apposite linee di indirizzo per la sua stesura. Pochi giorni dopo, il 20 aprile, una determina del Responsabile del Settore Urbanistica, Giorgio Bertolino, ha avviato la procedura per l’affidamento, tramite trattativa diretta, dell’incarico professionale per la redazione della variante generale al Piano Regolatore, comprendente proposta tecnica e progetto preliminare. L’importo di affidamento ipotizzato è di 68.000 euro, più IVA e Cassa Previdenziale, per un totale presunto di spesa di circa 86.000 euro. Destinatario individuato per l’affidamento è lo studio SMA Progetti, con sede in Torino, corso Moncalieri.

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Il nostro giornale ha incontrato, negli uffici tecnici di via Cravero, il sindaco Luca Baracco, che ha le deleghe per l’Urbanistica, e il geom. Giorgio Bertolino, per avere maggiori informazioni. Qui di seguito le domande poste e la sintesi delle risposte.

Nella delibera di giunta, è scritto che “risulta necessario e urgente procedere, entro i termini di vigenza di questa Amministrazione Comunale, in scadenza al 30/05/2022 (salvo proroghe per l’emergenza sanitaria in atto), ad una revisione generale del P.R.G.C. vigente”. Quali sono le motivazioni per questa urgenza? Non potrebbe essere l’Amministrazione Comunale subentrante il prossimo anno a provvedere a questo adempimento? Quali sono i principali passaggi e le tempistiche che si possono prevedere per arrivare all’approvazione definitiva di questa Variante Generale?

Bisogna tener conto che l’attuale Piano Regolatore comprende ancora il territorio dell’ex frazione di Mappano. Il nuovo Comune di Mappano ha avviato le procedure per elaborare il suo PRGC, per cui anche noi siamo vincolati a partire con una revisione generale del nostro e a fare l’adeguamento obbligatorio della strumentazione urbanistica, con il ricalcolo della dotazione degli standard, e in particolare quelli per le aree a servizi pubblici. Per quanto riguarda le tempistiche necessarie, per arrivare all’approvazione definitiva servono in genere 2,5 – 3 anni, dato anche il necessario coinvolgimenti degli enti chiamati ad esprimersi. L’obiettivo di questa Amministrazione è consegnare alla prossima almeno il progetto preliminare approvato, e con un anno di tempo davanti dovremmo farcela. Poi, ovviamente, la prossima Amministrazione sarà libera di apportare, in fase di elaborazione del progetto definitivo, le modifiche che riterrà opportune, come pure tutti i cittadini potranno formulare osservazioni e proposte; il processo di elaborazione del Piano Regolatore è d’altra parte molto democratico e partecipativo.

L’anno scorso, a valle dell’approvazione definitiva a luglio della Variante Parziale 8,  c’è stato un ricorso alla Regione di alcuni privati. Quali gli effetti?

Il ricorso, di alcuni privati, era relativo alla modifica della regolamentazione delle aree RN1a. La Regione Piemonte l’ha accolto per cui quel solo specifico punto è stato rimosso dalla Variante. Tutti gli altri punti toccati dalla Variante 8, fra cui la nuova regolamentazione dei sottotetti, sono attualmente vigenti.

Torniamo alla nuova Variante Generale. Come supporto per la sua elaborazione, questa volta non siete più ricorsi allo Studio del prof. Barbieri, che aveva firmato il precedente Piano e le sue successive varianti. Ora avete proposto l’affidamento a un altro soggetto, lo Studio SMA Progetti di Torino.

Si, questo nell’ottica di una opportuna rotazione negli incarichi. Sulla piazza torinese non sono molti, 3 o 4 in tutto, gli studi professionali specializzati in urbanistica e ben strutturati, in grado di coprire tutte le competenze specialistiche necessarie. Lo Studio SMA Progetti, già noto come Studio Mellano, è fra questi e, per quanto abbiamo potuto appurare, vanta molte referenze avendo gestito i piani regolatori di molti comuni della cintura analoghi al nostro.

Veniamo ai contenuti che potrà avere questa Variante. Nell’ottica della diminuzione del consumo del suolo, non è previsto, in occasione di questi aggiornamenti del Piano Regolatore, di trovare destinazioni alternative per quelle aree edificabili su cui i proprietari dopo 20 anni non hanno ancora realizzato l’intervento previsto dal Piano? Come funziona concretamente questo adempimento previsto dalle normative regionali? Ci sono degli automatismi?

No, non ci sono automatismi. Questa verifica si fa, e in certi casi può essere richiesta anche dagli uffici regionali, se questi notano aree in cui sono previsti interventi da molto tempo inattuati. In ogni caso le proprietà coinvolte vengono interpellate e hanno possibilità di presentare controdeduzioni.

Nelle linee guida che avete approvato, c’è la “Rilocalizzazione delle aree industriali attualmente insediate nel centro abitato”. In un’altra, si parla di “riqualificazione di siti industriali a ridosso del centro storico”. Potete farci qualche esempio?

Il caso più noto, anche per le implicazioni ambientali connesse, è quello della ex Metalchimica. Venendo ad aree più vicine al centro abitato, aree industriali potenzialmente rilocalizzabili si possono trovare ad esempio  in via Filatoio e in via degli Orologi.

Un provvedimento specifico citato nelle vostre linee guida riguarda la presenza del pozzo idropotabile esistente fra viale Bona e via Vietta, e che risale come realizzazione ai tempi della costruzione del Lanificio Bona. Ma non è abbandonato da tempo?

Il pozzo di acquedotto di viale Bona

No, quel pozzo in realtà è ancora operativo per SMAT, anche se con una portata molto limitata che viene utilizzata nei momenti di punta. La politica di SMAT è comunque di non dismettere pozzi esistenti, se non previa individuazione di un pozzo sostitutivo. La presenza di quel pozzo, con la fascia di rispetto di 200 metri in una zona della città molto urbanizzata, pone peraltro vincoli per tanti interventi, e ne impedisce alcuni. Siamo pertanto in contatto con SMAT per valutare la ricollocazione in ambito idoneo di quel pozzo idropotabile, e la revisione del Piano ne dovrà tener conto.

La zona di vincolo per il pozzo di viale Bona

Un’altra linea guida cita la “Risoluzione dell’annoso problema relativo alle strade private ad uso pubblico”. Come intendete muovervi al proposito?

Si tratta veramente di un annoso problema, su cui vogliamo provare ad intervenire. Ci sono strade in origine private ove lo sviluppo edilizio ha fatto emergere un utilizzo pubblico; per altre vie, specie quelle cieche, è difficile parlare di uso pubblico. Vorremmo fare un po’ di pulizia, e superare, con l’aiuto dei professionisti che ci supporteranno, i casi ibridi.

Un’altra linea guida parla di “rendere efficace l’utilizzo della capacità edificatoria del Comune”. Cosa si intende?

L’esperienza operativa acquisita in questi anni richiede un ulteriore affinamento dei meccanismi già previsti, dando maggiore forza operativa al rapporto “pubblico-privato”, così da rendere efficace l’utilizzo della capacità edificatoria del Comune. Un esempio in proposito si trova nelle norme attuative di piano rivolte all’attuazione del parco urbano previsto vicino al Prato Fiera, quello che abbiamo chiamato il “Parco Centrale”.

Nel documento approvato in Giunta si parla anche del ruolo delle infrastrutture strategiche per Caselle, in particolare degli interventi connessi alle Aree ATA, nonchè la prossima attivazione, a inizio 2023, di un servizio ferroviario cadenzato verso Torino sulla linea Torino –Ceres.

Certo; in effetti quei due interventi, ormai prossimi alla fase attuativa, nella nostra visione sono fondamentali per il futuro di Caselle e la revisione generale del PRGC ne deve analizzare compiutamente tutte le ricadute.

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