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lunedì, Ottobre 14, 2024

    Il cervello mancino

    Fin da bambina ho avuto un problema, o meglio, ai miei tempi poteva essere considerato un deficit: sono mancina. Negli anni ’80, quando ho iniziato la scuola materna (allora si chiamava asilo), e le elementari poi, essere mancini iniziava ad essere accettabile, ma non vi dico con quali difficoltà! Il mondo è stato pensato per i destrimani e per me era inevitabile avere i quaderni molto più disordinati dei miei compagni (allora ci facevano usare la “Replay”, per un mancino era impossibile non macchiarsi la mano di inchiostro e non sbavare la pagina) e non era semplice fare alcuni sport, come pallavolo, tennis, baseball, attività che venivano insegnate dando per scontato che la mano dominante fosse la destra. È quindi superfluo aggiungere quanto poco successo abbia raggiunto in queste attività…

    Sono stata comunque privilegiata rispetto ad alcuni dei miei cugini che avendo avuto la sfortuna di nascere qualche anno prima di me, ed essendo anche loro mancini, venivano costretti a scrivere con la mano destra (ricordo i racconti relativi alla mano sinistra legata dietro la schiena, per impedire che istintivamente afferrasse una penna!).
    Perché noi mancini siamo stati sottoposti per secoli a tali pene? Secondo gli storici, il motivo di questa discriminazione è la convinzione diffusa da millenni, per cui la destra rappresenti il giusto, mentre la sinistra ciò che è sbagliato. Al giorno d’oggi costringere una persona ad usare la destra è considerato un intervento invasivo per il suo cervello. Obbligare una persona a usare la mano non dominante per scrivere può comportare delle irritazioni che possono farsi sentire per tutta la vita. Gli effetti possono essere dei disturbi della memoria e della concentrazione, problemi di lettura e di scrittura. Queste difficoltà in maniera indiretta possono poi originare insicurezza e maggiore stanchezza nell’eseguire molte attività.
    Tanti anni fa non si conosceva ancora come funzionava il cervello, e non si poteva quindi sapere che il cervello dei mancini semplicemente è un po’ diverso rispetto a quello dei destrimani, che sono la maggior parte della popolazione. Sembra che soltanto una percentuale attorno al 10 per cento abbia come mano dominate la sinistra (tra l’8 e il 15% per l’esattezza). Nonostante tutti gli studi del settore, ad oggi non si sa perché esistano i mancini e perché l’evoluzione abbia fatto sì che questa particolarità si mantenesse. Un’ipotesi un po’ più valida di molte altre è che essere mancini darebbe dei vantaggi nei combattimenti, in quanto l’avversario sarebbe spiazzato dal comportamento e dal movimento di un rivale mancino. Questo potrebbe spiegare il perché i mancini siano molto più numerosi in sports quali la boxe oppure il ping pong, caratterizzati dall’affronto uno a uno, e dalla velocità.
    Sembrerebbe che il mancinismo sia determinato da una predisposizione genetica anche se, da quando, nel 2001, si è annunciato il primo sequenziamento del genoma umano, non si è individuato un gene che corrisponde al mancinismo. Gli studi che abbiamo ora a disposizione ci dicono che la preferenza per una mano piuttosto che un’altra avviene già nel grembo materno, perché il feto preferisce succhiare il pollice con quella che diventerà una volta nato la sua mano dominante. Altri studi sembrano indicare che un fattore importante è la stagione di nascita: tra marzo e luglio sembrano nascere più mancini rispetto alle altre stagioni dell’anno. Inoltre, un peso al di sotto della media, la nascita prematura, predisporrebbero alla preferenza per la mano sinistra.
    Un fattore rilevante è sicuramente la cultura di appartenenza, che può favorire oppure inibire l’espressione della mano dominante. Ancora oggi alcune culture reprimono la possibilità di utilizzare la mano sinistra, quindi, per quel che riguarda alcuni luoghi ci è impossibile avere delle statistiche realistiche su quanti mancini ci siano all’interno della popolazione.
    È importante ricordare che per molte persone il concetto di mano dominante non è così rigido: è possibile che per alcune attività una persona preferisca la mano destra e per altre la sinistra. Io ad esempio funziono in questo modo: utilizzo la sinistra per scrivere, stirare e cucire, la destra per ritagliare e mangiare. I ricercatori hanno ideato dei test specifici per valutare quale sia la percezione soggettiva di avere una mano preferita e quanto nella pratica la si usa per svolgere dei compiti.
    Infine, negli anni si sono sviluppati dei falsi miti: i mancini sarebbero più intelligenti e più creativi dei destrimani. In realtà nessuna ricerca è riuscita a confermare questa affermazione.
    La cosa importante è permettere a chiunque di usare la mano che preferisce per svolgere le proprie attività. Per me non c’è niente di più bello di vedere mia figlia, mancina proprio come me, che inizia a scrivere le sue prime parole con la mano sinistra che lei, ingenuamente, definisce “la mano migliore”.
    Per maggiori informazioni visita: www.psicoborgaro.it

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