Questa è la storia vera di un milite della Croce Verde Torino, Sezione Borgaro-Caselle, quella che racconta con voce emozionata e ci chiede espressamente di darne pubblica notizia.
Il nostro milite – che vuole restare totalmente anonimo – verso la fine di novembre, è in trasferta di lavoro in Italia, avverte sintomi di malessere generale, ma, anche per la sua esperienza di “croceverdino” ormai ventennale, capisce non si tratta di contagio da Covid, bensì la patologia è ricollegabile a problemi cardiaci.
Prende la macchina e torna a casa, anzi si ferma subito al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Chivasso, città dove abita.
I bravi medici capiscono e confermano l’ipotesi di patologia cardiaca e dopo gli esami di rito dispongono il trasferimento presso le Molinette.
La gravità del caso induce i cardio-chirurghi ad intervenire subito: bisogna sostituire una valvola cardiaca. Non si può aspettare oltre.
Negativo a tre tamponi, entra in sala operatoria.
Nel corso dell’intervento, per procedura, i medici effettuano un esame del liquido polmonare. Diagnosi tanto sorpresa quanto infausta: il paziente ha contratto anche il Covid-19.
In corso di intervento viene sostituita l’intera équipe medica con altra sempre pronta per i casi Covid.
La lunga operazione termina in modo positivo, ma il nostro milite viene trasferito nel reparto di rianimazione Covid. La famiglia apprende la notizia e non può che sperare e pregare, pregare e sperare.
Le complicanze del Covid non tardano: polmonite bilaterale interstiziale. Aveva contratto il virus che gli aveva creato i problemi cardiaci o viceversa? Forse mai nessuno potrà sciogliere questo enigma.
La notizia si diffonde fra i militi della sezione e sulla chat piovono decine e decine di messaggi, consapevoli tutti quanti che il destinatario non poteva leggerli.
Ma i messaggi c’erano e rimangono.
Intanto dalla sala rianimazione Covid delle Molinette le notizie alla famiglia si fanno giorno dopo giorno più positive; dopo quindici giorni, trasferimento nel reparto normale, altri tamponi, fino a quello negativo. Ma non erano già negativi i primi tre? Altro mistero della scienza che sfugge.
Per fortuna quello che non fanno i medici lo fa la natura e, per chi crede, le preghiere.
Il fisico giovane e la forte fibra, hanno il sopravvento.
Dimesso, e il 4 gennaio la telefonata: “Vorrei che Cose Nostre raccontasse la mia storia per far capire a coloro che prendono tutto sottogamba quanto siano importanti le raccomandazioni, la mascherina, il distanziamento, le regole minime da applicare.
Ma vorrei sopratutto dire a tutti, perché io non ci arrivo a tutti, che sono guarito anche grazie a quei messaggi di solidarietà di fratellanza e di vicinanza.
Quando li leggevo, appena sono stato in grado, mi sentivo meglio, mi sentivo sollevato, sentivo e avvertivo il bene arrivare da lontano da tutti gli amici della Croce Verde Torino: a loro voglio dedicare questo anno nuovo sperando che io possa rientrare in squadra il più presto possibile.
E continuare a fare tutto quello che facevo prima, proprio per restituire in termini di servizio, tutto il bene che ho ricevuto, a partire dai medici e infermieri di Chivasso a quelli delle Molinette, e dai militi Croce Verde con i loro messaggi di solidarietà e con le telefonate alla famiglia.
Mai come in questo mio caso personale, mi sono reso conto di quanto importante sia un gesto, una parola, il sentimento del cuore.”
A guarigione avvenuta anche noi partecipiamo a questa gioia dando voce a questa testimonianza: quella di un milite che prima di essere lui stesso colpito dal virus, aveva trasportato in ospedale chissà quanti positivi. Resta però impressa la serenità e lo spirito che contraddistingue questi grandi uomini al servizio del volontariato: i militi della Croce Verde Torino.
Quando la solidarietà guarisce
La testimonianza di un milite della Croce Verde
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