Un compositore da (ri)scoprire

A 150 anni dalla morte di Saverio Mercadante

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Nelle discipline umanistiche, gli anniversari costituiscono spesso l’occasione per ritornare su figure o eventi del passato e approfondirne la conoscenza, attraverso studi accademici e attività divulgative. Alle pubblicazioni e ai convegni si dovrebbero sempre associare, nel mondo dell’arte, iniziative di fruizione pubblica, quali mostre o spettacoli, che permettano di estendere la valorizzazione di un artista dalla teoria all’esperienza sensoriale. Non si vuole certo disconoscere l’importanza di una conferenza su Monet o su Chopin, ma non si può negare che per il pubblico sia almeno parimenti importante avere la possibilità di ammirare le tele o ascoltare le note degli autori. Entrando nella prospettiva della musica cosiddetta classica, sarebbe auspicabile un legame a doppio filo tra accademie e istituzioni musicali, che garantisca ‒ sempre, ma in particolare nelle circostanze celebrative ‒ una reciproca collaborazione per approfondire, a tutto tondo e con il dovuto rigore, la conoscenza di un determinato musicista. E sarebbe altresì auspicabile che le celebrazioni non fossero soltanto occasione per ritornare sui soliti noti, ma dessero davvero l’opportunità di riscoprire pagine e autori meno conosciuti, eppure meritevoli di nuova visibilità. In questo mese cadono i 250 anni dalla nascita di Beethoven (Bonn, 16 dicembre 1770), e ciò è risaputo da chiunque sia, anche solo superficialmente, appassionato di musica classica. Ma non credo di sbagliare affermando che sono assai meno a ricordare che il giorno seguente cadono i 150 anni dalla morte di Saverio Mercadante (Napoli, 17 dicembre 1870); tanto che, per molti che pur frequentano il teatro d’opera, ascoltare qualche sua composizione non sarebbe una riscoperta, quanto una vera e propria scoperta, dato che difficilmente si sono imbattuti in pagine sue se non si sono impegnati a cercarle (per chi fosse interessato, su Youtube si trovano diverse registrazioni, audio e video, purtroppo di qualità molto discontinua; su Raiplay è invece disponibile un’edizione di “Didone abbandonata”).
Eppure, nella storia della musica italiana dell’Ottocento, Mercadante ebbe un posto certamente più rilevante di Beethoven. Nato ad Altamura nel 1795, egli studiò musica a Napoli, inserendosi così tra le ultime generazioni di quella Scuola Napoletana che nel Settecento aveva forgiato decine di compositori di vaglia (che avevano animato la vita musicale di tutta Europa), e in seno alla quale era nato il melodramma buffo che ebbe il suo apogeo nei drammi giocosi di Rossini. Mercadante lasciò Napoli, ancora giovane, per cercare fortuna nell’Italia settentrionale e a Vienna; poi, dopo alcuni anni trascorsi fra Spagna e Portogallo, divenne Maestro di Cappella del Duomo di Novara (1833), e lo rimase fino a quando, nel 1840, poté rientrare trionfalmente a Napoli con la nomina a Direttore del Conservatorio di San Pietro a Majella (soffiata a Donizetti), carica che ricoprì, onorato e rispettato, per gli ultimi trent’anni di vita. Nell’arco di mezzo secolo, compose circa sessanta opere teatrali, spaziando tra i diversi generi in voga all’epoca (buffo, semiserio, serio e tragico), con una sempre maggiore preponderanza della tragedia lirica, conformemente all’evolversi dei gusti estetici. Accanto al melodramma, Mercadante scrisse numerose liriche da camera, pagine sacre, e ‒ a differenza degli altri operisti italiani dei suoi anni ‒ un ricco catalogo di composizioni strumentali, nate in parte per i suoi incarichi didattici, in parte per occasioni celebrative, ma in parte anche per una sincera passione per il sinfonismo, che si rivela nei suoi melodrammi maturi, nei quali la cura dell’orchestrazione e del tessuto armonico risulta particolarmente raffinata. Questo approccio più intellettuale alla scrittura operistica, a discapito della facilità melodica che caratterizzava i suoi colleghi, ebbe un riflesso nel programma di “riforma” del melodramma che Mercadante sperimentò alla fine degli anni Trenta, nell’intento di superare le convenzioni formali a favore di una maggiore aderenza della musica alla struttura drammatica dell’opera.
Vissuto negli stessi anni di Rossini, Bellini, Donizetti e Verdi, Mercadante non ebbe mai la sorte di essere considerato il maggior operista in attività, ma, per tutta la vita, godette di ampi spazi nei cartelloni teatrali e ricevette continue commissioni. Tra l’altro, a differenza dei quattro poc’anzi citati, diede sei prime assolute nel nostro Teatro Regio. Numerosi teatri italiani, ancor oggi, sfoggiano un suo ritratto sulla facciata o nel foyer, affiancato ai più grandi operisti della storia. Ma le sue opere, dopo la sua morte, sono via via cadute in oblio, e le loro riprese, nell’ultimo secolo, sono state assai sporadiche e per lo più merito di festival di nicchia. Quest’anno, al lordo delle cancellazioni per Covid, quasi ogni istituzione musicale italiana ha ideato un proprio percorso, o almeno un’occasione, per celebrare il genio di Beethoven. A Mercadante sono stati dedicati due convegni (uno ad Altamura, un altro internazionale e itinerante tra Napoli, Vienna, Milano e la stessa Altamura), e ben vengano i convegni; ma solo il festival della Valle d’Itria aveva programmato la rappresentazione di una sua opera (“La rappresaglia”). Se qualcuno, con la scusa che nel 2020 i programmi sono saltati, volesse allestire qualche titolo di Mercadante nei prossimi anni, avrebbe certamente un merito nei confronti della storia della musica italiana.

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Questo mese al botteghino…

Non essendo in alcun modo prevedibile quando sarà nuovamente consentito svolgere spettacoli dal vivo con pubblico in presenza,  si invitano i lettori a far riferimento, per i programmi venturi, agli aggiornamenti via via pubblicati sui siti web delle varie istituzioni musicali. Si tenga presente che alcune istituzioni hanno avviato un programma di eventi in streaming, dei quali si potrà trovare notizia sui siti stessi.
Unione Musicale: https://www.unionemusicale.it/
Filarmonica: https://www.oft.it/it/
Accademia Stefano Tempia: https://www.stefanotempia.it/
Polincontri Classica: http://www.policlassica.polito.it/stagione
Educatorio della Provvidenza: https://www.educatoriodellaprovvidenza.it/
Orchestra Rai: http://www.orchestrasinfonica.rai.it/
Concerti Lingotto: https://www.lingottomusica.it/
Teatro Regio: https://www.teatroregio.torino.it/

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