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lunedì, Ottobre 14, 2024

    Nel sud del Laos, verso le cascate del paradiso

    “Non c’è uomo più completo di colui che ha viaggiato, che ha cambiato venti volte la forma del suo pensiero e della sua vita”. Alphonse de Lamartine, scrittore e politico francese.

    Nel mese di maggio del 2017 abbiamo cominciato a leggere su Cose Nostre di questo Paese del sud-est asiatico e ora continuiamo con questo racconto.

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    Pakse, la città tra due fiumi

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    Se Luang Prabang è la porta per il Laos del nord, sicuramente Pakse lo è per il Laos meridionale. La quarta città del paese, con circa 100 mila abitanti, è infatti tappa obbligata per chiunque voglia visitare il sud laotiano. Situata alla confluenza dei fiumi Mekong e Xe Don, Pakse si trova come altre città del Laos nei pressi del confine con la Thailandia, risultandone maggiormente influenzata delle più settentrionali Savannakhet e Thakhek. In passato trascurata dal turismo internazionale, che vi sostava diretto verso le 4000 isole oppure il Bolaven Plateau, oggi la fama di Pakse come meta turistica è in netta crescita.

    Pakse, la sua storia

    Diventata nel 1905 un centro amministrativo per la Francia coloniale, oggi Pakse non ospita molto di quel passato, anche per via della sua Storia abbastanza travagliata che l’ha vista cambiare più volte sovranità tra Francia, Laos e Thailandia. Eppure un tempo la provincia di Champasak, di cui Pakse è capoluogo, era sede dell’omonimo Regno di Champasak, poi assorbito nel 1946 da quello di Lane Xan da cui in seguito è nato il Laos odierno. La città di Pakse sta in ogni caso diventando sempre più moderna ed accogliente.

    Nonostante dal 2002, con l’apertura del ponte che la collega alla Thailandia, Pakse si sia trasformata in un importante centro economico e commerciale, ancora oggi l’attività principale che si può fare in questa città è quella di rilassarsi, sedendo ad un tavolo dei molti locali sulla sponda del Mekong, apprezzando la celebre ospitalità degli abitanti del luogo. Tuttavia, anche a Pakse ci sono delle attrazioni degne di nota, per le quali vale rimanere in città un po’ più del previsto.

    L’attrazione più famosa è senza dubbio il Big Buddha, un complesso recente costruito nei pressi del Ponte Giapponese, dalla cui sommità si possono ammirare notevoli panorami della città e dei suoi fiumi. Il Wat Phabad è il più vecchio tempio di Pakse, che si dice ospiti un’impronta del Buddha, mentre il Wat Luang è il tempio più grande e più visitato. Per chi ama i mercati è d’obbligo una visita al Ban Keosamphanh, un tempo campo militare francese, mentre gli amanti dell’architettura possono visitare l’edificio che ospita la Società Cinese, costruito in uno stile sino-francese.

    Pakse è punto di partenza per mete interessanti tra le quali il Bolaven Plateau, con le sue coltivazioni di caffè, le sue cascate, la più celebre quella di Tad Lo, e le sue minoranze etniche. Infine si possono ammirare gli elefanti dell’area nazionale protetta di Xe Pain.

    Bolaven, le cascate del paradiso

    Quando si pensa al Laos subito la mente corre a Luang Prabang ed al suo mercato notturno, poi ci si ricorda di Vientiane, la piccola capitale che gioca a fare la grande metropoli. Tuttavia il Laos non è solo questo, ma molto di più e diverse zone del paese sono a ricordarlo con la loro estrema bellezza. Tra queste il Bolaven Plateau, un altipiano di origine vulcanica situato in gran parte nella provincia di Champasak, stretto tra i monti annamiti al confine con il Vietnam, ed il Mekong. I fiumi sono tanti e formano innumerevoli cascate, la principale attrazione turistica dell’altipiano che si eleva tra i 1000 ed i 1350 metri d’altezza.

     

    Il Bolaven Plateau

    Le cascate del Bolaven Plateau si stagliano in uno scenario naturale mozzafiato, come l’impressionante Tad Fane, sulla strada tra Pakse e Paksong, dove due corsi d’acqua si uniscono per fare insieme un salto di oltre 100 metri. Poco distanti ci sono le cascate di Tad Yuang, facilmente raggiungibili e con la possibilità di fare dei pic-nic nell’area attrezzata. Sempre nei pressi, distante circa due chilometri dalla strada principale, c’è la cascata di Tad Cham Pee alla quale si può arrivare a piedi, ma facendo attenzione al sentiero che in alcuni punti può diventare pericoloso; questa cascata è molto amata per le pozze in cui rinfrescarsi nuotando.

    Chi vuole può addentrarsi nella parte più selvaggia del meridione laotiano e andare in cerca delle cascate situate nei pressi di quello che fu il sentiero di Ho Chi Minh, nella zona compresa tra Attapeu e Paksong, in gran parte dichiarata protetta e tra le più belle del Laos. La cascata più spettacolare è quella di Tad Katamtok, la più larga di tutto il Bolaven Plateau, alla quale si arriva da Attapeu dopo più di 10 chilometri di strada polverosa. Ancora meno turistiche sono le cascate gemelle del sentiero di Ho Chi Minh, ideali per un tuffo nell’acqua fresca, se non fredda. Il modo migliore per visitare tutte le cascate è forse quello di affittare una moto e percorrere le strade della regione, non sempre comode ma comunque immerse in panorami che da soli valgono la pena dell’impresa.

    Il caffè di Bolaven

    Tuttavia il Bolaven Plateau non offre solo cascate. La zona è famosa anche per la sua produzione di caffè, introdotta al tempo della colonizzazione francese. I Francesi fecero infatti dell’altipiano un importante centro di produzione oltre che del caffè anche della gomma, insieme a numerose altre colture destinate sia al consumo interno che all’esportazione. La variegata componente etnica, sebbene oggi i Lao siano diventati la maggioranza, costituisce un motivo d’interesse per visitare la zona.

    L’altipiano è abitato da minoranze locali appartenenti all’etnia Laven, Bolaven significa appunto “casa dei Laven” ma troviamo anche altre tribù come gli Alak e i Katu, che vivono di agricoltura coltivando caffe, banane, cardamomo e spezie. Queste tribù hanno una propria tradizione per cui in vita si costruiscono la propria bara, sovente con decorazioni, e la ripongono sotto la propria abitazione. Agli abitanti di questi villaggi piace vivere insieme, cosicché in qualche casa ci sono anche 60 persone che vi soggiornano. Sostare in villaggi come Tad Lo e Tad Alang può rivelarsi un’esperienza molto piacevole.

    Il Laos quindi non è solo Luang Prabang ma un paese dalle infinite attrazioni, tra cui le cascate di Bolaven che emergono dalla foresta come una vera e propria porta per il paradiso.

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    Giovanni Cravero
    Giovanni Cravero
    Giovanni Cravero meglio conosciuto come Vanni, nato nel 1952 a Caselle di professione Agente di Commercio da sempre e da sempre con la grande passione di andare in giro ovunque sia possibile. Ho cominciato a muovermi all’età di 17 anni e senza soste questo mi ha portato a vedere ad oggi oltre 80 Paesi in tutti i 5 continenti, oltre 800 località e oltre 200 Siti Unesco, che come mi dice Trip Advisor rappresentano oltre il 60% della Terra.

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