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mercoledì, Ottobre 9, 2024

    Riccardo Muti a Torino

    Un concerto al Lingotto e un’opera al Regio con il grande direttore d’orchestra

    Fri, Jan 26, 2024 —
    Chicago Symphony Orchestra
    Riccardo Muti, Conductor
    2024 European Tour
    Torino Concert
    © Todd Rosenberg Photography 2024

    Se siete amanti della musica cosiddetta “classica”, e frequentate ogni tanto le sale da concerto, ma non avete una specifica formazione musicale che vi permetta di leggere una partitura ‒ e di questo non dovete sentirvi assolutamente in colpa: la responsabilità è della scuola italiana che non prevede un’alfabetizzazione musicale, né tecnica né storica, per i suoi studenti ‒ vi sarà probabilmente capitata un’esperienza di questo tipo. Andate a un concerto, e leggete sul programma di sala le note di presentazione dei pezzi eseguiti. In alcuni casi, queste note si limitano a un’inquadratura storica e a una descrizione dei brani di tipo evocativo, per via di immagini e metafore. Altre volte, gli autori scendono un po’ più nel tecnico, e parlano dei temi musicali su cui il pezzo è costruito, della loro forma e del loro significato. Specialmente in questo secondo caso, vi sarà talvolta accaduto, al momento dell’ascolto, di non ritrovarvi più di tanto, e di faticare a riconoscere alcuni elementi della composizione che pure dovrebbero avere una notevole rilevanza.

    Fri, Jan 26, 2024 —
    Chicago Symphony Orchestra
    Riccardo Muti, Conductor
    2024 European Tour
    Torino Concert
    © Todd Rosenberg Photography 2024

    Vi assicuro che questa esperienza può capitare anche a chi sa leggere la musica, se non conosce a fondo la composizione in programma e non ha la possibilità di seguirla sulla partitura. Infatti, non sempre gli interpreti sanno valorizzare a tutto tondo ogni dettaglio di una composizione che pur eseguono correttamente. Quando si parli di musica sinfonica, infatti, il ruolo del direttore d’orchestra dovrebbe essere questo: al di là del garantire la correttezza esecutiva e il coordinamento dei musicisti, deve saper guidare l’orchestra affinché la partitura sia valorizzata in ogni suo risvolto, e possa giungere agli ascoltatori nella sua ricchezza di sfumature e significati. Un grande direttore si distingue proprio per questa abilità, altrimenti non avrebbe molto senso voler ascoltare le sinfonie di Beethoven dirette da Tizio invece che da Caio.

    Perché questa lunga premessa? Perché chi era presente al concerto della Chicago Symphony Orchestra diretta da Riccardo Muti nell’auditorium “Giovanni Agnelli”, per la stagione di Lingotto Musica (in collaborazione con Fondazione per la Cultura, MiTo-Settembre Musica e Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro), si è trovato invece immerso in una di quelle serate memorabili nelle quali ogni dettaglio di quanto è scritto sul programma di sala risalta alle orecchie dell’ascoltatore con un nitore impareggiabile. Non per nulla si sta parlando di una delle maggiori orchestre al mondo e di uno dei più grandi direttori d’orchestra viventi. Il programma era un percorso teso a mettere in luce le ispirazioni che l’Italia, con i suoi paesaggi, i suoi monumenti e le sue tradizioni, ha dato a tre compositori stranieri in epoche diverse: «The Triumph of the Octagon» di Philip Glass (2023), in prima esecuzione italiana; la Sinfonia n. 4 “Italiana” di Mendelssohn (1830); e «Aus Italien» di Richard Strauss (1886). Detto che si è trattato di tre interpretazioni di livello altissimo, il meglio è stato forse Mendelssohn, perché la natura più rigorosa e razionale della composizione ha permesso di apprezzare con maggiore evidenza l’abilità di Muti nel mettere in rilievo ogni frammento tematico che traspare nelle diverse sezioni orchestrali e a definirne il significato con un’oculatissima gestione delle dinamiche. L’auditorium del Lingotto era gremito (nonostante il prezzo dei biglietti decisamente superiore alle tariffe consuete della stagione), e questo, se da un lato è consolante, da un altro è un po’ preoccupante: a quanto pare, oggi solo i nomi di grandissimo richiamo riescono a muovere un pubblico davvero numeroso, per il quale il problema non sembra tanto quello del prezzo di ingresso, quanto l’interesse per ciò che viene proposto. Non ci si potrà esimere da qualche riflessione su questi argomenti.

    La presenza di Muti nella nostra città, fino a qualche anno fa molto sporadica, non finisce qui. Tornerà infatti nelle prossime settimane per dirigere «Un ballo in maschera» al Teatro Regio. Il rapporto di Muti con il Regio è iniziato nel periodo della commissaria Rosanna Purchia, che conosce personalmente il maestro e lo ha invitato a dirigere «Così fan tutte» di Mozart, a porte chiuse, durante il periodo della pandemia. È tornato per «Don Giovanni» nel novembre 2022, e adesso per quella che alcuni considerano l’opera più perfetta di Verdi, nella quale tragedia e commedia, sublime, frivolo e grottesco si fondono in una costruzione straordinaria: al suo interno, scene di passione, magia, gelosia, equivoci, quello che è forse il più bel duetto d’amore di Verdi e una festa in maschera che diventa occasione per un omicidio. Sarà una scoperta ascoltare come Muti valorizzerà le sfumature di questa partitura così complessa e affascinante. Per chi se lo può permettere (il prezzo, va detto, non è proprio economico) ci sono ancora alcuni posti disponibili in teatro.

    Questo mese al botteghino…

    Unione Musicale: (https://www.unionemusicale.it/) Numerosi appuntamenti tra il Conservatorio e il Teatro Vittoria. Il 21 febbraio al Conservatorio si esibisce l’Orchestra Femminile del Mediterraneo, diretta da Antonella De Angelis, con il violoncellista Ettore Pagano, in un programma che accosta compositori e compositrici. Il 13 marzo, nella stessa sede, recital del pianista Alexander Gadjiev (Chopin, Beethoven, Musorgskij).

    Filarmonica: (https://www.oft.it/it/) Il 12 marzo, al Conservatorio, “Agrumi”, con una prima assoluta di Marilena Licata e una selezione di Piazzolla, oltre a pagine di Rachmaninov e Glazunov.

    Accademia Stefano Tempia: (https://www.stefanotempia.it/)

    Polincontri Classica: (http://www.policlassica.polito.it/stagione) Recital pianistici di Anna Kravtchenko (Chopin) il 4 marzo, e di Luis Alberto Latorre (Beethoven) l’11 marzo.

    Educatorio della Provvidenza: (https://www.educatoriodellaprovvidenza.it/)

    Concertante: Numerosi appuntamenti in varie sedi e orari. Il 18 febbraio alle 17 a Palazzo Barolo ci sarà un recital del pianista Andrea Boccaletti.

    Orchestra Rai: (http://www.orchestrasinfonica.rai.it/) Tra i vari appuntamenti, il 22-23 febbraio Juraj Valcuha dirige il Concerto n.1 per pianoforte e orchestra di Brahms (solista Yefim Bronfman) e la Sinfonia n. 2 di Schumann.

    Concerti Lingotto: (https://www.lingottomusica.it/) Il 23 febbraio si esibisce il pianista Lang Lang, con la Pavane op. 50 di Fauré, Kreisleriana di Schumann e un’antologia di Chopin. Il 12 marzo, per la stagione Lingotto Giovani, toccherà ad Arsenii Mun, vincitore del concorso pianistico Busoni, che proporrà pagine di Chopin, Ravel e Liszt.

    Teatro Regio: (https://www.teatroregio.torino.it/) Dal 21 febbraio al 3 marzo Un ballo in maschera di Verdi, con Piero Pretti, Luca Micheletti, Lidia Fridman e Alla Pozniak, direttore Riccardo Muti, regia di Andrea de Rosa. Il 4 marzo Yutaka Sado, per la stagione dei concerti, dirige la Sinfonia n. 44 “Trauer- Symphonie” di Haydn e la Sinfonia n. 4 “Romantica” di Brukner.

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