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martedì, Marzo 19, 2024

    Tiepolo: Venezia, Milano, l’Europa

     

    Alle Gallerie d’Italia, in piazza Scala a Milano, lo scorso 30 ottobre è stata inaugurata la mostra “Tiepolo. Venezia, Milano, l’Europa”, in occasione dell’anniversario dei duecentocinquant’anni dalla morte di Giambattista Tiepolo (Venezia 1696-Madrid 1770)
    Questa è la prima esposizione sul grande artista veneziano organizzata a Milano -città che è stata per lungo tempo quasi una sua seconda patria- che però è stata chiusa dopo pochi giorni dall’inaugurazione in ottemperanza alle nuove misure di contrasto al Covid-19. Ciò nonostante, le Gallerie d’Italia hanno riaperto virtualmente le porte permettendo ugualmente di ammirare le opere dell’indiscusso genio del Settecento europeo e di alcuni importanti artisti suoi contemporanei (tra cui i veneti Antonio Pellegrini, Giovanni Battista Piazzetta, Sebastiano Ricci e il lombardo Paolo Pagani).
    Collegandosi semplicemente al sito www.gallerieditalia.com è possibile iniziare la visita interattiva che offre al visitatore una panoramica sull’allestimento che si articola tra le belle sale del polo museale di Intesa Sanpaolo- decorate da marmi e stucchi- e un approfondimento storico-critico su un nucleo selezionato di opere proposto dai curatori Fernando Mazzocca e Alessandro Morandotti; inoltre il sito tiepolo.gallerieditalia.com introduce una curiosa e teatrale presentazione di otto capolavori raccontati da Giandomenico Tiepolo, figlio di Giambattista.


    La mostra è suddivisa in otto sezioni e presenta circa settanta opere provenienti da collezioni nazionali e internazionali; alcune restaurate per l’occasione e che normalmente non sono accessibili al pubblico. Si possono ammirare capolavori che spaziano dalle giovanili mitologie e nudi delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, al Martirio di San Bartolomeo, realizzato nel 1722 per la chiesa veneziana di San Stae, esposto accanto al coevo San Jacopo condotto al martirio del Piazzetta, ai grandi cicli di tele per i palazzi veneziani fatti decorare da ambiziose famiglie che trovarono in Tiepolo l’interprete ideale della nuova nobiltà, agli affreschi staccati dalle superfici murarie della basilica di Sant’Ambrogio e di Palazzo Gallarati Scotti di Milano. Gli affreschi narrano di eventi sacri con i toni possenti del linguaggio epico nel primo, mentre l’allegoria del secondo esibisce una macchinazione spaziale incredibilmente ariosa che Tiepolo riproporrà con varianti in molte opere successive.
    Il percorso espositivo permette di comprendere l’affermazione internazionale del pittore, formatosi a Venezia e diventato richiestissimo tra le corti europee: da Milano, a Dresda, a Madrid. Proprio Milano, in occasioni diverse (1730-1731, 1737 e 1740) è stata la prima tappa del suo cammino verso la fama internazionale: nella prima metà del Settecento, in un clima favorevole ai mutamenti sociali, i talenti italiani della musica, del teatro, dell’architettura e delle arti figurative erano richiesti in tutta Europa; si parla la lingua veneziana in Francia come in Inghilterra, in Germania e in Polonia come in Austria, in Olanda come in Russia.
    In questa ottica emerge il ruolo di Milano come capitale capace di attrarre i nuovi giovani talenti veneziani, ospitandoli peraltro nelle prime occasioni fuori dai confini della Serenissima e prima della fortuna in Europa. Era successo così per Sebastiano Ricci a fine Seicento, per i Vedutisti come Canaletto che lavorò per dieci anni alla corte di Giorgio II, e Bernardo Bellotto, che lasciò l’Italia a ventisei anni e non vi torno più, e sarà così con Tiepolo che morirà a Madrid.
    Tiepolo conquista il favore del clero e dell’aristocrazia decorando chiese e palazzi; è un artista versatile, attento osservatore della natura, è probabilmente un anticipatore dell’illuminismo; sua è una grande capacità dell’uso del colore, della luce, del chiaroscuro e della prospettiva.
    Il successo del pittore veneziano è legato alla straordinaria capacità di orchestrare iconografie, alle composizioni ricche di teatralità e magnificenza, alle sue narrazioni ricche di stile (maturate con lo studio dei classici della tradizione veneziana) messe a servizio della celebrazione dei committenti di tutta l’Europa.

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