“Il perdono è l’ornamento dei forti”, Mahatma Ghandi.
Questa volta, con Anja Wenger, siamo andati a visitare un angolo del nostro Paese. Luoghi che né io né lei, che vive in Italia da oltre 20 anni, avevamo mai visto.
Castelli medievali, borghi antichi, viali di cipressi, vigneti, oliveti e campi di grano sono solo alcuni degli elementi che formano i paesaggi della valle attraversata dal fiume Orcia, dal quale prende il nome questa splendida regione nel sud della Toscana tra le province di Siena e Grosseto. L’intera area è oggi un parco protetto, ed è stata riconosciuta come Patrimonio dell’Umanità dall’ UNESCO sin dal 2004. Protagonista assoluto della Val d’ Orcia è di fatto una natura ancora incontaminata e bellissima, con colori sempre diversi a seconda delle varie stagioni.
È una terra che ha anche dato origine ai più preziosi ed apprezzati vini italiani: il Brunello di Montalcino, il Rosso Orcia e altri favolosi vini con la denominazione DOCG.
I paesaggi della Val d’Orcia hanno ispirato molti pittori rinascimentali. Si possono visitare borghi come Pienza, un vero gioiello conosciuto come la “Città Ideale”, vero monumento rinascimentale progettato da Pio II, grande papa umanista, dove anche lo splendido Palazzo Piccolomini merita una visita. Oppure Montalcino, dominata dalla rocca del XIV secolo dalla quale si gode di un panorama unico.
Pienza, la “Città ideale”
Pienza è un piccolo borgo nella famosa Val d’Orcia, assolutamente da visitare che gode di una posizione davvero strategica arroccata sulla cima di un colle che domina tutta la valle.
Questo borgo è conosciuto come la “Città ideale” del Rinascimento, creazione del grande umanista Enea Silvio Piccolomini, diventato poi Papa Pio II. Piccolomini aveva le possibilità economiche e l’influenza per poter trasformare il suo umile villaggio natio, Corsignano, in quella che riteneva dovesse essere una città che avrebbe dovuto incarnare i principi e la filosofia dell’età classica e del grande Rinascimento italiano.
Il progetto venne realizzato dall’architetto Bernardo Gambarelli, detto il Rossellino, sotto la guida di Leon Battista Alberti, architetto e umanista. In soli tre anni venne realizzato un complesso di bellissimi ed armoniosi palazzi: la cattedrale, la residenza papale o Palazzo Piccolomini, il comune, e la bella piazza centrale oggi intitolata appunto a Papa Pio II.
Piazza Papa Pio II ha una forma di grande armonia che dona solennità a tutti gli edifici circostanti, costruiti in pietra di travertino color miele. Su di un lato della piazza, si può ammirare un bellissimo pozzo, conosciuto come il “pozzo dei cani”.
Il Duomo o Cattedrale dell’Assunta ospita importanti e notevoli dipinti dei più rinomati artisti del tempo, mentre il bel campanile dalla forma ottagonale si alza sopra l’antica cripta.
L’imponente Palazzo Piccolomini a lato del Duomo ha una bellissima loggia con un giardino sospeso dal quale si può ammirare un panorama davvero unico su tutta la valle dell’Orcia, da Montalcino fino al Monte Amiata. Palazzo Piccolomini è persino stato scelto da Franco Zeffirelli per girare alcune scene del suo film “Romeo e Giulietta”: qui i due innamorati si incontrano per la prima volta alla festa in casa Capuleti.
Pienza è anche la città del pecorino cacio, un formaggio molto saporito, più o meno stagionato, fatto con il latte di pecora, molto rinomato e davvero delizioso. Il borgo è pieno di piccoli negozi che vendono
tantissime varietà di pecorino, più o meno stagionato, che si possono assaggiare insieme a tantissimi altri prodotti locali tipici, come ottimi vini, pici cacio e pepe, miele, e così via.
Cappella della Madonna di Vitaleta
Sulla strada che porta da Pienza a San Quirico d’Orcia si trova la cappella dedicata alla Madonna.
Questa cappella, incorniciata tra due filari di cipressi, per quando piccola e sperduta tra i campi è diventata la protagonista dei paesaggi più conosciuti al mondo. Si trova a Vitaleta, località rurale in provincia di Siena, ed è stata edificata sull’ampliamento di un tabernacolo più antico. Fu per molti anni luogo di adorazione della Vergine della Consolazione, fino a quando, nel 1553, venne inserita al suo interno una statua della Vergine riconducibile ad Andrea della Robbia, scultore specializzato nella tecnica della ceramica policroma.
La statua, oggi conservata nella chiesa porta con sé una storia assai interessante, si dice infatti che fu proprio la Vergine, apparendo ad una pastorella, a suggerirle che i fedeli si recassero in una bottega di Firenze dove avrebbero trovato la statua da porre nella cappella di Vitaleta.
Montalcino, città del Brunello
Montalcino è borgo storico nel paesaggio della Val d’Orcia e rinomato in tutto il mondo per la straordinaria produzione del prezioso vino.
Il centro storico è dominato dalla Rocca, fortezza costruita nel 1361 e rimasta praticamente intatta. Il panorama che si gode dai bastioni è davvero spettacolare: va dal Monte Amiata attraverso le Crete fino a Siena, e attraversa tutta la Val d’Orcia fino alle colline della Maremma.
Un’altra attrazione di Montalcino è la caratteristica torre del Palazzo dei Priori, sede del Comune, che si affaccia sulla piazza principale nota come Piazza del Popolo, con la sua bella loggia gotica. Da visitare anche il Palazzo Vescovile e le chiese di Sant’ Agostino, Sant’ Egidio e San Francesco.
Interessante è il Museo Civico e Diocesano di Arte Sacra, che espone dipinti e sculture a carattere religioso, e il Museo del Vetro con una interessante collezione di strumenti per la lavorazione del vetro dagli Egizi fino ai Romani per giungere fino ai grandi maestri veneziani.
La città di Montalcino è diventata ricca e famosa grazie al Brunello, uno dei migliori vini italiani e tra i più apprezzati al mondo. Il borgo era già rinomato per i suoi vini rossi nel XV secolo, ma la preziosa formula del Brunello fu inventata nel 1888 da Ferruccio Biondi Santi, che per primo ebbe l’idea di eliminare i vitigni della tradizionale ricetta del Chianti, come il Canaiolo e il Colorino, usando invece solo la varietà Sangiovese. Prima che il Brunello sia pronto da bere, deve essere fatto invecchiare per un minimo di cinque anni, due dei quali in botti di quercia, mentre il Rosso di Montalcino è pronto dopo un solo anno di invecchiamento.