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lunedì, Marzo 24, 2025

    Un eroe… normale

    Nell’immaginario collettivo la parola eroe richiama alla mente persone dalle qualità superiori alla media. Di norma, quando pensiamo ad un eroe, ci figuriamo un uomo o una donna che compiono gesta precluse alle persone normali.

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    Questo è l’immagine consueta che ci trasmette una certa agiografia.

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    La realtà è solo questa oppure possono essere classificati come eroi persone cosiddette “normali”, chiamate dalla vita ad esercitare funzioni per le quali non si sentono portate?

    Ci sono persone la cui esistenza diventa eroica per i casi della vita che il destino gli ha assegnato.

    Pietro Bellini, che tutti conosciamo, è uno di questi. Lo si incontra sovente mentre passeggia con i suoi due figli gemelli, Maurizio e Massimiliano, per le strade del paese.

    Capita che a volte un destino oscuro e insondabile faccia nascere degli individui con problematiche che li rendono non completamente autosufficienti: hanno bisogno dell’aiuto di altri. È il caso di Massimiliano e Maurizio.

    Pietro, uomo umile e semplice, ha sempre accettato il difficile compito che il fato gli ha assegnato. Diventato ancora più difficile con la morte della moglie.

    È molto importante che queste persone vivano in famiglia poiché questa garantisce loro condizioni di vita migliori e normali. Ma spesso l’impegno della famiglia non è sufficiente. Diventa allora necessario un supporto da parte dello Stato e della società che si manifesta con diverse modalità: assistenza da parte dei servizi sociali, sostegno economico…

    Ovviamente, il nostro caso non è l’unico a Caselle. Le famiglia toccate da queste problematiche diventano, loro malgrado eroiche. Bisogna trovare la forza in sé per affrontare la realtà e rendere la vita del proprio congiunto degna di essere vissuta.

    Allo scopo di meglio affrontare questi problemi è nata a Caselle l’associazione “Stella Polare”, promossa da genitori con simili problemi allo scopo di aggregare e promuovere la realizzazione sociale di queste persone.

    Coloro che dalla società vengono definiti “diversamente abili”, diversi certamente in certi limiti fisici o di altro tipo, sono spesso dotati di qualità che li rendono davvero speciali. Speciali nelle sensibilità e nella voglia di legarsi con sincero attaccamento agli altri.

    Quando incontro Pietro, assieme a Maurizio e Massimiliano, in giro per la città il loro viso diventa sorridente. Massimiliano, amante degli alpini e delle cravatte, mostra con orgoglio il suo cappello con tanto di orgogliosa piuma e l’ultima cravatta ricevuta in dono.

    Garantire loro una vita normale è il desiderio di ogni genitore.

    Ogni volta che incontro un padre o una madre che si accompagna ad un loro figlio “particolare” penso di aver incontrato un eroe. La cui medaglia è il sorriso di suo figlio.

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