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giovedì, Maggio 16, 2024

    Caro virus, ti scrivo così mi distraggo un po’…

    Caro virus, ti scrivo per due motivi. Il primo è che hai dato una bella lezione a tutti i potenti e gli arroganti della terra: nonostante tu sia talmente piccolo, anzi invisibile, tutto il mondo ti teme. Dal più potente capo di stato al più grande guerrafondaio, dal miliardario arrogante che con i soldi pensa di poter comprare tutto al bulletto prepotente che crede di essere il migliore, comandando con la violenza. Tutti terrorizzati.

    Il secondo motivo è che sei riuscito a evidenziare il vero carattere della maggior parte degli umani, ovvero che quando si tratta di un’emergenza seria, ognuno pensa per sé. Altro che unità e fratellanza.

    Esiste solo una categoria di veri eroi: sono tutti coloro che lavorano senza sosta per salvare vite. Medici, infermieri, volontari, pompieri, Forze dell’Ordine, Protezione Civile (anzi direi Incivili) eccetera.

    Dunque, recentemente il Governo ha giustamente introdotto il divieto di uscire di casa, per non propagarti ovunque. Ma si sa che la gente (o meglio, gli Italiani in particolare) non è propensa a ubbidire a leggi e restrizioni, specialmente per quanto riguarda la sfera privata e il proprio tempo libero. Detto fatto.

    Centinaia di persone hanno preso il treno per tornare al Sud, dalle famiglie. Bravi imbecilli, complimenti. Forse pensavano che la quarantena fosse un nuovo tipo di pizza. Comunque se ne sono fregati.

    Ma vuoi mettere la pummarola di mammà, anche se infetti un’intera regione, mamma compresa? Non c’è paragone. Stessa cosa è successa in un weekend, sulle nostre montagne: sono andati tutti nelle seconde case, pensando di essere in vacanza. Piste da sci con selfie vari, what’s app e messaggi vocali alla grande per sottolineare la propria incoscienza e stupidità, come nell’esempio seguente. “Ciao sono la Katya. Senti, dato che qui a Milano abbiamo la lebbra ed è tutto triste, col Giangi abbiam preso la rossa (Ferrarino) e siamo venuti qui a Cortina per staccare un po’. Bellissimo, le piste sono perfette e c’è un cielo blu senza una nuvola. Dai testina, vieni anche tu che stasera ci facciamo una fondutona memorabile per dimenticare il raffreddore, non vorrai mica dare retta alle scemate che dicono in televisione!”

    Ecco. Questi bipedi sì che meritano l’estinzione. Ma andiamo avanti.

    I centralini delle emergenze sono subissati di telefonate, in genere si tratta di informazioni sulle restrizioni varie da parte di persone preoccupate. Ma alcune domande mi fanno venire la pelle di Belen.

    Tipo: “Senta posso portare fuori il cane?” – “Certamente signora, a patto che non si tratti del raduno settimanale dei possessori di bassotti”. “Posso far venire qui i miei nipotini che mi mancano? Tanto i bambini non trasmettono mica i virus” – “Ma certo, i bambini sono tutti buoni, non si trasmettono le malattie e fanno la cacca santa”. “Ma quando devo mettere la mascherina?” – “A Carnevale signora, a carnevale”. “Ma sapete mica quando finirà questo virus? Dobbiamo prenotare per le Seychelles, sa, non voglio perdere le vacanze” – “Guardi signora, provi a chiederlo a quelli che stanno morendo in ospedale”. Penso che alla Protezione Civile abbiano una pazienza al limite della santificazione.

    Ora parliamo dell’Unione Europea e della relativa inutilità, o meglio della collaborazione tra stati confinanti.

    Noi abbiamo sempre accolto tutti, nel nome di un buonismo ad oltranza esagerato. Ora ne raccogliamo i frutti: ci trattano come gli appestati nel Medioevo. L’Austria ha immediatamente chiuso i confini, con sorveglianza armata e gruppi di dobermann pronti ad essere scagliati contro gli untori italiani.

    La Francia ha bloccato l’ingresso agli Italiani, forse sono ancora arrabbiati per non aver trovato il bidet.

    La Germania anche, anzi ha risfoderato un vecchio detto: per ogni italiano che arriverà qui, 100 italiani verranno uccisi. La spocchiosa Svizzera invece aveva già chiuso le frontiere a tutti molto tempo prima che arrivassi tu. Anzi si dice che non sia mai esistita, come Atlantide. Emerge solo ogni tanto per accogliere i miliardi illegali di qualche capitalista in una delle sue banche.

    Ma non bisogna nemmeno andare troppo lontano per vedere questi atteggiamenti: la Valle d’Aosta ha chiuso gli ingressi e le uscite. Vorrà dire che si dovranno mangiare quintali di fontina invenduta.

    Quindi, come ho detto prima, tutti amici ma ognuno quando è ora pensa per sé.

    Quando tutto questo sarà finito, avrei un piccolo consiglio: anche se è una piccola soddisfazione, boicottiamo tutti i prodotti europei e mangiamo solamente italiano. Stop alla cioccolata svizzera e relativa mucca di color lavanda. Stop ai wurstel tedeschi: credo che la nostra salsiccia di Bra sia molto più genuina e buona. Stop ai vini francesi (abbiamo dei brut molto più buoni del loro Champagne) e… purtroppo per me… stop alla raclette consumata a Briancon. Che se mi vengono in mente i bagni dei localini di questo bel paesino mi viene la febbre: avevano una tale pulizia che mi inciampavo nei batteri. Una sera ho visto un animaletto su uno sgabello: “Ma dai che bel gattino. Con sei zampe? Oddio ma cosa sei, il gatto dell’Eni?” Altro che gattino, era il microbo dell’influenza che si schiacciava un pisolino. Altro che te, caro Covid19, in confronto sei un dilettante. Per non parlare di quel tremendo miscuglio sinistramente appoggiato sui tavoli creato da Harry Potter in persona, chiamato vinaigrette: il classico condimento misterioso francese per l’insalata (o meglio la loro insalata caratterizzata da quattro enormi foglie di baobab che debordano dal piatto).

    Bene, ora vorrei parlare degli Italiani: il nostro comportamento non si differenzia poi molto da quello dei nostri vicini europei. E non avevo dubbi. Il Governo ci ha spiegato che non serve a niente fare le code nei supermercati, perché ci saranno sempre i generi alimentari a disposizione. Non c’è nessuna fretta.

    Bene. Alle 07.30 mentre mi recavo in ufficio (prima di stare a casa finalmente in smart working), ho notato una decina di persone (con mascherina) in attesa dell’apertura di un piccolo discount (ore 08.00).

    La maggior parte erano anziani. Alcuni malati, seguiti da un avvoltoio. Ma niente da fare: ognuno per sé.

    Giorni fa sono stato anche io in un supermercato, e ho assistito ad una rissa tra due signore: la prima attaccava la seconda perché aveva finito tutti i rotoli di carta igienica (carrello pieno). D’accordo, questa egoista aveva le dimensioni di un TIR (si notavano le luci d’ingombro) e aveva un lato B per il quale, date le dimensioni pagava l’IMU, per cui era giustificato un consumo elevato del prodotto. Però aveva torto. Basterebbe essere un minimo educati e altruisti. Ma cosa dico, è tempo perso. Ora vorrei concludere con un altro aspetto che tu hai tirato fuori dalla gente: l’aspetto sociale.

    O meglio la falsa socialità causata dalla paura che la gente ha nei tuoi confronti.

    Dunque, ragioniamo. Abbiamo delle cause ventennali contro il nostro vicino di casa perché una foglia del suo albero è caduta nel nostro cortile, e adesso per colpa tua, caro virus, siamo tutti amiconi? Ma da quando?

    Ci accorgiamo che il nostro vicino di pianerottolo è morto da mesi solo per i corvi che girano in tondo sopra la casa e poi cantiamo tutti insieme sul balcone “Volare” e “Azzurro”? Ma dove?

    Caro virus, tu hai scoperto che siamo ridicoli. Si moltiplicano le iniziative “per non sentirsi soli” …ma come sarebbe a dire? La maggior parte delle persone non si sopporta e si ritirerebbe in un eremo isolato e adesso tutti hanno bisogno di stare insieme? Che cretinata.

    Ci sono quelli che suonano sui balconi. Ci sono quelli che proiettano un film sui muri del palazzo di fronte: eh già, io arrivo a casa stanco come un mulo alle 22.00 dopo il turno alle presse e mi trovo Gli Aristogatti che cantano a tutto volume sul letto, nel nome del non sentirsi soli. Ti faccio vedere io un bel film. Horror.

    Ci sono quelli del Flash Mob: tutti con i lumini sui balconi. Ci sono quelli che mettono le bandiere fuori e cantano l’Inno di Mameli. Curioso come gli Italiani cantino questo brano in due occasioni: o per i Mondiali di calcio, o per la strizza di lasciarci le penne.

    Ho dei colleghi che lavorano da casa, e dato che le scuole sono chiuse ci sono i figli piccoli. E la moglie.

    Non essendo abituati a questa convivenza forzata e continuativa, si stanno moltiplicando i casi di “omicidi da coronavirus” da entrambe le parti. Alcuni hanno messo degli annunci sul dark web per vendere i figli per gli organi. Altri li vorrebbero portare da una nota babysitter di Cogne.

    Eppure, anche tu hai un lato positivo: da quando sei arrivato, l’inquinamento da idrocarburi è crollato e si respira decisamente molto meglio. È una magra consolazione, ma è una cosa positiva: la città sembra uscita da un film di fantascienza, sono spariti persino i questuanti ai semafori. Non c’è traffico ed è bellissimo.

    Adesso però devi andartene, hai già fatto troppi danni. Forse abbiamo imparato un minimo di umiltà, abbiamo imparato a stare di nuovo insieme in casa, abbiamo capito che più distruggiamo foreste più quelli come te arrivano da noi, ma ora vai fuori dai maroni. Ne abbiamo già abbastanza di parassiti. Grazie.

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