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lunedì, Ottobre 14, 2024

    Un messaggio di speranza

    L’apertura di tutti i TG è stata univoca: la pandemia è alla sua seconda ondata, stiamo aspettando il nuovo decreto del Presidente del Consiglio che ci chiederà ulteriori sacrifici. Gli ospedali sono intasati nei loro Pronto Soccorso, specie per le persone che vi accedono anche solo perché pensano di avere dei sintomi riconducibili al Covid19.

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    Vado alla Santa Messa domenicale e all’uscita dalla celebrazione, un amico di vecchia data, normalmente molto spiritoso, mi confida che il suo stato d’animo è minato dal pensiero del contagio, dal pensiero che non potrà andare in Veneto, sua meravigliosa terra d’origine per paura di portare contagio e per paura di contagiarsi.

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    Ne trovo un altro di amico che anziché augurami come sempre faceva “buona domenica” mi guarda fra la mascherina e gli occhiali appannati, e scuotendo la testa mi fa capire di essere sconsolato e privo di fiducia.

    Corro a casa, mi consulto con l’amico dottore Stefano Dinatale, noto medico di famiglia, molto conosciuto ormai dai casellesi per via della sua attività di ottimo medico, nonché di Presidente del sodalizio Lions Club locale, che negli ultimi mesi ha dato voce alle colonne del nostro giornale con belle iniziative.

    Ed ecco allora che chiedo a lui, al “dottore”: “Ma cosa succede nel nostro animo, perché ci sono comportamenti così come raccontati sopra ?”

    Ma sopratutto chiedo all’amico:” Possiamo lanciare un messaggio positivo a chi ci legge?” Ne esce così l’idea di scrivere questo messaggio a quattro mani.

    Allora, cosa ha da suggerirci un amico, un medico, un uomo di cui conosciamo la passione che infonde nello svolgere il suo non facile mestiere, anche se al dottore Dinatale si adatterebbe meglio la parola missione.

    “Anche oggi è arrivato un nuovo DPCM da parte del governo con misure ancora più restrittive. A nessuno fa piacere essere sottoposto a tutte queste limitazioni: faremmo tutti volentieri a meno di indossare la mascherina, di tenerci a distanza.

    Queste norme non hanno fatto che alimentare in molti il senso di frustrazione e rabbia, di impotenza ed inadeguatezza. Tutto questo ha generato ansia ed un forte stress emotivo che a sua volta ha dato luogo ad una serie di disturbi psicologici e comportamentali, quali ansia, panico, insonnia, dispepsia (dolore persistente allo stomaco ndr), oltre a sintomi depressivi e da stress post traumatico.

    Questi non sono solo la diretta conseguenza della pandemia, ma principalmente l’effetto del distanziamento sociale prolungato e della grave crisi economica in atto.

    E allora come dobbiamo comportarci? È importante imparare a convivere, speriamo per il minor tempo possibile, con queste limitazioni. Non dobbiamo subirle, ma farle un po’ nostre. Pensiamo invece a come si stanno comportando i nostri bambini: indossano la mascherina con estrema naturalezza, non escono di casa senza. Ecco, impariamo dalla loro semplicità: gli è stata data una regola e l’hanno assorbita senza viverla con angoscia. Mettiamo la mascherina e non abbattiamoci. Combattiamo tutti insieme con responsabilità. Tutto finisce e anche questa pandemia passerà. Guardiamo avanti perché dopo ogni salita c’è sempre una discesa… e tanto più alta è la salita tanto più bello sarà il panorama”.

    Mi piace concludere questo messaggio, che vuole essere di grande speranza e di grande fiducia, per ricordare Gianni Rodari, a cui Caselle ha dedicato la sua scuola primaria e che viene celebrato in questi giorni per il suo centenario. Proprio da lui, poeta dei piccoli, è nata la bellissima poesia

    Queste mani sono le mani dei nostri bimbi, dei nostri figli che gioiscono nonostante tutto.Allora forza, forza a tutti coloro che si scoraggiano, a tutti coloro che hanno perso la fiducia in loro stessi ed a volte anche nelle istituzioni, a tutti coloro che vedono sempre il grigio che li avvolge. Queste persone dimenticano che la vita è piena di splendidi colori; se proviamo a togliere il grigio ed afferriamo tutti gli altri guariremo – quasi magicamente – da soli.
    Mauro Giordano
    Stefano Dinatale

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    Mauro Giordano
    Mauro Giordano
    Sono nato a Torino il 23 settembre 1947, dove ho studiato e lavorato in tre aziende del settore servizi fino a tutto il 2005, quando, raggiunta l’età pensionabile ho potuto lasciare tutti i miei incarichi. Risiedo a Caselle dal 1970, anno in cui mi sposai trasferendomi da Torino nella nostra città. Fin dal 1970 ebbi l’onore di conoscere ed apprezzare il fondatore del mensile Cose Nostre, il dottor Silvio Passera, il quale fin dal primo numero mi propose di scrivere notizie relative alla Croce Verde, ente di cui facevo parte come milite a Torino e poi come milite della Sezione di Borgaro, poi divenuta Sezione di Borgaro-Caselle essendo stato il fondatore del sodalizio nel 1975. Una più corposa collaborazione con il giornale è avvenuta negli ultimi tempi e sotto la direzione di Elis Calegari, anche per effetto del maggiore tempo disponibile. Attualmente collaboro - con piacere e simpatia -anche alla stesura di notizie generali, ma sempre con matrice sociale. I miei hobby sono sempre stati permeati da una grande curiosità di tutto ciò che mi circonda: persone, fatti, lavoro, natura, buon umore e solidarietà. Ho avuto modo di conoscere tutta l’Italia, ed è questo il motivo che ora desidero dedicare tempo a “Cose Nostre”.

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