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venerdì, Aprile 19, 2024

    Rock contro il nucleare

    “Se qualcosa va storto alla centrale nucleare, incolpa il tipo che non parla inglese”.
    Homer Simpson

    Nucleare e atomico sono due aggettivi che negli ultimi mesi sono tornati prepotentemente a popolare i notiziari e le conversazioni. E di conseguenza anche i nostri peggiori incubi. La gravissima crisi energetica, infatti, ha fatto sì che si riprendesse a discutere dell’opportunità di imboccare nuovamente la strada del nucleare, già abbandonata in seguito al referendum del 1987 e riconfermata da quello del 2011: un tema complesso, che non svilupperemo certo nel corso di questo articolo.

    Inoltre, il conflitto in Ucraina ha reso di nuovo attuale e inquietante il tema della guerra nucleare. Era dalla crisi cubana della Baia dei Porci del 1961 che il mondo non si avvicinava così tanto allo spettro atomico come oggi.

    A partire dalla fine degli Anni 70, con la progressiva decadenza della contrapposizione politica che aveva caratterizzato tutto il decennio precedente, è proprio il tema del nucleare a catalizzare l’attenzione della cultura antagonista giovanile. Il  movimento antinucleare forse per la prima volta coniuga insieme i due temi dell’ambientalismo e del pacifismo, che avranno un grande rilievo negli anni a seguire.

    Nel settembre 1979 il collettivo Musicians United for Safe Energy aveva organizzato i Concerts for a Non-Nuclear Future. Si trattò di una risposta all’incidente avvenuto alla centrale nucleare di Three Mile Island, sull’omonima isola in Pennsylvania, il 28 marzo di quell’anno. Un evento che colpì molto l’opinione pubblica, focalizzando per la prima volta l’attenzione sulla sicurezza dell’energia atomica. Il movimento antinucleare cominciò ad avere una certa diffusione anche nel nostro paese, e fu proprio il Piemonte a esserne il capofila. Robassomero fu il primo comune denuclearizzato d’Italia. Infatti il 17 dicembre 1981 il Consiglio Comunale approvò una delibera dal valore altamente simbolico, più che pratico, che dichiarava Robassomero “zona denuclearizzata”, ovvero territorio in cui era vietato installare sia ordigni atomici che centrali nucleari.

    Due anni dopo, nella primavera del 1983, nel suggestivo scenario del Palazzo del Valentino, andò in scena “Rock contro il Nucleare”, sicuramente il più grande evento di musica indipendente avvenuto nel capoluogo subalpino. Al concerto, organizzato da un collettivo studentesco insieme alla fanzine cittadina Blood, partecipò la maggior parte dei gruppi musicali attivi del torinese in quel periodo. Si viveva, in quegli anni, in un’era preglobalizzata e pochissimi di questi artisti (Fil di Ferro, Stray King, Blind Alley…) avevano già avuto esperienze discografiche, per lo più con etichette cittadine indipendenti e tirature limitatissime. Di conseguenza pochissimi di loro erano conosciuti al di fuori del territorio della città e della cintura. Ma al suo interno, alcuni – basti pensare ai leggendari Blind Alley – erano delle celebrità: i ragazzi affollavano i loro concerti e conoscevano a memoria tutte le loro canzoni.  “Rock contro il nucleare” fu un evento di straordinaria portata sociale e aggregativa. Forse l’ultima manifestazione di realmente indipendente, prima dell’inesorabile calata delle etichette discografiche e degli sponsor.

    L’evento venne documentato da un film realizzato niente meno che da Mimmo Calopresti, regista destinato a fama internazionale, autore del recentissimo Romanzo Radicale, docufiction dedicato alla vicenda umana e politica di Marco Pannella. Nel 2008 venne organizzato un nuovo concerto a Torino contro il nucleare, per protestare contro l’intenzione del governo di allora di ripristinare questa fonte di energia. Un evento completamente differente, sotto tutti i punti di vista, da quello che lo precedette. Per l’occasione venne anche realizzato un documentario che raccontava il leggendario concerto ad Architettura del 1983 attraverso alcuni dei suoi protagonisti. Il documentario è presente su Vimeo all’indirizzo https://vimeo.com/3499222

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    Luigi Bairo
    Luigi Bairo
    Autore, giornalista e musicista. Ha pubblicato libri dedicati alla “cultura della bicicletta”, resoconti di viaggio, testi di argomento pedagogico, di narrativa per ragazzi e di storia locale. Ha scritto di musica per il settimanale Il Risveglio ed è autore per la rivista Canavèis.

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