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mercoledì, Maggio 15, 2024

    Umbria, piccoli tesori

    “Un viaggio è per sempre se…voli anche quando è finito”, Anja Wenger

    In Umbria ci sono tanti luoghi e città famose, come Perugia, Assisi o Spoleto, ma anche piccoli borghi con un grande fascino, e con Anja Wenger andiamo a visitarne qualcuno.

     

    Passignano sul Trasimeno

    Inserito tra i “Borghi più belli d’Italia”, è un comune di circa 5.000 abitanti. Si trova su un promontorio sulla sponda settentrionale del Lago Trasimeno.

    Il nucleo più antico della cittadina mantiene intatto l’aspetto di borgo fortificato, ancora oggi visibile e chiuso tra la cinta delle mura medievali, della quale sopravvivono le porte di accesso e le torri come la Torre di Ponente.

    Nel XV secolo vi aveva delle proprietà la potente famiglia dei Degli Oddi, che deteneva vari possedimenti sul Trasimeno, a Vernazzano, Montalera, Castiglione del Lago e nella zona del Chiugi, dove aveva la contea di Laviano.

    Nel punto più alto della città sorge la Rocca, edificata in età medievale al cui interno è allestito il Museo delle barche, dove sono esposte alcune imbarcazioni del lago Trasimeno, mentre l’abitato si è sviluppato soprattutto in epoca moderna, fra il Cinquecento e il Seicento. Nel XVI secolo venne edificata sia la chiesa che l’oratorio di san Rocco, in stile rinascimentale, e il santuario della Madonna dell’Oliveto progettato da Mariotto Radi, architetto originario di Cortona.

    Tra gli edifici di pregio artistico c’è la chiesa di San Cristoforo, la chiesa del cimitero, antica pieve costruita prima dell’anno 1000 sulle rovine di un precedente tempio pagano e la chiesa di San Bernardino.

    Spello

    Un altro tra i “Borghi più belli d’Italia” su uno sperone del Monte Subasio, il borgo di Spello si presenta al visitatore con le case colorate di rosa. Tra i suoi vicoli acciottolati, nelle chiese affrescate, all’ombra dei suoi monumenti, Spello conserva i segni della sua lunga storia: romana, longobarda, di papi e signori. Numerosi sono i resti di epoca romana quando Hispellum  era “la splendidissima colonia Julia”, come recita un cartello posto sulla facciata del Portonaccio.

    Di questi secoli ci restano le mura fortificate romane meglio conservate d’Italia, il reticolo di stradine che da maggio a luglio diventano palcoscenico fiorito e raggiungono il culmine con l’Infiorata che si svolge nel mese di giugno.

    Spello ha la cinta muraria dove si aprono diverse porte, delle quali tre hanno particolare rilevanza. La prima è la Porta Consolare, con statue funerarie e una torre con in cima un ulivo, simbolo del prodotto locale più famoso.

    Poi c’è la Porta Venere con le Torri di Properzio: era la principale porta di ingresso a Spello e prende il nome dal ritrovamento di un busto di Venere nel vicino tempio di Fidelia. La porta ha tre archi con ai lati due torri recentemente restaurate. Alla Porta Urbica, invece, sono legate alcune leggende tra le quali la più famosa è quella legata al paladino Orlando, tenuto prigioniero in uno stanzone attiguo e ai “singolari” simboli presenti sul muro di destra della Porta Urbica da cui si ricaverebbero elementi riconducibili alla sua prestanza.

    Discordanti però le interpretazioni di quei segni: per alcuni, l’incavo nel muro sarebbe stato prodotto dal veemente cavaliere nell’atto di fare pipì, per altri invece, indicherebbe l’altezza del suo ginocchio. Allo stesso modo, anche la sporgenza di forma allungata alta da terra circa tre metri indicherebbe a seconda delle versioni, ora il collo del paladino, ora il suo fallo.

    Poi c’è il Pinturicchio; il suo passaggio a Spello ha lasciato molti capolavori. Prima di tutto la Cappella Baglioni, poi la pala d’altare con la Madonna col bambino nella Chiesa di Sant’Andrea.

    Di origine duecentesca, la chiesa francescana di Sant’Andrea, trasformata da interventi successivi, custodisce un affresco di Dono Doni del 1565 e un Crocifisso su tavola di scuola giottesca. L’opera più importante della chiesa è la pala d’altare con la Madonna col bambino in trono e vari santi, dipinta dal Pinturicchio con l’aiuto di Eusebio di S. Giorgio, pittore perugino. Al centro della tavola c’è la Madonna col Bambino su un trono, attorno alla Vergine troviamo sant’Andrea, titolare della chiesa, san Ludovico di Tolosa e san Giovannino seduto sul gradino, san Francesco d’Assisi e san Lorenzo. Sullo sgabello, davanti ai santi, vediamo dipinte due lettere indirizzate al Pinturicchio stesso. Quella aperta proviene dal vescovo di Siena che richiede il ritorno del pittore a Siena dove lo attendeva Pandolfo Petrucci, il potente signore della città.

    Tempietto del Clitunno

    In questo caso visitiamo un sito protetto dall’Unesco. Le Fonti del Clitunno erano un tempo considerate sorgenti sacre, luoghi di culto dedicati a Giove Clitunno, personificazione dell’omonimo fiume, in nome del quale furono costruiti diversi tempietti. A poca distanza dalle fonti sorge il Tempietto del Clitunno: si tratta di una piccola chiesa a forma di tempio corinzio dedicata a San Salvatore, costruita intorno al V secolo d.C. L’edificio ha origini longobarde ed è per questo inserito nel circuito “Longobardi in Italia: i luoghi del potere”.

    Il tempietto ebbe grande fama nel Rinascimento e diede ispirazione ad architetti e artisti quali Francesco di Giorgio Martini, Benozzo Gozzoli, Palladio e Vanvitelli.

    Arrone

    Ancora uno dei “Borghi più belli d’Italia”, Arrone è posto su un colle roccioso lungo la riva sinistra del fiume Nera, a breve distanza dalla cascata delle Marmore. Un tempo importante nodo commerciale sulla strada tra il Ducato di Spoleto e l’Abruzzo, rimane un luogo di forte fascino, non solo per l’aspetto medievale tipico di tanti borghi umbri, ma per il contesto ambientale in cui sono inserite le antiche testimonianze. Il Parco del fiume Nera abbonda di acque, alberi, animali e colpisce l’immaginazione per il verde intenso, un luogo dove trovano spazio il passero solitario, tornato a nidificare nei casolari abbandonati, e il raro biancone, il rapace dell’Appennino. Mulini d’età romana, eremi e monasteri medievali, edifici d’archeologia industriale come la miniera di lignite nella frazione di Buonacquisto, fanno da contorno al castello eretto dagli Arroni nel IX secolo attorno al quale si è formato il primo nucleo abitativo del borgo. L’originaria struttura difensiva medievale è ancora visibile. Il borgo infatti è circondato da un sistema di torri e cinte murarie poste a difesa della strada che collegava le terre di Rieti con quelle di Spoleto.

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    Giovanni Cravero
    Giovanni Cravero
    Giovanni Cravero meglio conosciuto come Vanni, nato nel 1952 a Caselle di professione Agente di Commercio da sempre e da sempre con la grande passione di andare in giro ovunque sia possibile. Ho cominciato a muovermi all’età di 17 anni e senza soste questo mi ha portato a vedere ad oggi oltre 80 Paesi in tutti i 5 continenti, oltre 800 località e oltre 200 Siti Unesco, che come mi dice Trip Advisor rappresentano oltre il 60% della Terra.

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