“La gabbia del Covid”

Inaugurata l'opera

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Venerdì 14 gennaio, presso lo studio di via Roma a Caselle del dottor Stefano Dinatale,  è stata presentata, a un pubblico ristretto per evitare assembramenti, la scultura “Covid-Cage: la gabbia del Covid”.

Un’opera commemorativa e simbolica realizzata dal Maestro Iginio Gotti, voluta e ideata dal nostro “dottore di famiglia” Stefano Dinatale. L’opera, realizzata a Torre Pellice dove Iginio Gotti, classe 1931, risiede,  è un intaglio in lamiera ferrosa e rappresenta due figure umane che con le braccia hanno ingabbiato il coronavirus. I volti umani delle due figure, “appaiono affaticati e sofferenti rappresentando quindi il grande sacrificio che stanno affrontando nel combattere il Covid 19, e vuole essere un memoriale per gli oltre 5 milioni di decessi nel mondo per colpa di questa pandemia, ma nel contempo vuole celebrare la vittoria degli uomini grazie alla scienza.” Questo riporta la targa posta alla base.

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Alle spalle dell’opera, a completarla, è stato appeso al muro un suggestivo dipinto su tela di Giuseppe Candido, dal titolo “Il colibrì”. L’autore, presente in sala con la sua divisa della Croce Verde Torino -Sezione di Ciriè- di cui fa parte, ha spiegato che con quel quadro ha voluto esprimere l’abnegazione, la fatica e la partecipazione di tutto il comparto medico e paramedico, a volte immeritatamente criticato, nella lotta al Covid. La favola africana del colibrì, che con il suo becco porta una goccia d’acqua sopra un immenso incendio per tentare di spegnerlo, facendo così la sua parte, ha ispirato il quadro.

A tale metafora si sono poi agganciate le parole del sindaco di Caselle Luca Baracco, che ha richiamato al dovere civico della vaccinazione, affinché ognuno faccia la sua parte. La preghiera con benedizione finale di Don Claudio e l’applauso dei presenti hanno concluso la breve ma significativa cerimonia.

 

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Mauro Giordano
Sono nato a Torino il 23 settembre 1947, dove ho studiato e lavorato in tre aziende del settore servizi fino a tutto il 2005, quando, raggiunta l’età pensionabile ho potuto lasciare tutti i miei incarichi. Risiedo a Caselle dal 1970, anno in cui mi sposai trasferendomi da Torino nella nostra città. Fin dal 1970 ebbi l’onore di conoscere ed apprezzare il fondatore del mensile Cose Nostre, il dottor Silvio Passera, il quale fin dal primo numero mi propose di scrivere notizie relative alla Croce Verde, ente di cui facevo parte come milite a Torino e poi come milite della Sezione di Borgaro, poi divenuta Sezione di Borgaro-Caselle essendo stato il fondatore del sodalizio nel 1975. Una più corposa collaborazione con il giornale è avvenuta negli ultimi tempi e sotto la direzione di Elis Calegari, anche per effetto del maggiore tempo disponibile. Attualmente collaboro - con piacere e simpatia -anche alla stesura di notizie generali, ma sempre con matrice sociale. I miei hobby sono sempre stati permeati da una grande curiosità di tutto ciò che mi circonda: persone, fatti, lavoro, natura, buon umore e solidarietà. Ho avuto modo di conoscere tutta l’Italia, ed è questo il motivo che ora desidero dedicare tempo a “Cose Nostre”.

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