Nella primavera 2022, il francese Mathieu Jouvin è stato scelto come nuovo sovrintendente del Teatro Regio. Quando, lo scorso giugno, al momento di presentare la stagione 2023-2024, è emersa la cospicua presenza di musica e lingua francese nella nuova programmazione ‒ a partire dal titolo dato al cartellone, «Amour toujours» ‒, è uscita a molti spontanea qualche battuta sul teatro che omaggia il Paese del sovrintendente; tanto che lo stesso Jouvin si è sentito in dovere di precisare che le scelte artistiche non si dovevano alla sua nazionalità, bensì alla volontà di valorizzare gli storici legami di Torino con la Francia. Ma, in fondo, se anche un sovrintendente francese decidesse di dare uno spazio maggiore del consueto al repertorio francese nel teatro da lui amministrato, che male ci sarebbe? Nessuno, a patto che la scelta si inserisca in un progetto culturale significativo e non diventi ossessiva.
Ebbene, la presenza della Francia nei primi mesi della programmazione del Regio è stata occasione per far ascoltare (e spesso scoprire) al pubblico torinese un repertorio che per decenni, in particolare in Italia, è stato ingiustamente dimenticato. L’inaugurazione della stagione, affidata a «La Juive» di Fromental Halévy (1835) ‒ sulla quale non mi dilungherò, perché ne ha già scritto la collega Luisa Forlano sul numero di ottobre ‒, ha riportato in scena il genere del grand-opéra, che a Torino (se si escludono i titoli dei compositori italiani) non veniva allestito da un secolo abbondante, mostrandone la complessità e la forza espressiva. Il titolo successivo, che ha aperto le attività del Piccolo Regio, è stato «Un mari à la porte» di Jacques Offenbach (1859), che si può considerare complementare alla «Juive» in un ideale percorso di riscoperta del teatro musicale francese del pieno Ottocento. Alla monumentalità (anche in termini di lunghezza) e alla tensione drammatica del grand-opéra di Halévy si contrappone la leggerezza brillante dell’atto unico di Offenbach, che storicamente si colloca nel momento in cui ha origine, dai lombi dell’opéra-comique, il teatro d’operetta parigino. Una vicenda drammaturgicamente esile, fatta di equivoci e improbabili colpi di scena, è occasione per un’oretta spassosa in cui, alternando dialoghi in prosa e numeri musicali, ci si lascia trascinare dal ritmo di valzer ridendo delle situazioni assurde che la vita quotidiana può proporre. L’esecuzione, principalmente affidata agli artisti del Regio Ensemble, è risultata assai gradevole nonostante l’indisposizione che il 13 ottobre affliggeva il soprano Amélie Hois, perché ha rispecchiato lo spirito della partitura anche al di là di alcune lacune nella pronuncia francese; e un merito particolare va sicuramente assegnato alla bacchetta di Riccardo Bisatti, giovane direttore che sempre si distingue per la grande sensibilità nella gestione dei tempi e delle dinamiche orchestrali. Alla musica francese è stato dedicato anche il primo appuntamento della stagione di concerti del Regio, il 30 settembre, nel quale sono state proposte pagine “Belle Époque” di Saint-Saëns, Debussy e Ravel.
Con la seconda metà di ottobre il Regio ha inaugurato ‒ parallelamente alla mostra dedicata a Carlo Mollino allestita nel foyer, che si protrarrà fino all’inizio del 2024 ‒ un altro impegnativo progetto, un “tutto Puccini” che prevede, nelle due stagioni attorno al centenario della morte del compositore, l’esecuzione dell’intera produzione operistica del musicista lucchese. E la Francia fa indirettamente capolino anche nelle prime tappe di questo itinerario, perché i primi due titoli messi in scena, «La bohème» (1896) e «La rondine» (1917) hanno un’ambientazione francese, anzi parigina (a parte l’ultimo atto della «Rondine», che si svolge in Costa Azzurra). Se il primo è uno dei titoli più conosciuti e rappresentati nelle stagioni operistiche di tutto il mondo, lo stesso non si può dire del secondo, che sarà in cartellone nella seconda metà di novembre e rientra tra le rarità pucciniane. È una “commedia lirica” di grande raffinatezza che vuole rappresentare con occhio disincantato momenti di vita sociale e individuale della società borghese, e si conclude senza tragedie, ma con un epilogo amaro che sancisce la fine dell’effimero amore dei protagonisti.
Ma non è solo il Teatro Regio a omaggiare la Francia nella propria programmazione stagionale: scorrendo i calendari del prossimo mese, il 3 dicembre si ascolterà, per la stagione di Concertante, la «Messe solennelle» op. 12 di Franck, compositore belga che trascorse la vita a Parigi. Il 13 dicembre, al Conservatorio, per l’Unione Musicale, il Trio Sitkovetsky e il clarinettista Andreas Ottensamer proporranno la «Première Rapsodie» di Debussy, il «Trio in la minore» di Ravel e il «Quatuor pour la fin du temps» di Messiaen. Infine, sarà francese parte del programma dei concerti dell’OSN Rai del 23-24 novembre (Ouverture dal «Benvenuto Cellini» di Berlioz e «Concerto n. 3 per violino e orchestra» di Saint-Saëns) e del 14-15 dicembre («Poème de l’amour et de la mer» di Chausson e «La mer» di Debussy). Insomma, per chi voglia approfondire le proprie conoscenze di musica francese, a Torino le occasioni non si faranno desiderare.
Questo mese al botteghino…
Unione Musicale: (https://www.unionemusicale.it/) Numerosi appuntamenti da camera, tra il Conservatorio e il Teatro Vittoria. Si segnala, al Conservatorio, il 6 dicembre, un recital vocale del controtenore Jakub Jozef Orlinski, con l’ensemble Il Pomo d’Oro, in un programma rinascimentale e barocco.
Filarmonica: (https://www.oft.it/it/) Il 21 novembre, al Conservatorio, la stagione intitolata “Profumi” prosegue con “Chypre”: gli Archi della Filarmonica, diretti da Sergio Lamberto, propongono pagine di Rachmaninov, Delius, Respighi, Fuchs.
Polincontri Classica: (http://www.policlassica.polito.it/stagione) Concerti tutti i lunedì alle 18 nell’Aula magna del Politecnico. Si segnala il 27 novembre il Trio Johannes nel Trio “Arciduca” di Beethoven e Trio op. 65 di Dvorak.
Educatorio della Provvidenza: (https://www.educatoriodellaprovvidenza.it/)
Concertante: Numerosi appuntamenti in varie sedi e orari. Il 9 dicembre, alle 21, nella chiesa di San Salvario, sarà eseguito l’Oratorio di Natale di Marco Pent.
Orchestra Rai: (http://www.orchestrasinfonica.rai.it/) Il 30 novembre e 1 dicembre James Conlon dirige la Sinfonia n. 8 “Incompiuta” di Schubert, e alcuni passi sinfonici dal Crepuscolo degli dei di Wagner. Il 14-15 dicembre il direttore Philippe Jordan e il soprano Kate Lindsey saranno impegnati in un concerto che ha per protagonista il mare, tra pagine di Mendelssohn, Chausson, Britten e Debussy.
Concerti Lingotto: (https://www.lingottomusica.it/) Il 28 novembre, per Lingotto Giovani, si esibisce Teodoro Baù, viola da gamba, in un programma dedicato ad Arcangelo Corelli.
Teatro Regio: (https://www.teatroregio.torino.it/) Fino al 26 novembre La rondine di Puccini, con Olga Peretyatko, Valentina Farcas, Mario Rojas, Santiago Ballerini, Vladimir Stoyanov (cui si alternano Carolina Lopez Moreno, Marilena Ruta, Oreste Cosimo, Marco Ciaponi), direttore Francesco Lanzillotta, regia di Pierre-Emmanuel Rousseau. Dal 7 al 17 dicembre La bella addormentata, balletto su musica di Cajkovskij, coreografia di Marcia Haydée, con il Balletto del Teatro Nazionale di Praga.