Nella nostra pianificazione degli articoli di questa rubrica avevamo in programma la prosecuzione della presentazione delle attività dei militi della Croce Verde Torino, riferiti specificatamente alla squadra di montagna. Purtroppo un evento improvviso ha fatto cambiare i nostri programmi. Non è più fra di noi un amico, un consigliere, un fratello, un padre: l’avvocato Paolo Emilio Ferreri. Già Presidente Croce Verde Torino e poi Presidente onorario. Di lui avevamo dato sì notizia lo scorso mese, ma gli si deve un ricordo speciale per il suo legame al territorio e più specificatamente a Caselle.
L’avvocato Paolo Emilio Ferreri, il PEF come affettuosamente veniva chiamato, aveva superato da un mese i 100 anni. Era nato a Torino il 5 dicembre del 1923 e si era poi laureato in giurisprudenza presso l’Università di Torino nel 1946, per iscriversi quindi all’Albo degli Avvocati subalpino nel 1947.
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Nel corso della carriera, oltre a essere nominato Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana, ha ricoperto cariche di altissimo prestigio: decano del Consiglio Superiore della Banca d’Italia, consigliere dell’Associazione Italiana per l’Arbitrato di Roma e membro del Comitato Esecutivo, consigliere d’amministrazione della Società Italiana Traforo Monte Bianco S.p.A.. consigliere d’amministrazione di HDI Assicurazioni, vicepresidente di CERVED S.p.A.. presidente dei revisori dei conti dell’Associazione Gruppo Abele e infine presidente della Croce Verde Torino. Incarico questo che ha ricoperto per oltre 40 anni, per divenire poi Presidente Onorario, ma sempre attivo e presente ai consigli direttivi, anche nell’ultimo, quello di gennaio, è stato ancora presente seppur in collegamento da remoto.
Sfogliando i nostri ricordi troviamo tanto di lui, come ad esempio una speciale intervista che concesse a LA Repubblica e quando il giornalista gli chiese del suo impegno in Croce Verde rispose così:
“Ero stato nella Commissione di controllo della Regione Piemonte, quello che oggi è il Tar. E nel ’76 il Prefetto mi ha incaricato di occuparmi della Croce Verde per sradicare tentativi di infiltrazioni politiche. Quando sono arrivato c’erano 500 volontari e 15 ambulanze, oggi (nel 2021, ndr) ce ne sono 52. Era una piccola realtà. Poi sono riuscito a far aprire altre piccole filiali come Borgaro. È stata una spinta enorme”.
Proprio lui, l’avvocato Ferreri mi incaricò di aprire la “filiale di Borgaro”, nome coniato sul momento. Un uomo pragmatico, immediato, decisionista, diretto, ma su tutto e prima di tutto, leale. Quando mi chiamò per incaricarmi della costituzione della “ filiale” ci fu un colloquio di pochi minuti, dove al centro c’era spazio per una sola risposta. Dissi : “Ci provo”. Ero bianco in viso, avevo 25 anni, non conoscevo nulla di procedure pubbliche, per non parlare del tessuto sociale di Borgaro, a me totalmente sconosciuto, ma soprattutto ero solo. Mi sono buttato e come in tutte le cose in cui credi – perché credevo nel “mio Presidente”- a febbraio 1976, la “filiale”, la Sezione di Borgaro divenne realtà. Sede: due locali piccoli ma decorosi sulla piazza dell’orologio di Borgaro, operativi con una cinquantina di militi effettivi.
Una delle grandi doti di Ferrero era quella di riuscire a far fronte all’enorme mole di lavoro che svolgeva, sia come studio legale, sia come attività propria in Croce Verde. Come dimenticare che quando avevi necessità di parlare con lui, ti fissava l’appuntamento alle 7 del mattino? Ed era già in studio, tanto che a volte, smontando dal servizio notturno alle 6 si passava direttamente da lì.
L’avvocato Ferreri era anche un ottimo conoscitore del nostro territorio, essendo originario di Barbania, dove già il papà e prima ancora il nonno erano avvocati e notaio. Uno dei bellissimi ricordi che ho di lui era quando a fine del consigli direttivi, mi chiedeva se potevo accompagnarlo a casa. Le riunioni consiliari terminavano sempre dopo la mezzanotte, e anche se stanco, per me era un grande onore e un privilegio rendermi utile in questo servizio. Nacque una bella amicizia, fatta anche di confidenze profonde, legate alla sua professione, al suo essere presidente della Croce Verde Torino. Amava Caselle e quando poteva, mi chiedeva di accompagnarlo a cena alla Bottalla, dove allora era ancora viva Meni. Quanto di divertiva a ridere e scherzare a Casa Baucia! Con Meni e con Rosi poi, rimembrava i tempi da partigiano, quando era nella Brigata Garibaldi sul monte Soglio. Erano una quarantina di patrioti che il 26 aprile 1945, passando da San Maurizio, Caselle, e Borgaro, andarono a liberare Torino. E fu festa per tutti. Ma il ricordo più bello è e sarà legato a come manifestava il grande amore che lo permeava verso la Croce Verde, un ente che in prima istanza Ferrero, secondo alcuni, avrebbe dovuto portare allo scioglimento. Ma il PEF, poi resosi conto della integrità, della genuinità, della specchiata contabilità e del puro volontariato dei militi, senza sotterfugi, non solo proseguì nel suo importante incarico, ma ne incrementò le fila dei volontari fino agli attuali 1.400 e, mitico precursore dei tempi, costituì una commissione per cambiare lo statuto sociale, affinché anche le donne potessero essere parte di questo mondo associativo. La Sezione di Borgaro-Caselle fu prima fra tutte, aprendo le porte a giovani militesse, di cui alcune ancora oggi in servizio, dopo quasi 50 anni. Dopo Borgaro-Caselle, Ferrero aprì le Sezioni di San Mauro, Venaria, Ciriè, Alpignano e Candiolo-Vinovo.
Era sempre presente sia a Borgaro che a Caselle a ogni manifestazione, a ogni evento. Sempre ricordava gli anni del “Festival canoro dei bambini”, splendidamente organizzato dalla militessa Rosanna Chiusano, borgarese, poi divenuta medico, che insegnava, guidava, dirigeva magistralmente un coro di voci bianche.
Nell’espressione delle sue volontà e nella semplicità della persona quale era, ha disposto per la celebrazione di un funerale in forma privata. Tuttavia molti militi in borghese, occhi lucidi, il 1 febbraio erano davanti al sagrato della chiesa dei Santi Pietro e Paolo a Torino a offrirgli l’ultimo saluto. Che la terra le sia lieve PEF e riposi in pace, dopo tante battaglie. Intanto siamo certi che anche da lassù mai si dimenticherà della sua Croce Verde, esattamente come faremo noi che mai potremo dimenticarla. Grazie di tutto, Presidente.
Il ricordo del PEF
Dopo la scomparsa del presidente Paolo Emilio Ferrero
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