Gli automobilisti che percorrono la provinciale SP10 fra Borgaro e Caselle avranno senz’altro notato il grosso cantiere, insediato da qualche mese, subito dopo la curva del Port dij Gaij, sulla destra per chi proviene da Borgaro.
Il cartello di cantiere informa che si tratta di un’opera che vede come committente Snam Rete Gas, e che ha come oggetto la Variante sul metanodotto Settimo Torinese – Rivoli, per l’attraversamento in sub-alveo del Torrente Stura in territorio del Comune di Caselle Torinese. Il metanodotto in questione fa parte della rete primaria di trasporto del gas, con condotta di diametro DN 900, pressione nominale 24 bar
Impresa affidataria dei lavori, Batitunnel Italia srl , con sede a Quincinetto.
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A cosa serve questa variante ce lo spiega il sindaco di Caselle Beppe Marsaglia, dato che il Comune è stato ovviamente coinvolto durante il processo autorizzativo, condotto dal Ministero dello Sviluppo Economico competente per la tipologia di infrastruttura.
Marsaglia: “Il metanodotto è in servizio da parecchi anni, e attraversa il torrente Stura in territorio casellese per entrambe le sponde. L’attuale attraversamento della conduttura in acciaio avviene a circa sei metri di profondità. Ci è stato spiegato che tale profondità di attraversamento fluviale non è più conforme alla normativa ora vigente. Da qui la necessità di realizzare un nuovo attraversamento, più profondo, e di dismettere l’esistente. Quando sono venuto a conoscenza della cosa, nella mia veste di sindaco ho pensato che il Comune di Caselle ne poteva ricavare un beneficio. Infatti, l’impresa che deve realizzare la nuova perforazione ha fra i suoi obblighi contrattuali quello di andare poi a tappare il tratto di condotta dismessa. Anziché far quello, che ha peraltro un costo, l’ipotesi che stiamo esplorando è quella di far posizionare due camerette alle estremità e rendere così utilizzabile la condotta d’acciaio DN 900 per future necessità che potrebbero essere di interesse per il nostro Comune. Tipo quella di far passare altre tipologie di sottoservizi, come fibra ottica o altro, fra le due sponde del fiume, che come già detto sono entrambe in territorio casellese. Ovviamente, la SNAM deve essere d’accordo, e stiamo prendendo contatti al proposito”.
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Lo scorso 6 agosto, grazie ai contatti in corso per quanto sopra spiegato, si è potuta fare una visita al cantiere.
È opportuno a questo punto spendere qualche parola sull’impresa Batitunnel e sulla tecnologia in cui è specializzata, il microtunneling.
Batitunnel Italia srl fa parte del gruppo Cogeis, una società di costruzioni fondata a Quincinetto da Giovanni Bertino nel 1963, e che occupa attualmente circa 300 dipendenti. Uno dei settori di attività in cui la società si è specializzata nel corso degli anni sono gallerie e altri lavori in sotterranea. Per tali lavori ha iniziato a collaborare con Batitunnel Italia srl, società nata nel 2007 e specializzata nella realizzazione di tunnel, di tutti i diametri. Dal 2014, avendo acquisito il 100% delle quote societarie di Batitunnel, Cogeis ne è diventata l’unica proprietaria.
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Veniamo al microtunneling, che fa parte delle tecnologie cosiddette “No dig”, idonee per la realizzazione di tunnel di piccolo diametro dentro i quali installare condotte per il trasporto di fluidi, cavi e altri sottoservizi. Consente l’attraversamento in sotterraneo di strade, ferrovie, corsi d’acqua, zone soggette a tutela ambientale, aree archeologiche, approdi costieri, ecc., senza la necessità di realizzare di scavi a cielo aperto. La tecnologia del microtunnelling, talvolta considerata un’evoluzione di quella dello spingi tubo, è in realtà una derivazione di quella della “Tunnel Boring Machine”, già da tempo impiegata per lo scavo di tunnel di medio e grande diametro, quali le gallerie stradali e ferroviarie. Infatti, la trivellazione viene effettuata mediante l’utilizzo di una testa fresante a piena sezione, una TBM a tutti gli effetti.
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Con questa tecnologia, la conduttura da realizzare viene costruita per conci, e viene fatta avanzare per spinta nel terreno preceduta da uno scudo di acciaio dotato di testa fresante, a partire da un pozzo di monte (o di spinta) fino a quello di valle (o di ricezione). I vari conci costituenti la condotta vengono assemblati grazie a giunti a bicchiere, progressivamente man mano che la perforazione procede.
Nel caso del cantiere di Caselle, i conci sono costituiti da tubazioni in cemento di diametro 2400. Il foro che si sta eseguendo ha diametro 2480, e avrà una lunghezza complessiva di 586 metri, fra la camera di spinta di monte (che vediamo nelle foto), e quella di arrivo, che sarà più avanti scavata in sponda destra della Stura.
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La testa fresante permette l’ingresso del materiale frantumato anche di grande dimensione, dentro la camera di miscelazione che si restringe a cono ed ha le pareti munite di dentature convergenti. Con l’avanzare della macchina il materiale scavato viene sospinto sul fondo del cono: le parti solide tendono ad incastrarsi fra i denti e, nella rotazione, sono sminuzzate a dimensioni tali da poter essere poi allontanate tramite un circuito chiuso a circolazione d’acqua e fango bentonitico. Un apposito impianto di trattamento consente di separare poi i fanghi recuperando l’acqua, che viene così riutilizzata.
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La testa fresante può lavorare anche sottofalda, e con tracciato curvilineo. L’operatore imposta i parametri di avanzamento su una consolle di guida, ospitata in un container. La velocità di avanzamento dipende dalle caratteristiche del terreno interessato. Nel cantiere di Caselle l’avanzamento medio giornaliero era di 12 metri/giorno.
Al momento della nostra visita, avvenuta circa una settimana dopo l’avvio della trivellazione, erano circa 60 i metri perforati; si era ancora quindi nel tratto iniziale della discesa, effettuata con una pendenza impostata del 9%.
![Profilo longitudinale della perforazione](https://www.cosenostre-online.it/wp-content/uploads/2022/08/Profilo-longitudinale-della-perforazione-scaled.jpg)
Adesso l’avanzamento è di 12 metri al giorno, ma dopo Ferragosto è previsto di passare a gestire il cantiere con doppio turno – ci spiega il caposquadra – e quindi di accelerare le operazioni””
P.S. L’8 settembre, alle ore 16, la testa fresante è sbucata nel pozzo di valle, al di là della Stura (la si intravede nella parte bassa della foto qui a destra).
I lavori ora proseguono con l’infilaggio delle nuove condutture in acciaio, che saranno poi giuntate col metanodotto esistente.