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lunedì, Maggio 13, 2024

    Invito a Bergamo

     

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    Motivi di lavoro ci hanno condotto a vivere alle soglie della Val Brembana per lungo tempo, alcuni anni orsono, e la protratta permanenza ci ha permesso di approfondire aspetti affasci

    nanti di un luogo che forse non avremmo apprezzato abbastanza.

     

    La “Città dei Mille” (quale la definì il generale Giuseppe Garibaldi che ebbe centottanta uomini provenienti dalla provincia orobica fra i propri mille volontari) oggi duramente provata da una battaglia con la natura -difficile confronto in cui tutti siamo al momento coinvolti- sfoggia il solido carattere finanche nella conformazione urbanistica. Dal torrione della possente Rocca sul colle di Sant’Eufemia -fortificazione di origine trecentesca che ospita il Museo dell’Ottocento, in Città Alta- si può dominare con lo sguardo l’intero territorio circostante.

     

    Non lontano, una delle ulteriori sedi del “Museo delle storie di Bergamo” è il Convento di San Francesco, edificio impreziosito da importanti affreschi, provvisto di suggestivi chiostri e luogo di visita per il Museo della fotografia Sestini.

     

    Intorno al nucleo storico della città, le maestose Mura Venete, provviste di cannoniere sotterranee accessibili, fronteggiano la pianura sottostante: l’imponente cinta muraria venne iniziata nel 1561 per difendere la città dal confinante Stato milanese, nel periodo in cui Bergamo apparteneva politicamente alla Repubblica di Venezia.

     

    Nelle mura furono costruite quattro porte, fra le quali quella di S. Giacomo conserva lo stemma del Leone di San Marco mentre quella di S. Lorenzo è detta “Porta Garibaldi”, poiché l’”eroe dei due mondi” vi entrò con i Cacciatori delle Alpi.

     

    Le Muraine, cinta daziaria di epoca presumibilmente medievale situata nella Città Bassa, fu invece abbattuta a favore dei Propilei neoclassici di Porta Nuova, prossimi al “Monumento al partigiano” di Giacomo Manzù (+1991), originario della stessa città, di cui numerose creazioni sono conservate al Palazzo della Provincia accanto ad opere di altri significativi autori locali.

     

    Sculture di Manzù si possono ammirare inoltre alla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea (GAMeC), che recentemente ha dato vita a “Radio GAMeC” “per condividere testimonianze da una delle città più drammaticamente colpite dall’emergenza sanitaria in corso e […] continuare a respirare cultura, per raccontare il presente e immaginare un futuro tutto da costruire”.

     

    La Galleria si trova di fronte all’Accademia Carrara, pinacoteca sorta a fine Settecento le cui collezioni si possono altresì apprezzare attraverso il catalogo online.

     

    Nella Città Alta, considerevoli edifici storici (il medievale Palazzo della Ragione -ove sono collocati gli affreschi con cui Bramante decorò la facciata del vicino Palazzo del Podestà, Palazzo Nuovo -costruito su disegno di Vincenzo Scamozzi- ed il “Campanone”) e religiosi (Duomo, Basilica di Santa Maria Maggiore, Cappella Colleoni, Battistero) attorniano Piazza Vecchia e Piazza Duomo. Palazzi nobiliari sorgono nel centro storico, quali i barocchi Palazzo Moroni, affidato al FAI, e Palazzo Terzi, elogiato da Herman Hesse.

     

    Nel Duomo è posta la scultura dedicata da Manzù a San Carlo Borromeo, mentre nella Basilica sono esposte le tarsie del coro, realizzate su disegno di Lorenzo Lotto (+1556). Lotto visse a Bergamo dal 1513 al 1525 ed i suoi dipinti sono diffusi in varie chiese e musei della città –compreso il Museo Diocesano Bernareggi, oltre che nella chiesa dei Santi Vincenzo e Alessandro a Ponteranica e nell’oratorio Suardi a Trescore Balneario.

     

    Pure nei paesi intorno a Bergamo s’innalzano infatti monumenti stupefacenti, quali edifici romanici tra cui la Rotonda di San Tomè, la chiesa di San Giorgio ed il complesso della Madonna del Castello ad Almenno San Bartolomeo e Almenno San Salvatore.

     

    Nei piccoli centri si possono scegliere altresì strutture ricettive ove il viaggiatore incontra un piacevole ambiente, c

    ome per esempio “Al Vecchio Molino” di Valbrembo.

     

    Sulle pareti del corridoio che collega l’ingresso sud con la torre 7 dell’ospedale intitolato a papa Giovanni XXIII è stato organizzato nel 2015 il progetto d’arte pubblica “The Tube One”, a cura dell’artista Manuel Bonfanti. Diciotto autori bergamaschi hanno donato alcuni lavori per la mostra permanente. Al progetto è seguito nel 2018 l’allestimento di un’esposizione permanente dal titolo “INV.” nel corridoio di Radiologia dalla torre 2 alla 5. Una selezione di opere, curata da Claudia Santeroni, è stata infatti regalata dalla Galleria Fumagalli.

     
    Nello stesso ospedale, una parte del cui parco ha la forma del “Terzo Paradiso” (simbolo ideato da Michelangelo Pistoletto), sulla facciata della torre 4 si può contemplare infine l’opera “Angels” di Franco Rivolli. Ci uniamo a questo ringraziamento verso tutti coloro che sono impegnati nell’odierna battaglia per salvare vite, con la speranza che la bellezza dell’arte, e soprattutto quella interiore, possano parimenti spingere l’umanità ad aiutare chi, alla fine della tempesta, sarà rimasto indietro.
     
     

     

     

     

    Basilica di Santa Maria Maggiore e Cappella Colleoni

     

    Bergamo

     

     
     

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