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Comune di Caselle Torinese
mercoledì, Dicembre 4, 2024

    I “Battuti” oggi

    E con il 2021 sono trecento.
    Quest’anno ricorre il trecentesimo di fondazione della chiesa di S. Pietro e Paolo di Caselle, meglio conosciuta come “I Battuti”. La data, 1721, è graffita in bella evidenza sulla facciata, mentre il campanile è del 1722 ( in realtà c’è anche un altro anniversario: il decennale del restauro dell’organo) Da quel giorno le tre confraternite: Santa croce, S. Pietro e Paolo e Spirito Santo, che intanto erano confluite in una sola dando vita alla Confraternita di Santa Croce sotto il segno dei SS. Pietro e Paolo, avevano una chiesa tutta per loro. L’aggettivo “I Battuti” deriva dal fatto che la confraternita apparteneva alla grande famiglia dei flagellanti. Durante le processioni si percuotevano con un frustino a scopo espiatorio. C’erano anche i “ Battuti bianchi” perché indossavano un camice e cappuccio bianco perché dediti

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    all’assistenza dei malati nei lazzaretti.
    Possiamo conoscere, in parte, le vicende della confraternita casellese grazie al libro di maneggio ed i registri di iscrizione dei fedeli alla confraternita, uomini e donne, tuttora presente ai Battuti.
    Grazie a questi documenti è possibile conoscere non solo la vita dei Battuti ma anche aspetti della vita del Settecento a Caselle. Il libro di maneggio presente ai Battuti, dove venivano registrate le riunioni e decisioni del consiglio, si apre con un inventario dei beni della confraternita datato 1728 sotto il priorato di Claudio Volleti. Manca, quindi, il registro precedente. Quello inerente alla costruzione della chiesa: la parte più interessante. Purtroppo non sappiamo se è andato perso definitivamente oppure sia stato trafugato.
    Grazie a questo registro conosciamo diversi aspetti della vita della confraternita: la data di costruzione dell’organo e il nome del costruttore, i fratelli Concone (1756), La data della commessa della pala d’altare “ La Gloria della croce (1771) e il nome del pittore semisconosciuto, un certo Gaspare Gotti, che la realizzò. La cui unica opera nota è quella dei Battuti. E tante altre notizie, anche curiose. Come le liti che la confraternita doveva affrontare in certe occasioni. Come quando decisero di costruire la scala del pulpito o la data di realizzazione dell’altare della “Madonna del latte” e tanto altro.
    L’ultima riunione riportata nel libro di maneggio è del 3 Marzo 1901. La penultima è di tre anni prima. Questo significa che la confraternita aveva ridotto di molto la sua attività.
    Negli anni in cui a Torino era arcivescovo il cardinale Ballestrero la confraternita fu sciolta perché non più operante, questo assieme ad altre confraternite nella stessa condizione, ma non messa in liquidazione per complessi problemi legati alla natura della proprietà. Il parroco pro tempore ne divenne rappresentante legale in qualità di commissario.
    Negli anni tra la fine della guerra e gli Anni Ottanta i Battuti erano in stato di semiabbandono. Ma un gruppo di casellesi sensibili, di cui faceva parte gente come Gigi Manina e Domenico Musci e altri, promossero una serie di lavori che misero in sicurezza l’edificio dal punto di vista architettonico.
    Fino agli inizi degli Anni Duemila un gruppo di altri fedeli casellesi, riuniti attorno a Giovanni Aghemo, garantiva l’apertura della chiesa.
    Di quel gruppo facevano parte: Pierangelo Schiavon, Mario Ballari, Maurizio Baracco, Urbano Di Lorenzo, Mauro Pregnolato, Matteo Iacovelli, Antonio Di Lecce e chi vi scrive.
    In quel periodo iniziò il percorso che ha consentito a quel gruppo di avviare, col consenso del parroco, il recupero del notevole patrimonio storico artistico presente nella chiesa.
    Ricordo ancora con chiarezza quel giorno. Io e Luca Baracco eravamo nella chiesa, guardavamo le tele. Si presentavano in stato precario: c’erano strappi, abrasioni ed erano sporche. Il Martirio di S Orsola era accatastato sulla balconata dell’organo lacero e con la cornice deformata. C’era molto da fare. Luca disse:” Come possiamo intervenire per recuperarle visto che non abbiamo un soldo?”.
    “ Intanto, risposi, cominciamo a chiedere qualche preventivo per capire di che morte dobbiamo morire, e poi vedremo.”
    Proprio in quel periodo lo studio Rocca di Balangero aveva restaurato i quadri della Madonnina, ci mettemmo in contatto con la signora Caterina Calza di Ciriè, rappresentante dello studio. In breve tempo preparò il preventivo per restaurare le quattro tele: “La Madonna dei Battuti”, “La Gloria della Croce”, “La Madonna del suffragio”, “Il martirio di S Orsola”. Costo 20.000 euro circa. Ci fornì anche utili dritte burocratiche. Nonostante non avessimo un euro in cassa la cifra non era impossibile.
    In breve tempo preparammo la pratica da inviare in Curia e soprintendenza.
    Nel giro di qualche mese arrivarono le autorizzazioni, ora cominciava la fase più difficile: trovare i fondi necessari.
    Non era facile mettere insieme l’importo necessario a restaurare le opere. Lanciammo una sottoscrizione popolare. La risposta dei casellesi andò oltre le nostre più rosee prospettive.
    Anche l’Amministrazione Comunale, presieduta dall’allora sindaco Marsaglia, utilizzando leggi dedicate al recupero e conservazione del patrimonio storico-artistico, concesse dei contributi che, unitamente alle sottoscrizioni, ci permisero di restaurare le quattro tele. Bisogna precisare che le amministrazioni Marsaglia e Baracco sono state sensibili e hanno appoggiato il nostro lavoro. A questi restauri concorsero anche sponsorizzazioni di associazioni e aziende casellesi. Le opere furono restaurate tra il 2005 e il 2007.
    Chi desiderasse maggiori notizie relative a queste vicende, compreso il restauro dell’organo, può visitare il sito: ibattutidicaselle.blogspot.it.
    Intanto altri casellesi si avvicinarono ai battuti: Giuseppe Cipriani, Giancarlo Amelio, Mara Milanesio, Luca Maritano, Enzo Amici ed altri.
    Nel 2007 nel quadro delle manifestazioni delle finali nazionali delle PGS (polisportive giovanili salesiane) organizzate dall’ associazione don Bosco presieduta da Luca Baracco, I Battuti accolsero le reliquie di San Domenico Savio per ben tre giorni. Un evento straordinario.
    A partire dal 2006 affrontammo il difficile problema dell’organo Concone. Il manufatto si presentava bellissimo ancorché in stato di profondo degrado. L’entusiasmo del dottor De Liso, pace all’anima sua, ci convinse che valeva la pena di tentare il recupero. Iniziò un percorso che durò più di quattro anni. Il giorno 12 ottobre 2011 le note del concerto inaugurale, tenuto dal maestro Luca Guglielmi, consegnarono alla città, nuovamente scintillante, il pregevole organo Concone che era rimasto in oblio per circa 90 anni. Il restauro fu possibile grazie ai contributi di: Fondazione S. Paolo, Regione Piemonte, Fondazione C.R.T. e SAGAT spa. Anche su questo aspetto per maggiori ragguagli visitare il sito.
    In questi anni, ai Battuti, in occasione delle feste natalizie si è sempre realizzato un grande presepe. Quest’iniziativa ora non è più possibile per diverse ragioni. La più importante è che durante le operazioni di allestimento si sollevavano, nonostante le cautele, notevoli quantità di polveri nemiche giurate delle opere restaurate e soprattutto delle canne dell’organo. Inoltre spesso venivano causati, involontariamente, danni ai manufatti della chiesa, come la pregevole balaustra.
    Parallelamente a tutto ciò, nel corso degli anni, abbiamo realizzato numerose iniziative: culturali, religiose e di altro tipo. Queste iniziative le riteniamo importanti poiché le chiese, nel corso dei secoli, non sono state solo luoghi di preghiera ma anche di vita. Spesso le chiese erano gli unici edifici sociali a disposizione della comunità. È un modo per tenere vivo il rapporto con la città.
    Ovviamente un grazie particolare va a don Claudio che col suo consenso ci ha permesso di portare avanti questo vasto programma qui riassunto per sommi capi.
    L’unico modo per far sì che realtà del tipo dei Battuti rimangano vivi e partecipi della vita di una comunità, nel nostro caso Caselle, è quello di impedirne la “museificazione”. Questa partecipazione della chiesa dei Battuti alla vita della città rende le sue pietre materia vivente a testimonianza della continuità storica e identitaria.
    In questi anni alcuni membri del gruppo sono passati a miglior vita: Mario Ballari, Urbano Di Lorenzo, Maurizio Baracco, Giovanni Aghemo… Avrebbero voluto vivere questo momento, A loro va un caro pensiero. Oggi il gruppo, fatta qualche eccezione, è formato da persone anziane.
    Quale futuro attende i Battuti quando noi non ci saremo più?
    Questo è un vero tarlo che mi assilla.

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