È un momento difficile per fare gli auguri di Natale, soprattutto se legati al cenone, alle vacanze, ai regali o alle certezze, alle sicurezze…
È però un momento per recuperare il vero significato del Natale, per togliere un po’ di polvere o di ruggine al modo in cui viene presentato abitualmente. È un’occasione per restituire il vero posto al “Festeggiato”, messo diverse volte in un angolo e tirato fuori solo in qualche occasione difficile.
È un momento per sentircelo un po’ più vicino: ne abbiamo bisogno, per proteggerci, ma anche per ricordarci gli impegni che dobbiamo assumerci e mantenere per collaborare con Lui per uscire da questa situazione.
È un momento in cui ci viene fatta un’iniezione di fiducia e di speranza. Già il profeta Isaia, rivolgendosi ad un popolo quasi distrutto, diceva a nome del Signore: “Alzatevi, levate il capo. La vostra salvezza è vicina”. Queste parole, questo invito viene rivolto anche ad ognuno di noi.
È il momento di dimostrare che i valori che possono tenere in piedi una società non sono stati messi in soffitta: solidarietà, condivisione, grinta, volontà di soccorrere e di consolare, possono e devono portare i loro frutti.
Un Natale diverso di sicuro, per tanti aspetti. Qualcuno, non più giovanotto, dirà, forse a ragione: “Nemmeno i Natali di guerra erano così”. Ma un Natale che dovrebbe portarci a rivalutare l’essenziale nella nostra vita, quello che riesce a dare un senso ad ogni giorno, ad ogni situazione della nostra esistenza. Ricordiamocelo a vicenda, se necessario. Ci sarà forse “meno” da una parte, ma “più” dall’alta.
Proviamo a seguire l’invito di Papa Francesco: “Prima di chiederci:- Cosa devo comprare…-, domandiamoci:- Che cosa posso dare? “Ecco, riscopriamo la gioia di donare, di farci dono agli altri. Soprattutto in questo periodo le occasioni non ci mancano: apriamo gli occhi del nostro cuore. Un bel regalo che possiamo chiedere a Gesù Bambino è quello di cambiare un po’ il nostro cuore. Se ci diamo una mano saremo capaci di vivere a fondo i veri valori che tengono in piedi la nostra società, la nostra Comunità di Caselle. E si ridurranno certi idoli di sicurezza: il denaro, il potere, l’apparire, lo spreco, il tornaconto, la violenza, l’intolleranza, il godimento come scopo assoluto della vita.
Buon Natale, gente! Il Signore è sceso in questo mondo spesso disperato. E all’anagrafe umana si è fatto dichiarare con un nome incredibile: Emmanuele, “Dio con noi”. Vi lascio con le parole di Papa Francesco in occasione del Natale scorso. “Il Natale ci ricorda che Dio continua ad amare ogni uomo, anche il peggiore. A me, a te, a ciascuno di noi oggi dice: -Ti amo, e ti amerò sempre, sei prezioso ai miei occhi-. Dio non ti ama perché pensi giusto e ti comporti bene. Ti ama, e basta”.
Riscopriamo la gioia di donare
Gli auguri di Don Claudio
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