Climaticamente parlando, viviamo tempi orribili: innalzamento delle temperature dovute all’inquinamento e all’effetto serra; la plastica che ormai ha invaso tutto ed è entrata nella nostra catena alimentare (in alcuni ristoranti vengono forniti i menù per celiaci e per coloro che non digeriscono la plastica); i ghiacciai in montagna che rovinano a valle con gli abitanti del posto che non vogliono evacuare perché “tanto è sempre stato così, non creiamo allarmismi inutili”… poi quando li vanno a recuperare i pompieri in mezzo alle macerie, la colpa è sempre della Protezione Civile che non ha allertato la popolazione…
Il Polo Nord si sta sciogliendo. Pensate che nonostante questa tragedia imminente, qualche imbecille ha già pensato di sparare contro gli iceberg per ottenere acqua purissima vendibile a peso d’oro: spero almeno che sia contaminata da microbi preistorici mortali, come in un film di fantascienza.
Strano, da tempi immemorabili chissà perché le armi sono sempre collegate agli imbecilli…
Per fortuna moltissimi giovani hanno a cuore il futuro del pianeta (del resto è l’unico che hanno) e ce lo stanno facendo capire con manifestazioni in tutto il mondo, perché noi siamo stati menefreghisti e ignoranti.
Un esempio della nostra ignoranza: una mattina ho sentito per radio la tipica mammina 2.0 tutta risentita con il conduttore del programma che le aveva fatto notare che anche i palloncini inquinano. Molto.
Lei ha risposto: “Ma non crederà mica che l’inquinamento sia più importante del divertimento del mio bambino?” Detto tutto. Bon. Non aggiungo altro perché poi dite che sono cattivo.
Cara Greta hai tutta la mia ammirazione, sei una grande perché tu hai fatto una cosa che nessun potente del mondo è riuscito o semplicemente se ne è altamente sbattuto. Però fammi un favore: di’ ai tuoi amici che, quando finiscono le vostre belle manifestazioni, non vadano a farsi un hamburger da Mc. Donald… altrimenti il vostro movimento perde un tantino di credibilità.
Comunque qualcosa si sta muovendo. Ognuno di noi ha un minimo di sensibilità in più verso il pianeta ed il clima: dopo aver inquinato e sporcato e distrutto e incendiato e macellato per secoli, finalmente ci siamo resi conto che è arrivata l’ora di fare qualcosa, tutti insieme ed il più presto possibile.
Per esempio, i nostri ospiti rom adesso bruciano separatamente i materiali: un mucchio di gomme qui, un mucchio di cavi rubati là, le auto rubate in un apposito piazzale. E usano solo benzina verde.
La massaia che va al supermercato continua ad acquistare migliaia di vaschette di plastica contenenti prodotti gastronomici e centinaia di contenitori di detersivi per la casa, tanto “non sarà mica per colpa mia se la Terra sta morendo, cosa vuoi che siano due vaschette di insalata russa”.
Nelle principali città storiche sono state suddivise le fontane in base al tipo di rifiuto da buttarci dentro: recentemente si era vista la Fontana di Trevi piena di lattine di birra e bottiglie di plastica. Eh, no cari cafoni: o solo le lattine, o solo la plastica.
Quegli orrendi condomini galleggianti che scaricano mandrie di turisti mordi e fuggi chiamati “Grandi Navi” non passeranno più sui canali di Venezia, ma ci passeranno dentro e verranno chiamati “Grandi Sottomarini”.
Anche quegli idioti che buttano l’immondizia nei fossi (poi se un cinghiale rompe la borsa per cercare qualcosa da mangiare perché sta morendo di fame viene bollato come il demonio e si organizzano feroci battute per eliminarlo) ora hanno una coscienza ecologica: le borse di organico vengono buttate il martedì, quelle di plastica il giovedì ed il vetro il venerdì, tutte in fossi specifici e differenziati. I rifiuti ingombranti si lasciano sempre davanti all’ecocentro, ma solo se ben allineati e solo la domenica mattina di nascosto.
Per quanto riguarda i mozziconi di sigaretta buttati dalle auto, ora finalmente c’è una severissima legge: si dovranno gettare o a sinistra o a destra, a giorni alterni. Invece i cani, per i loro bisognini avranno specifiche zone assegnate: nei giorni pari useranno i marciapiedi, nei giorni dispari la faranno davanti ai negozi.
Persino i grandi impresari edili sono diventati ecologisti convinti, evitando di costruire nuovi edifici buttando ferro e cemento ma ristrutturando quelli esistenti. Lo dimostra il progetto del centro commerciale di Caselle, che come tutti i progetti di questo genere, ha un piccolissimo impatto ambientale.
Persino i costruttori della TAV, in un mio sogno, si sono messi il cuore in pace: comprendendo che stavano per fare uno scempio alla natura, hanno annullato il progetto. Per evitare i licenziamenti di tutti i loro operatori, questi ultimi verranno impiegati per riempire la galleria con i materiali estratti fino ad oggi, con un cucchiaio.
Avranno così lavoro per molti anni.
Quindi non ci lamentiamo che non si fa niente per il pianeta, come vedete gli esempi dalle persone educate di buona volontà si stanno moltiplicando.
Anche i costruttori di automobili si stanno sensibilizzando verso l’ecologia e le emissioni zero, peccato che il costo di un’auto elettrica sia il doppio o il triplo di quello di un’auto normale. Le auto saranno sempre più eco-tecnologiche; stanno uscendo alcuni modelli con intelligenza artificiale. Che, vista la media mondiale, non impiegheranno molto a superare quella umana. Tutta questa corsa all’ecologia, ha però alcuni difetti:
1 – La creazione di un nuovo mostro. L’ E-Truzz.
Siamo abituati da secoli alla maleducazione di chi guida un qualsiasi mezzo a motore; ora ci dovremo abituare a coloro che guidano mezzi elettrici. La bici elettrica è comparsa già da alcuni anni, e tutto sommato non fa molti danni rispetto a quella normale: in città va sotto i portici, va contromano, non rispetta lo stop o il semaforo e fa quello che vuole, guai a rimproverare chi la guida. Quindi non è cambiato molto.
Ma quello che preoccupa è l’arrivo del monopattino elettrico: una tavoletta subdola e invisibile dalla velocità impensabile che guidata dall’e-truzz diventa una mina vagante, una spacca caviglie veloce e imprendibile.
Dato che non c’è una legge specifica per questi mezzi e anche se ci fosse non verrebbe comunque rispettata, prevedo il caos totale, almeno nelle grandi città: la maggior parte degli utenti di questo mezzo sono ragazzi giovani perennemente incollati al telefono ed alle cuffie, che vagano nel loro mondo incuranti di quello reale.
Se ne vedono a tonnellate mentre passeggiano in Torino, con lo sguardo vitreo perso nella realtà virtuale e l’andamento barcollante. Molte volte me li sono trovati sul cofano stesi a pelle di leone.
Vedo già i primi negozi di “Monopattini tuning” e di “Elaborazioni di monopattini racing”; le prime librerie del “Manuale del nuovo scippatore su monopattino” e di “Il nuovo topo di appartamento: come arrivare in silenzio in piena notte sotto la tua casa preferita”.
Ora basta attendere le prime statistiche riguardanti gli incidenti da monopattino, questione di mesi.
2 – I caricatori
Facciamo due conti. Ormai, una persona definita normale (normale rispetto al modo di vivere occidentale) ha: un pc; un tablet; uno o più telefonini; svariati elettrodomestici ricaricabili; una o più bici elettriche; uno o più monopattini elettrici; una auto elettrica, uno swatch multifunzione, eccetera. Fermo restando che dovremmo abitare in una centrale elettrica o ancora meglio nucleare a causa di tutta l’energia che ci serve, per ogni diavoleria elettronica c’è il corrispondente cavo di ricarica, caricatore, adattatore.
Che corrisponde a circa una tonnellata a testa. Ho visto delle persone che quando partivano per le vacanze avevano un trolley per il vestiario e otto terrificanti valigioni di ghisa per i caricatori.
Alcuni di loro si sono suicidati dalla disperazione, perché arrivati in Francia nella tanto sognata Chambre d’Hotes romantica con vista sulla discarica avevano dimenticato la famigerata spina shucko senza la quale non si può collegare niente: alcuni spietati francesi, accortisi del problema, rivendevano queste spine a prezzi mostruosi ai malcapitati dipendenti da internet.
3 – Le batterie
D’accordo: i mezzi elettrici non inquinano, e questo è un dato positivo. Ma quando le batterie avranno compiuto il loro ciclo di ricariche e saranno esaurite, dove si metteranno? Si tratta di rifiuti pericolosi, che contengono forti inquinanti chimici. Già adesso molte persone sensibili buttano le normali pile dove capita, figuriamoci le batterie. Saranno creati degli appositi centri di raccolta e smaltimento con ulteriori spese per gli utenti? Oppure sarà molto più semplice individuare alcuni fossi con le caratteristiche giuste per questo tipo di rifiuto, o dei capannoni abbandonati da riempire fino al tetto, come succede oggi in alcune regioni…
E non dimentichiamoci di una cosa importante: quando tutti voi non potrete più fare a meno di queste apparecchiature elettriche, sono sicuro che le tariffe della corrente aumenteranno. Oh, se aumenteranno.
Ma andrà comunque tutto bene. L’importante è che ci siano i social e le notizie indispensabili su CR7.
Ora vi devo lasciare perché sento un dolorino. Anzi un fastidioso dolorino. Anzi un forte dolore. Ma che mi succede? Ma che sarà mai? Ma…..noooooo ho dimenticato di cambiare la pila del pacemaker!