Torre Porta a Perosa
Il Canavese vanta oltre 10 torri porta – legate alla presenza di ricetti o castelli – il cui modello è solitamente costituito da “una apertura dal lato rivolto verso l’interno dello spazio murato” ( Enrico Lusso ).
Il Canavese montano presenta pochi esempi, da Pont a Fiorano, al castello di Valperga – importante per posizione strategica, inizio secolo X – con una scenografica rampa di ingresso e brevi terrazze. Ma l’antico accesso è costituito da una Torre-Porta che s’eleva in forma massiccia con un voltone e il solo ornamento della linea marcapiano.
La terra canavesana è legata alla presenza – oltre che sabauda – dei marchesi del Monferrato, dei nobili Valperga e San Martino sino al condottiero Facino Cane ( + 1412 ) al servizio degli Scaligeri e dei Visconti; in ultimo, non si scordi il movimento contadino antifeudale del “Tuchinaggio” importato dalla Francia ed esteso in Piemonte. Il termine deriva da “miserabile”.
Ritornando nella piana, il solo esempio di Torre-Porta, pur su base non rettangolare ma cilindrica, è quello di Salassa: opera alta e snella che consentiva l’accesso al ricetto. In una delle parti si vede un’unica finestra con cornice in cotto; utile certo ma esteticamente discutibile, la presenza dell’orologio posizionato solo nel secolo ventesimo.
Interessante è la località di Busano – il cui insediamento sorge non lontano dal monastero benedettino di San Tommaso ( solo femminile ) – che conserva resti del ricetto e la cui torre presenta i bolzoni del ponte levatoio e una costruzione successiva prevista per collocarvi le campane.
A Torre Canavese la Torre-Porta si raggiunge percorrendo una pittoresca strada – ornata di recente con affreschi e dipinti legati alla terra degli zar – interrotta dallo spiazzo sul quale s’affaccia la chiesa parrocchiale; superato l’ingresso, ecco il rimaneggiato castello sede di mostre di prestigio antiquariato. Priva di ponte levatoio, questa torre presenta un arco “a pieno centro con ghiera”, a rare aperture sulle facciate.
Solenne è la porta di Perosa già collegata al castello di San Martino; al fine di accontentare la comunità, anche qui si collocano le campane cancellando la merlatura sommitale quattrocentesca. L’ingresso è in forma di arco ogivale e il prospetto ( e le relative sezioni ) vengono disegnati nel 1890 da C. Boggio.
La “torre” ha origini molto antiche; è però nel Medioevo che questo manufatto assume fondamentale importanza difensiva e di avvistamento, dal donjon – torrione che s’identifica con il mastio e il cassero – alla tower che lega il proprio nome talvolta a un’intera città.
Molto sviluppata in senso verticale, la torre diviene parte integrante di un castello, delle mura, s’inserisce nella facciata di un edificio sacro abbracciando, nel suo ergersi, anche fari e isolati campanili.