Era il 9 novembre del 1989 la notte della caduta del Muro di Berlino. Sono passati 30 anni. 30 anni da una data storica che ha segnato il passaggio di un’epoca. Il simbolo della fine della cortina di ferro, del mondo diviso in due blocchi atomici, della riunificazione della Germania.
Simboli, ma che segnano il tempo. Simboli a cui a volte non viene data la giusta importanza nel ricordo.
Solo nei giorni scorsi a Verona Balotelli ha lanciato verso la curva il pallone durante una partita di calcio perché continuava a sentire cori e insulti razzisti da parte del pubblico. Un momento di sport e di aggregazione che si trasforma in altro.
Sembra che la storia non abbia insegnato molto.
Sempre nei giorni scorsi in Senato con l’approvazione della Commissione contro odio, razzismo e antisemitismo, proposta da Liliana Segre si è assistito ad azioni che non possono lasciare indifferenti. Molto toccanti le parole che ha scritto Alberto Belli Paci, primogenito di Liliana Segre, dopo l’accaduto.
Alberto Belli Paci scrive: «A voi che non vi alzate in piedi davanti a una donna di 89 anni, che non è venuta lì per ottenere privilegi o per farsi vedere più brava ma è venuta da sola (lei sì) per proporre un concetto libero dalla politica, un concetto morale, un invito che chiunque avrebbe dovuto accogliere in un mondo normale, senza sospettosamente invece cercare contenuti sovversivi che potevano avvantaggiare gli avversari politici. A voi dico: io credo che non vi meritiate Liliana Segre!».
«Guardatevi dentro alla vostra coscienza. Ma voi credete davvero che mia madre sia una che si fa strumentalizzare? Con quel numero sul braccio, 75190, impresso nella carne di una bambina? Credete davvero che lei si lasci usare da qualcuno per vantaggi politici di una parte politica in particolare? Siete fuori strada. Tutti. Talmente abituati a spaccare il capello in quattro da non essere nemmeno più capaci di guardarvi dentro».
«Lei si aspettava accoglienza, solidarietà, umanità, etica, un concetto ecumenico senza steccati, invece ha trovato indifferenza al suo desiderio di giustizia».
Sono passati 30 anni dalla caduta del Muro di Berlino, non costruiamo altri muri, per ritornare a rivivere situazioni e momenti che ahinoi sono già stati vissuti.