La ferrovia al futuro

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La fermata all'Aeroporto di Caselle
La fermata all’Aeroporto di Caselle

Secondo incontro on line, lo scorso 30 aprile, per i circoli PD dei territori al di qua e al di là della Stura. Questa volta a far da padrone di casa il circolo PD di Caselle, e a far da moderatore il segretario del circolo Stefano Oggiono.

Tema scelto per l’incontro, di grande attualità, il rilancio, fortemente atteso, della ferrovia Torino-Ceres. Ospite d’onore dell’incontro il consigliere regionale PD e membro Commissione trasporti Alberto Avetta.

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Hanno interloquito con lui i sindaci di San Maurizio, Caselle e Borgaro, con molti altri amministratori pubblici; in tutto una quarantina i partecipanti all’incontro.

Per Paolo Biavati, sindaco di San Maurizio, oltre all’hardware (l’avanzamento dei lavori sotto corso Grosseto) bisogna stare dietro al software (l’offerta di corse), che deve essere attrattiva; importante l’intermodalità e, per la tratta montana, sviluppare il trasporto su chiamata, unica soluzione economicamente sostenibile.

Luca Baracco, sindaco di Caselle, sottolinea l’importanza delle cadenze (è l’offerta che fa la domanda); si sofferma poi su due rischi: che qualcuno tiri fuori un Caselle Express per l’aeroporto (come già successo per il Sadem): saltare le fermate intermedie sarebbe uno schiaffo per il territorio. L’altra questione riguarda la stazione Aeroporto, ove GTT sembra non voglia gestire l’ampliamento connesso al COM: problema da risolvere coinvolgendo la Regione.

Più politico l’intervento di Claudio Gambino, sindaco di Borgaro, indispettito per il recente convegno Rail To Air organizzato dalla SCR della Regione ove nessun amministratore PD è stato invitato: come spesso capita, gli ultimi arrivati si accaparrano i meriti di una scelta, fatta a suo tempo dall’amministrazione Chiamparino.

Su altre domande poste nell’incontro, risponde Avetta. Per quanto riguarda i punti d’interscambio con i flussi di traffico dai comuni non direttamente allacciati alla linea, i principali saranno sui Movicentro di Venaria e dell’aeroporto. C’è poi Ciriè, che può diventare la nuova stazione-porta, previo adeguamento degli spazi attorno. Altro punto riguarda la politica tariffaria, che deve essere attrattiva, evitando balzi all’insù come capitato per la Rivarolo-Chieri nel passaggio a Trenitalia,

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