Giovedi 21 maggio si è svolta la Commissione Lavori Pubblici ed Ambiente, convocata a seguito della richiesta del consigliere di minoranza Mauro Esposito. Oggetto: la vicenda della messa in sicurezza e bonifica ambientale del sito industriale ex Metalchimica, già oggetto di interrogazioni da parte dello stesso Esposito, con risposta scritta pervenuta dall’Amministrazione Comunale ritenuta non soddisfacente.
La Commissione si è svolta in diretta streaming, con possibilità per il pubblico di seguirla sul canale Youtube della segreteria comunale. Pessima però la qualità del collegamento, tanto da mettere a rischio la possibilità di continuare la seduta, per la ricezione audio di alcuni dei partecipanti al limite della comprensibilità.
Oltre al Sindaco e ai componenti della Commissione Permanente, era presente come consulente tecnico l’ing. Giuseppe Accattino, della società Geostudio di Torino, che negli anni passati aveva seguito progettazioni e direzione lavori di alcune fasi del complesso intervento di messa in sicurezza del sito industriale.
Accattino: “Gli interventi su quel sito cominciarono nel 2001; noi come Geostudio abbiamo cominciato a lavorare per il Comune di Caselle nel 2008-2009, sempre nell’ambito della messa in sicurezza, perché la bonifica è un’altra cosa”.
La parola viene data a Esposito, che attacca frontalmente: “Il sindaco nella sua risposta scritta alla mia interrogazione racconta bugie. Una doppia bugia. Quando scrive che i campionamenti nel terreno non sono stati fatti, mentre io ho la certezza che nel passato sono stati fatti. E quando scrive che i campionamenti non erano previsti dal progetto, mentre sono previsti: la loro descrizione è a pagina 17 del Progetto Esecutivo, sempre che mi abbiate dato il progetto giusto!”
Baracco: “Proviamo a fare chiarezza. Gli interventi finora fatti sono stati di messa in sicurezza, non di bonifica del terreno e delle acque. Nel 2003-2004 sono state rimosse oltre 1600 tonnellate di materiali. Fino al 2011 ci sono stati monitoraggi delle acque di falda, con trasmissione degli esiti ad ARPA. Più di recente, nel 2017, un secondo intervento di messa in sicurezza, per la rimozione di amianto e morchie oleose. Ora occorre procedere con la ricerca di finanziamenti per eseguire la vera e propria bonifica, se possibile cercando la collaborazione di qualche operatore interessato al riutilizzo dell’area. Ci sono stati contatti con Politecnico e CNR, per un progetto innovativo di produzione idrogeno. In conclusione, non c’è stata affatto né inerzia della pubblica amministrazione, né volontà di nascondere le cose”.
Giampietro: “Se gli ultimi controlli sulle acque risalgono al 2011, opportuno, per la salute dei cittadini, fare delle analisi con cadenza almeno biennale”. Favero: “Opportuno anche per i fabbricati del sito, specie per quelli confinanti con la strada, fare un piano di manutenzione, perché la stabilità di quelle strutture, che ho avuto l’opportunità di visionare personalmente, è molto precaria”.
Isabella: “Forse negli anni passati si poteva fare qualche cosa in più, ma mettendo le mani in tasca ai cittadini. Visto che ora il bilancio economico ce lo consente, con l’approvazione del Rendiconto 2019, che porteremo in approvazione nel prossimo Consiglio Comunale (P.S. convocato nel frattempo per il 29 maggio), c’è margine per stanziare quanto serve per i campionamenti”.
Esposito: “Continuo a chiedere la smentita al Sindaco per le cose che ha scritto, anche se so che non lo farà. E poi è da chiarire se nell’importo dei lavori c’erano delle attività, i campionamenti, che erano previste e non sono state fatte, perché allora sono state pagate.
Accattino: “L’appalto a base di gara era per 247.000 €, comprese prove per 4.000 €, che non sono state fatte e non sono state pagate perché la D.L. aveva ritenuto che non servissero”.
Questi i principali passaggi nel dibattito della Commissione.
Per una maggiore comprensione dei fatti da parte dei nostri lettori, riprenderemo sul numero di Cose Nostre in uscita a giugno il racconto della parabola industriale della Metalchimica e sul disastro ambientale lasciato dopo il suo fallimento.